Capitolo 17

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James in smoking con quei capelli miele scompigliati e quel sorriso abbagliante mi avevano incantata. Era bellissimo con quello smoking che fasciava il suo fisico asciutto e lo rendeva incredibilmente sexy.

Scesi le scale cercando di non cadere con un sorriso a 33 denti.

Lui mi prese la mano e se la portò alle labbra.

-Buonasera principessa- sussurrò.

Arrossii visibilmente ma non mi importava più mia madre sbucò dalla cucina con addosso un grembiule a quadri rossi. Appena ci vide il suo viso si illuminò e i suoi occhi diventarono lucidi.

-Divertitevi ragazzi- disse sorridendo e scomparì in cucina, sentivo che avrebbe pianto ma non più per il dolore ma per la gioia.

Salimmo sulla sua macchina decappottabile e sfrecciamo via, col vento tra i capelli e i nostri volti felici impressi in quella sera.

La mia scuola era nello stato affianco e immersa nei boschi quindi avremmo dovuto partire quella stessa notte dopo esser tornati a casa dalla serata.

Arrivammo in una splendida città molto colorata. James parcheggiò davanti ad un bellissimo ristorante bianco con molte vetrate, il suo nome era Lucye.

Scesi dalla macchina e lui mi abbracciò la vita attirandomi a sé per baciarmi. Un bacio intenso e caldo. Entrammo mano nella mano in questo ristorante dove una ragazza bionda ci fece accomodare ad un tavolo vicino alla vetrata interna che dava su un piccolo stagno.

-Accomodatevi, torno subito- disse guardando James come una tigre guarda un agnello e la cosa mi fece irritare.

''Sta cretina.. dovevo portare un cartello con scritto lui non si tocca?..'' Appena formulai quel pensiero mi resi conto di quanto davvero ero presa da lui. Arrossii e lui fissandomi mise la sua mano sulla mia e ruotò appena la testa con fare interrogativo e scoppiai a ridere.

-Volete ordinare?- chiese la biondina a James

-Si io vorrei ordinare - dissi con appena un po' di irritazione. La ragazza si volto verso di me con fare scocciato masticando rumorosamente una cicca.

- Desidererei del riso alle fragole e del vino bianco- dissi con più quanta pazienza potei e le sorrisi.

- E lei signore?- Disse ammiccando.

-Lo stesso della splendida fanciulla qui con me- disse guardandomi come se fossi la cosa più bella del mondo.

La biondina si dileguò scocciata e scoppiai di gusto, James intuendo i miei pensieri si unì alla mia risata.

Finita la cena allegramente, decidemmo di fare una passeggiata erano le ventidue e in teoria dovevamo rientrare.
Passeggiammo lungo il fiume che attraversava la città chiacchierando.
James mi camminava al fianco e i suoi occhi brillavano di gioia.
-aspettami un secondo- mi disse e si allontanò di qualche metro avvicinandosi ad un venditore ambulante di rose.
-Tieni questa è per te- disse porgendomi una splendida rosa blu.
-Grazie mille- dissi imbarazzata e rubandogli un bacio.
Tornammo all'auto e dopo aver fatto da cavaliere aprendomi la portiera partimmo per andare verso casa.

La strada era buia e sterrata, avevo un po di ansia nel percorrerla anche se James mi teneva la sua mano sul ginocchio per rassicurarmi.
I nostri occhi si incrociarono e ciò mi rincuorò, è come se potessi leggere in lui tutta la tranquillità che mi mancava.
Ora mi sentivo più serena guardando il bosco intorno a me.

Socchiusi gli occhi e nella mia mente vidi due occhi color mogano. Erano gli occhi di Paul.. quell'uomo che tanto avevo amato e che ora disprezzavo con tutta me stessa.

James inchiodò, spalancai gli occhi e lo vidi un lupo dal manto scuro e gli occhi mogano.

Afferrai la mano di James, ci scambiammo un occhiata complice.

''Cosa facciamo scendiamo e lottiamo o scappiamo e chiamiamo l'aiuto a casa?''

Un basso ringhio arrivò da James e ,come se fosse scattata una molla dentro me afferrai il cellulare ma essendo in mezzo ai boschi non prendeva un cazzo.

''Merda''

Guardai James mentre Paul si avvicinava sguainando le zanne ingiallite dai troppi caffè.

-Prendi la macchina vai in paese e chiama Jane. Io lo trattengo- non potei neanche protestare che era già sceso dalla macchina e in forma di lupo.

Come una bruciatura sulla pelle sentii queste parole nella mia testa.

-Piccola traditrice- inchiodai il mio sguardo su quello di Paul e questo fremette, il mio ringhio si fece più forte ma dovevo andarmene di lì se volevo salvare sia James che me.

L'adrenalina fu a mio favore, girai la macchina e mi diressi in città.

-Ti amo- sentii nella mia mente come una carezza calda.

Non ero riuscita a rispondergli a causa delle lacrime rigavano il mio viso.

Il tempo era oro e io non ne avevo molto. Arrivai davanti al ristorante di prima, era l'unico posto che conoscevo. Entrai e mi diressi verso la cassa.

-Scusi posso usare il suo telefono?- dissi ancora scossa.

-Certo - e mi diede il telefono in mano, tirai fuori il telefono di James e digitai il numero di casa.

''Chissa se la chiamerò ancora così dopo stasera..''


Settima luna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora