Capitolo 18 - Rivelazione

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Per favore leggete lo spazio autore, Buona lettura :)

Avviso: Scene piccanti!🌶️🔞

Una volta tornata dal mio viaggio "istruttivo" il rapporto con Enrico non migliorò molto sotto l'aspetto del tempo. Le nostre giornate si svilupparono nella medesima routine e la mia partenza, da lì a pochi mesi non comportò alcun cambiamento in positivo tra di noi. 

Quella notizia non aveva fatto altro che raggelare ulteriormente la situazione. 

Nonostante la mia comprensione verso di lui, sul fatto che fosse un uomo molto impegnato, tra lavoro, figlia, casa e me, continuavo a sentirmi sola e per giunta lui sembrava non notarlo. 

Mi sentivo persa.

In quel periodo la mancanza di mio padre si faceva sentire ancora di più. Il lutto nel mio cuore riemergeva sempre più spesso, composto da acque fredde e salmastre, in grado di avvolgermi l'anima.

A volte mi incantavo a fissare il professore mentre lavorava e a volte mi sembrava di non conoscerlo affatto. A parte la sua vita con l'ex moglie e la sua passione per la scrittura non sapevo nient'altro di lui e lui non sapeva altro di me. Forse a noi bastava così, bastava viversi nel presente. 

Molte volte mi ritornò in mente la sera in cui mi aveva salvata da quel malfattore, fu lì che mi resi conto di quanto fossi perdutamente innamorata. Più volte mi chiesi se fosse stato qualcuno dall'alto a salvarmi. Forse mio padre lo aveva guidato quella notte affinché mi trovasse. Ritenevo più plausibile una seconda opzione. Doveva per forza sapere dove mi trovassi quella notte e quindi... come ci era riuscito? Possiamo escludere che godesse di poteri soprannaturali come leggere nella mente alla Edward Cullen oppure avere uno specchio rivelatore come nella Bella e la Bestia. 

Era un essere umano come tutti ma qualcosa lo aveva portato in quel vicolo quella notte. 

Nei primi di marzo, ciò fu un pensiero fisso e a volte continuavo la mia incessante ricerca dei perché anche nei sogni finché questi non si trasformarono in incubi «Ahhhhhh» gridai una notte, alzandomi di colpo per lo spavento. Enrico accese la luce principale e cercò di calmarmi mentre mi accarezzava il viso «Tesoro era solo un sogno, stai tranquilla ci sono io qui con te». 

Di solito le sue parole avevano un effetto benefico su di me ma non quella sera «Ho bisogno di bere» dissi stordita e mi alzai dal letto per poi rivolgermi a lui «ti porto qualcosa?» 

«Vengo con te».

Accese le luci della sala e dal frigo tirai fuori una bottiglia di vino rosso e ne versò un po' in due calici «Mi dispiace averti svegliato» dissi bevendo, nervosa. 

«Non ti preoccupare, che cosa hai sognato?» mi chiese avvicinandosi e togliendomi un ciuffo riccio davanti al viso.

«Ho sognato la notte in cui mi hai salvata» il suo sguardò si rabbuiò ma cercò di tranquillizzarmi «è passato più di anno Luce, non ci pensare» mi disse cercando di sminuire la cosa. 

Così approfittai per aprire il discorso e sperare di ricevere qualche risposta alle mie domande. Enrico mi fissava negli occhi perché aveva capito che avevo altro da aggiungere e come se mi avesse letto nel pensiero non tardò a chiedere «Qualche pensiero ti tormenta?»

«Ah dire il vero c'è una cosa che volevo da tanto chiederti...» incominciai, mentre passeggiavo avanti e indietro finché non mi fermai davanti al lavello. Appoggiai all'interno il bicchiere vuoto «Come facevi a sapere che ero in pericolo e dove fossi?»

Nel cuore di entrambi: il filo rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora