Capitolo 3

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Arrivata in classe mi sedetti al mio solito posto ma al mio fianco si sedette la bionda di prima.

La guardai stupita e lei in risposta mi sorrise e si presentò col nome di Alexandra.

Le sorrisi e ripensai a dove avessi sentito quel nome. Mi concentrai sulla lezione ed in seguito sulla verifica. A pranzo mi ritrovai a parlare con Alexandra di ciò che avessimo in comune, e non vedendo Debby mi preoccupai. Finito il pranzo dove avevo comunque mantenuto le distanze con Alexandra,mi diressi in camera di Debby. Arrivata davanti alla porta, bussai. Sentii tossire e un flebile avanti, entrai e lei era sdraiata a letto pallida come un cencio.

-Come stai scema?- gli sorrisi e mi sedetti accanto a lei

-Ei non chiamarmi cosi-rise- ho un influenza cattiva che non passa.-

-Ho conosciuto una ragazza, c'è lei è venuta da me-le dissi, lei spalancò gli occhi e mi disse che stavo facendo progressi.

-Ma a me non interessano i progressi, voglio solo finire quest'anno e partire. Io qui ci sono finita per caso.- dissi sospirando

Ci salutammo e le raccomandai di curarsi, andai nella mia stanza e mi cambiai. Oggi c'è il sole quindi shorts e felpa. Uscii sempre e comunque col cappuccio e mi diressi tra gli alberi. Avevo scoperto una piccola radura tra gli alberi su una piccola collinetta,tempo fa, con un albero caduto dove sedersi e quella che sembrava una piccola cattedrale. Mi sedetti sul tronco e mi tolsi il cappuccio lasciando che il sole illuminasse il mio viso, mi sciolsi i capelli che al sole brillano di un rosso intenso e restai a gustarmi quella sensazione finché non sentii dei passi, strano essendo sul prato dovevo far fatica ma lo sentivo chiaro e forte come se camminasse su foglie secche.

Non mi voltai e non aprii gli occhi -Dimmi, mi segui anche oggi? - dissi tesa.

-Scusa non volevo disturbarti- disse la voce calda che avevo sentito la sera prima,James.

Non si era mosso dalle mie spalle.

-James giusto?-dissi aprendo gli occhi e voltandomi.

Il suo sguardo fremette e si ridusse in una fessura, sbianco leggermente.

-Come lo sai?-disse incerto e avvicinandosi cauto.

Indossava un paio di pantaloni grigi ed una camicia nera, abbigliamento strano per una passeggiata nel bosco.

-Dovreste stare più attenti se volete rimanere indiscreti, cosa volete da me?- mi alzai dal tronco e mi avvicinai a meno di un braccio di distanza dal suo petto.

I suoi occhi ebbero un sussulto contro i miei e lo vidi sorridere.

-Si sei tu-

-Ma io chi?-dissi pronta per l'ennesimo scherzo, mi voltai e notando un merlo mi persi nel guardarlo. Era cosi bello, di un nero lucido ed intenso. Mi ricordava me, diversa da altri per i diversi colori riportati sul corpo. Nero e giallo per quell'esserino cosi allegro. Bianco e rosso per me che di allegro non ho nulla.

Mi voltai per incrociare il suo sguardo ma -James?-

Scomparso, me lo sono sognato?

-Heii Kim che ci fai qui?- era Alexandra e oddio era vestita uguale a me??

 Indossava un pantaloncino bianco ed una felpa grigia.

- Che ci fai tu qui?- dissi sorpresa.

- Mi alleno te l'ho detto che avevamo molto in comune-rise e m'invitò ad allenarci insieme, ovviamente accettai. Corremmo per un oretta e cercai di non pensare a quell'incontro con James o almeno cosi sospettavo si chiamasse. Scoprii che anche lei era propensa alla difesa personale se si può chiamare cosi e che potevamo allenarci assieme, la mia stima nei suoi confronti salì e cercai di non essere cosi malfidente. Provammo anche qualche presa come la mia di oggi e constatai che ci sapeva fare e parecchio anche.

Ci salutammo ed io salii nella mia stanza appena entrata trovai un bigliettino scritto con una calligrafia disordinata

Vieni stasera alla vecchia cattedrale e saprai chi sei.

Settima luna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora