Era sempre stata una ragazza determinata sin da bambina, difendeva sempre i più deboli ed era più coraggiosa di qualsiasi maschio della sua età.
Il suo nome è Jeanette chiamata dagli amici semplicemente Jane.
Gli allenamenti erano costanti per rafforzare il suo corpo e il suo spirito, ed pur essendo una sedicenne intrepida era faticoso.
-Margaret dai manca poco- incitò Jane
- Solo un minuto dai- disse la sua migliore amica col fiatone e completamente sudata in mezzo a questo immenso ed incantevole bosco.
-Non ci sará un momento se qualcuno ti insegue o peggio- disse Jane continuando a correre, mancava davvero poco ma questa volta il percorso sarebbe stato diverso.
Davanti a queste due ragazze si pararono due ragazzi con fare minaccioso, era un'altra esercitazione.
Margaret si bloccò e impallidì visibilmente mentre Jane si mise sulla difensiva, erano entrambe stanche e affaticate ma ciò non le fermò. I due ragazzi erano uno moro dagli occhi verdi di nome Ditmar e l'altro biondo con occhi nocciola e il suo nome era Texen, le ragazze erano la metà di loro ma erano veloci e l'adrenalina era dalla loro parte.
Jane schivo con foga l'assalto del biondino e gli pianto un pugno nello stomaco e riprese la difensiva, Margaret invece aveva mirato al viso del suo aggressore che però l'atterro bloccandola col suo corpo. I sensi di Jane si affilarono vedendo la sua amica in difficoltà, atterrò con un violento calcio il suo aggressore ma sapeva che se voleva aiutare la sua amica doveva muoversi, lui non sarebbe rimasto a terra molto. Essendo l'aggressore sopra la sua amica decise per qualcosa che lo spingesse ad attaccarla, arrivando da dietro gli tirò i capelli morbidi al tatto e facendolo alzare. Mentre Margaret si alzava per difendersi da colui che ormai era già in piedi, vide Jane ricevere un pugno sul viso e iniziare a perdere sangue sapeva che Jane c'è l'avrebbe fatta quindi doveva concentrarsi sul bellimbusto biondo davanti a lei. Imitò la tattica di Jane e atterró Texen finendo sopra di lui e cercando di colpirlo in viso e ci riusci. Jane era molto più alternativa in queste cose le piaceva provare nuovi attacchi e cosi decise di fare, arretrò e quando lui arrivo a debita distanza gli tiro un calcio in mezzo alle gambe e mentre lui si piegava in avanti lei gli dirò una ginocchiata in pieno viso. Dopo ciò ripresero a correre, raggiunsero il traguardo e dopo aver salutato Samuel ovvero il maestro decisero di andare a casa.
Sulla strada per il ritorno incontrarono quattro ragazzi, il capo di quello gruppetto inizio a schernire del fatto che una ragazza non avrebbe dovuto partecipare anche agli allenamenti di lotta come faceva Jane. Jane sentiva il labbro pulsare ancora dal colpo ricevuto ma la rabbia in lei saliva sempre più.
- Ei tesoro- disse lui allungando la mano sulle spalle di Jane.
- Mossa sbagliata stronzo- gli prese il polso e lo torse dietro la schiena di lui finché non si sente uno schiocco e i suoi ululati di dolore
- Io partecipo a ciò che voglio hai capito? Ricordati che anche se sei figlio dell'Alfa non sei più degli altri Paul.- disse Jane gettando il ragazzo a terra con uno spintone
Gli altri ragazzi rimasero con gli occhi sbarrati e cercarono di aiutare l'amico mentre le due ragazze si allontanarono tranquille.
La mattina dopo Jane si alzò dal letto e come spesso accadeva in ritardo, fece di fretta doveva arrivare in tempo agli allenamenti. Arrivò davanti a casa di Margaret ma lei doveva essere già andata visto che c'era solo suo fratello. Jane iniziò a correre verso il punto d'incontro, passando affianco alla grande casa dal portone argenteo notò Paul davanti ad esso con suo padre parecchio alterato.
Non ci fece caso e passo oltre, quel giorno ci sarebbe stato un sfida di lotta. Margaret non era tra loro.
Il primo avversario di Jane fu cosa facile per lei.
Il secondo le riapri la ferita sul labbro e riusci ad afferrarla per trenta secondi.
Il terzo era Paul. Non aveva segni della spalla fratturata perché anche per chi non aveva ancora subito la trasformazione ma aveva il gene Z guariva più in fretta.
Paul aveva un ghigno rabbioso sul volto e un viso fin troppo accaldato, Jane era abbastanza rilassata.
Paul era più alto di lei ma non troppo robusto quindi era un avversario mediocre, il suo problema è che era bravo se non colto di sorpresa. Jane tentò un attacco ma fini con una gomitata in viso.
-Tutto qua Jeannette?- esclamò Paul.
Ella riuscì a colpire le sue costole e oltrepassare la difesa ma lui le afferrò la spalla e la colpi in volto.
Le forze fecero cilecca e il dolore aumenta con lo scorrere del sangue sul suo viso, Jane inizio a indietreggiare e fu li che lui sbaglio.
- Cos'è scappi come Margaret?- la sbeffeggiò lui.
- Cosa intendi con ciò?- rispose freddamente lei.
- Sai le ho fatto una visitina di recente, mi sa che scappare da me non l'ha aiutata a non provare dolore- disse lui sorridendo arcigno.
- Cosa le hai fatto?- la voce di Jane mutò impercettibilmente ma la rabbia nei suoi occhi era palpabile e la voglia di spaccargli la faccia era evidente ma resto ferma ad ascoltare col battito calmo di un predatore.
- Volevo vendicarmi e lei è cosi fragile e cosi vicina a te che mi è sembrato perfetto. Colpire lei per colpire te- ridette Paul. - Cosi perché non abusare di lei? La sua pelle delicata, le sue grida soffocate e il silenzio intorno a noi.-
Eravamo in un campo con il rumore di calci e pugni quindi le nostre voci erano soffocate ed il maestro ci guardava da lontano. Eravamo in quindici quella mattina il cielo si era incupito e il cuore di Jane cessò di battere per dieci lunghi secondi.

STAI LEGGENDO
Settima luna
Hombres LoboIl mio nome è Kimberly e frequento la "Davi's High School" Io non centro nulla con questi ragazzi, tutti perbene e raffinati. Perché non cambio scuola? vi chiederete. Sono obbligata a stare qua, mio padre mi ha iscritto in questa prigione che ci of...