"Ci vuole un fisico bestiale
Per fare quello che ti pare
Perché di solito a nessuno
Vai bene così come sei"
Così mi alzai, con questa meravigliosa canzone di Luca Carboni, il primo di dicembre. Faceva un leggero freddo ma la felicità mi scaldò il sangue dato che, quel giorno sarebbero iniziate le prove per la recita di fine anno. Mi sentivo molto emozionata. Da bambina, mi sarebbe piaciuto diventare un'attrice e amavo il teatro. Mentre stavo mettendo a posto il letto, mi chiamò Marco, il ragazzo un po' impacciato seduto al primo banco, che dal primo giorno ogni tanto beccavo a fissarmi. Vestiva sempre sportivo, di solito con i jeans e una maglietta, i capelli con il gel tutti indietro e in classe stava molto attento.
«Ciao Luce, elettrizzata per oggi?» «Marco che sorpresa! Non vedo l'ora di essere in Aula Magna, ci vediamo là!» «Va bene, ti aspetto all'ingresso così entriamo insieme».
Arrivata quasi a pelo all'ingresso dell'aula, prima del suono della campanella, Marco mi bloccò un braccio in modo burrascoso frutto del fatto che stessi correndo, presi respiro. Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò «Pronta?» poi mi cinse la vita e mi diede un bacio sfuggente sulla guancia. Con altrettanta velocità entrò in aula, lasciandomi lì, confusa. Lo osservai sfrecciare dentro l'aula mentre i suoi capelli corvini, quel giorno leggermente spettinati, si lasciavano guidare dal vento che entrava dalla finestra del corridoio. Quel suo leggero tocco mi aveva fatto provare qualcosa che durò per un istante ma questo, dopotutto, non era un problema. Avevo sempre un angelo custode pronto a farmi sentire nuovamente in imbarazzo. Un'ombra altrettanto sfuggente quanto presente, che ancheggiava nelle mie giornate «Luce, perché non rimani imbambolata per qualcosa che ne valga veramente la pena!» disse il professore Carmagnoli con una punta di sarcasmo, superandomi per entrare in aula. Tipo lei? pensai, ma non ebbi il tempo per dirlo, meglio così.
Il professore di Arte Teatrale si era già calato nella parte. Indossava una maglietta bianca a maniche corte, jeans stretti, giacca di pelle e capelli portati indietro con tanto gel. Nel taschino della giacca aveva un pettine. Noi ragazzi eravamo divertiti dal suo look eccentrico e abbastanza incuriositi. In aula c'erano presenti la professoressa Antonioni di Storia; la professoressa Macchi di Educazione fisica e naturalmente il professor Carmagnoli che non smetteva di togliermi gli occhi di dosso e la cosa mi eccitava. Il suo continuo fissare non era inquietante, anzi ... nonostante la differenza di età, trascorsi e "ruoli" all'intero della società, eravamo legati sotto un altro profilo, che andava oltre l'amore, oltre l'immaginario comune, oltre la perversione e quella cosa aveva un nome preciso, la poesia. Sì, perché la poesia ti può portare tante emozioni, pensieri, dubbi, speranze. Nelle sue lezioni spesso mi incantavo ad ascoltarlo mentre recitava con passione le poesie dei vari autori, e numerose volte lo vedevo emozionarsi come un fanciullo pronto per essere subito consolato dalla sua mamma. Spesso dopo aver terminato mi guardava, per un istante e quello sguardo mi permetteva di avvicinarmi ancora di più a lui, in un mondo parallelo.
«Veniamo a noi» disse il professore Marzucca «Secondo voi chi potrei rappresentare? Sono molto famoso in un musical» «Dirty dancing!» rispose con strafottenza Claudia, una ragazza superficiale e altezzosa. «È uno della Divina Commedia» rincarò la dose di stupidaggine Elisa, altro personaggio della classe. Riconobbi subito il musical a cui si riferiva. Quante volte l'avevo visto con mio padre il sabato sera, rigorosamente con popcorn e crodino. «Greese» risposi con naturalezza «Ottimo Luce!» rispose il professore Marzucca. Il professore di italiano sembrava non riuscisse a stare fermo sulla sedia. Ogni due minuti cambiava posizione e mi scrutava senza nemmeno preoccuparsi di non farsi vedere. Continuavo a lanciargli occhiate per comprendere il senso dei suoi sguardi ma come sempre rimaneva un mistero per me.
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Nel cuore di entrambi: il filo rosso
RomanceIl viaggio è una meta importante ma per Luce, in quel momento è più importante la destinazione. A soli 17 anni abbandona la sua terra natale per aprire un nuovo capitolo della sua storia. La malattia del padre e la sua perdita l'hanno distrutta e co...