Lasciarsi e riprendersi parte 1

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Capitolo 20

Leggete lo spazio autrice per favore :) Buona lettura!

"Non trascurare mai ciò che è già tuo, conquistalo ogni giorno."
(Anonimo)

L'odore delle primavera attraversava le strade preparandoci alle giornate più calde e gli studenti universitari si preparavano per la sessione di laurea di lì a pochi giorni. Enrico si ritrovò particolarmente impegnato dato il supporto che forniva agli studenti che lo avevano scelto come relatore. Mi mostrò alcuni lavori di tesi, scritti in modo scientifico e professionale, pieni di riferimenti a diversi fonti. 

Speravo anch'io un giorno, di poter fare un lavoro altrettanto egregio. In quel periodo mi sentivo abbastanza tranquilla. Oramai avevo trovato il giusto equilibrio tra casa e scuola e non avevo più dei ritmi frenetici come all'inizio dell'anno. 

Non parlammo più della sua vita precedente, né mai confessò quale fossero le sue intenzioni ad agganciarsi al mio telefono quella sera. Con maggio alle porte, iniziai a organizzarmi per l'evento di quel mese. Il 19, giorno fissato per le nozze era vicino e noi dovevamo ancora prendere i vestiti per il matrimonio. Così chiesi ad Enrico di dedicami almeno due ore per poter andare a cercare quei benedetti vestiti. Mi concesse un pomeriggio intero dopo le sedute di laurea.

Ci fermammo in diverse boutique ma nessuna di queste ci colpì finché non andammo in quella dove mia madre mi comprò il vestito del mio 18esimo compleanno «Buongiorno signora Agatha» sorrisi «Buongiorno mia cara è un piacere ritrovarti» 

«Mia madre tra poco si sposa e volevamo cercare degli abiti abbinati» 

«Possibilmente sul blu perché è il tema» aggiunse Enrico per precisione. Dopo averci osservato a lungo come si fa davanti a un quadro, si drizzò la schiena e ci fece segno di seguirla «Ho gli abiti che fanno per voi».

Uscimmo dal negozio con due splendidi capi. Enrico avrebbe indossato un abito color blu cobalto con i dettagli in oro, giacca lunga stile anni venti e un cappello alto. Nella tasca della giacca c'era anche un orologio tipico di quegli anni. Il mio abito era lungo e rosa tenue con delle decorazioni anch'esse blu cobalto. Scarpe rigorosamente col tacco che richiamavano lo stile del blu presente sul vestito. Insomma eravamo pronti per essere messi come statuette sulla torta nuziale. 

Soddisfatti ci accingemmo verso casa e una volta in macchina, Enrico mi sfiorò il ginocchio con le dita dopo aver cambiato la marcia. Quasi timido adagiò completamente la mano «sarebbe bellissimo...» si morse il labbro mentre i suoi occhi guardavano la strada ma in realtà si ritrovavano a fantasticare in un'altra dimensione «Cosa?» gli chiesi con un sorriso sulle labbra «per il nostro, cioè...» mi guardò poi rivolse nuovamente lo sguardo verso la strada davanti a noi «intendo dire... matrimonio» lessi negli occhi una leggera commozione «non vedo l'ora» risposi con voce sognante. 

Rimase sbalordito perché non pensava che avrei potuto acconsentire. Infatti credevo che si aspettasse di leggere preoccupazione sul mio volto a fronte della sua richiesta, per questo si era mostrato titubante. Tornati a casa, Enrico riprese subito a lavorare mentre decisi di chiamare mia madre «Pronto mamma» 

«Ciao tesoro! Come stai?»

«Tutto bene, siamo andati a prendere gli abiti, sono bellissimi!»

«Ne sono felice amore! Allora hai già detto ad Enrico di Firenze?»

«Si.... Mi ha capita anche se teme per noi due»

«Lo so tesoro ma ricorda questa cosa: l'amore affronta tutto e tutti, non si fermerà mai! Se è destino durerà».

Nel cuore di entrambi: il filo rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora