Capitolo 11 - La vendetta è un piatto che va servito freddo

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Avviso: Scene piccanti,  Buona lettura!🌶️🔞

I primi di luglio furono giorni davvero molto caldi. Uscivo solo di sera in cerca di gioiosità proveniente dal cuore della città. A volte preferivo stare da sola, anche solo per un'ora, godendo della mia presenza nel mondo. 

In quei momenti adoravo sedermi su un gradino di qualche casa o su una panchina a sorseggiare un frappè oppure leggevo e scrivevo pensieri, annotazioni e frasi. Altre volte cercavo ispirazione per scrivere nuove poesie. Tra quelle scritte con mio padre, da sola e con Enrico avrei potuto fare una raccolta e pubblicarle. Suvvia, pensavo ogni volta che mi sfiorava l'idea in testa, chi avrebbe mai letto le mie poesie? Più avanti con gli anni capii che ai sogni bisogna sempre credere. 

Il panorama circostante permetteva di fare lunghe riflessioni sulla vita e in quei momenti ci si accorge di quanto è bella perché l'importante è cogliere la prospettiva con cui la guardi. Non importa da dove vieni o che cosa fai, basta la volontà per realizzare i nostri sogni più grandi. A volte si fanno delle cose non per raggiungere grandi obiettivi ma solo semplici e piccoli traguardi, come ad esempio far felici noi stessi. In realtà, sembra un grande obiettivo perché essere felici è un sogno irrealizzato per la maggior parte degli uomini. Ciò che rimane nascosto, aldilà della superficie è il contenuto della felicità stessa: gli attimi. Ci sono persone che vanno a scuola di canto non per partecipare a un programma televisivo o diventare chissà quale cantante di successo ma lo fanno per loro stessi, per stare bene. Altri, decidono di praticare un nuovo sport senza avere l'aspirazione a diventare dei professionisti. Altri ancora si danno alla pittura; alla ceramica; alla fotografia mentre io invece, scrivo. Scrivere aiuta a liberare i pensieri, a svuotarsi, a scavare nel profondo, ad analizzare io proprio Io. Il foglio di carta non giudicherà mai le nostre emozioni né tantomeno ci aiuterà nei nostri problemi ma il suo pregio è che grazie a quel pezzo di carta possiamo sentirci noi stessi.

Così passai molte delle mie giornate di luglio, semplicemente a scrivere. Enrico era di nuovo partito una settimana per stare con la bambina, Lara, invece, era dai suoi nonni a Chorzów, in Polonia.

Una cosa che non vi avevo mai detto è che Lara era per metà polacca. Suo padre, Patryk conobbe la moglie durante una vacanza a Napoli e tra di loro scattò il famoso colpo di fulmine, tant'è che alla sera stessa fecero follie e il giorno dopo egli le chiese di sposarla. Questa scena che assomiglia a quella di un film, successe per davvero. Mi ricordo che mi commossi quando Susanna mi raccontò la loro storia.

L'amore ci induce a fare follie.

In quei giorni mi soffermavo spesso sul momento in cui saremmo usciti allo scoperto. A quanto sarebbe stato bello girare per le strade mano nella mano, quanto avrei voluto conoscere la sua bambina, poter vivere sotto lo stesso tetto senza sgattaiolare fuori di casa, vivere in libertà il nostro amore. Dall'altro verso, invece, avevo paura dei giudizi: quelli dei miei compagni; degli insegnanti e delle persone per strada. Di mia madre non avevo alcun timore perché avevo scoperto che il suo nuovo matrimonio sarebbe stato con un uomo più vecchio di lei di 30anni, pertanto, era l'ultima che avrebbe dovuto emettere un giudizio.

Il matrimonio tenutesi a maggio dell'anno dopo costituiva, per me, un problema ancora molto lontano da affrontare.

«Ciao tesoro» mi ritrovai Enrico sotto casa mia, in una mattina calda e abbastanza soffocante. Nonostante questo, la cosa che più di tutto mi faceva sorridere era che Enrico continuasse, imperterrito, a portare la giacca.

«Tutto bene in questi giorni? Come sta la piccola?»

«Sta bene, l'ho portata un po' di volte al parco giochi e abbiamo visto molti cartoni animati. Elena partirà con lei domani per 15 giorni giù in Sicilia, raggiungono la sua amichetta. Così... posso dedicare queste due settimane solo a te...» terminò la frase quasi sottovoce, seducente.

Nel cuore di entrambi: il filo rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora