Ritardo! Costante ritardo.
Neppure il primo giorno di scuola riuscii ad organizzarmi in tempo. Per fortuna Enrico mi accompagnò in macchina ed entrai un attimo prima del suono della campanella.
La felicità di rivedere i miei compagni e soprattutto di trascorrere un nuovo anno di scuola con Lara, sovrastava ogni mio timore del primo giorno.
Appena entrai in classe la trovai seduta al solito banco «Ciao Luce dei miei occhi» disse ridendo mentre si allungava per un abbraccio. La strinsi con tutte le mie energie stando attenta alla pancia «Allora, pronta per spaccare quest'anno?» le dissi incitandola «dobbiamo dare il massimo»
«Si sì, non mi impegnerò più del solito. Mica ho un insegnante privato, io» disse ammiccando e scoppiò una risata. La mia eccitazione era forte. Quell'estate mi aveva cambiata profondamente ed ero pronta per entrare nel mondo degli adulti. L'unica pecca era che non potevo più vedere Enrico a scuola. Mi sarebbero mancate le nostre scappatelle nei bagni, i nostri baci furtivi Ignorarsi per non destare sospetto. A volte mi mancava essere la sua "alunna", per certi versi, rendeva ancora più piccante il nostro rapporto. Le cose erano cambiate da quando ci eravamo rivelati e pertanto, quella piccola scintilla si era affievolita.
«Ciao Luce»
«Ciao Diego!» dissi sorpresa «che ci fai qui?»
«Sono venuto a ritirare il mio diploma e poi... sono venuto a salutarti»
«A rompere le scatole vuoi dire» Lara esclamò con ironia «Va bene ora vai che tu non sei più un liceale» disse spingendolo verso la porta mentre lui mi abbozzava un sorriso.
«Sei proprio stronza» le dissi ridendo ma in cuor mio mi dispiaceva che avesse interrotto quella conversazione, se così si poteva chiamare.
La nuova insegnate di italiano di chiamava Maria Teresina Immacolata Lustri, una docente sui 60 anni che aveva insegnato in molte scuole. Aveva un curriculum pazzesco corredato da master all'estero e convegni internazionali, insomma una donna da cui prendere esempio. Con noi si era fin da subito mostrata gentile ed era ottima a spiegare, ma non così come Enrico. Forse perché lui, ai miei occhi, era diverso da chiunque altro.
Mi impegnai molto fin dal primo giorno e la mia routine si era trasformata nel seguente modo: sveglia rigorosamente alle 7.30, scuola fino alle 15 poi tornavo a casa e fino alle 19 studiavo. Dopodiché sistemavo casa e mi preparavo per l'arrivo di Enrico. Oramai vivevo un po' a casa mia e un po' a casa sua, in genere nei weekend stavo da lui. Mi aveva concesso di utilizzare il suo studio mentre lui stava in sala. Adoravo vederlo intento a preparare il materiale per la lezione del giorno dopo.
Anche a casa, manteneva sempre un look elegante caratterizzato da una camicia bianca profumata con due bottoni della stessa slacciati e pantaloni di velluto rigorosamente con una cintura abbinata.
La cravatta lasciata sullo schienale della sedia affianco. Il tavolo di cristallo in sala ospitava sempre una miriade di fogli ufficiali dell'università, compiti degli studenti, prove passate, cartellette con altri documenti, penne, post-it... insomma un vero caos.
La cosa che più di tutte mi entusiasmava era vedere il dizionario dei sinonimi e contrari sul lato destro del tavolo, quello in mezzo a tutta quella confusione era curiosamente sempre ben riposto.
A volte vedevo Enrico davvero stanco, si strofinava gli occhi per stare sveglio. L'università è completamente diversa dalla scuola superiore ed Enrico doveva ingranare, ma ero così fiera di lui e lui di me.
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Nel cuore di entrambi: il filo rosso
RomanceIl viaggio è una meta importante ma per Luce, in quel momento è più importante la destinazione. A soli 17 anni abbandona la sua terra natale per aprire un nuovo capitolo della sua storia. La malattia del padre e la sua perdita l'hanno distrutta e co...