Capitolo 9

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Jane udite quelle parole udì il suo nome. Ma non proveniva da fuori ma da dentro di lei.

Come se una parte di lei la richiamava a sé, era una voce suadente e calma, ma quel calmo prima della tempesta. Lei era la calma prima della sua stessa tempesta, lei doveva difendere. Lei doveva uccidere. Il calore le inondò il corpo.

Il cielo tuonò e rivelo tra le nuvole una bellissima ed rara luna rossa.

Gli occhi di Jane diventarono neri come la pece, il suo corpo mutò.

Dove prima c'era il corpo snello e forte di una ragazza ora c'era la pelliccia rossa di un lupo.

Era bellissima, quel manto color ruggine ramato con quegli occhi neri rendeva la scena unica.

Jane ringhiava con le zanne che sbattevano e il suo corpo fremeva, Paul indietreggiò e tutti i ragazzi formarono un cerchio intorno a loro mantenendosi distanti da quella creatura bella ma pericolosa.

Il maestro guardò la scena come paralizzato.

L'età della trasformazione era dopo i diciotto anni ma non per Jane.

Lei non era come gli altri e ciò fu palese. Jane era furiosa e voleva uccidere, voleva il suo sangue, voleva vendicarsi. Voleva difendere.

Nel momento in cui stava per agire e sfogare ciò che provava su colui che lo causò. Una mano le tocco la testa e una voce roca dal pianto le risuonò nelle orecchie

- No ti prego Jane, non farlo. Calmati.- era Margaret che era arrivata appena in tempo per assistere al suo cambiamento e aveva percepito le sue intenzioni, non poteva farle uccidere qualcuno e perderla. No Margaret non poteva perdere anche lei, lui avrebbe pagato ma non per mano di Jane.

Jane smise di ringhiare e cerco di calmarsi come aveva detto Margaret, lei era li ed era viva e nessuno le avrebbe più fatto del male ora che Jane era lì.

Il suo respiro accelerò e il suo corpo mutò di nuovo, ed eccola li ad abbracciare la sua migliore amica che non le aveva lasciato compiere un atto imprudente. Jane si alzò da terra barcollante si avvicinò a Paul oramai semi svenuto per lo spavento e gli spacco il setto nasale con un pugno.

-Meritavi di peggio- disse Jane.

- Signorina la prego di seguirci- apparsero il maestro e due tizzi vestiti completamente di nero.

Era nei casini? Può darsi.

Margaret e Jane erano amiche dall'infanzia, lei si era sempre presa cura di lei e nessuno poteva farle del male. Era come una sorella visto che Margaret aveva oramai solo un fratello più piccolo,che doveva assolutamente proteggere.

Salutò Margaret e la pregò di andare a casa sua, guardò in cagnesco Paul e decise di seguire il maestro. Il viaggio silenzioso e angosciante finì davanti all'enorme portone argenteo. Era li che aveva visto Paul quella mattina,era casa sua. Entrarono nel portone e il signor David, padre di Paul, le sorrise e dopo aver congedato il maestro e quelle che dovevano essere guardie. Accompagnò Jane in quello che doveva essere il suo ufficio, la stanza non era molto grande ma era ben arredata. La fece sedere sulla poltrona davanti alla scrivania, Jane era ansiosa e un po pallida.

-Come stai Jane?- gli chiese agitato David

-Strana..- rispose lei cercando di capire cosa fosse successo.

- Hai mai sentito parlare dell'omega?- chiese David

- No cos'è?- chiese Jane

- É una creatura che nasce ogni mille anni e che ha un compito e doni molto importanti ed essa si sviluppa prima degli altri. Ma di solito è un ragazzo.-

- Non capisco- disse Jane smarrita

- Tu sei l'omega mia cara ragazza, ciò è strano ma non c'è dubbio su ciò.-

La sua mente torno alle storie di quando era bambina, l'eroe del branco l'omega.. Era Jane. La prima Omega.

Dopo aver raccontato cosa scaturì la sua reazione, tornò a casa con una lettera per sua madre e per Margaret.

La lettera diceva:

Lei e sua figlia verrete a vivere alla villa con la sig.ina Margaret e suo fratello. 

Jane avrà degli insegnanti per tutto ciò che le manca e ciò che imparerà a controllare. Io lascio a suo marito il posto di capoclan a causa del grande dolore da nostro figlio causato a danno della sig.ina Margaret abbiamo deciso di lasciare il clan e questo posto.


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