Capitolo 10 - Estate Napoletana

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Era la mia prima estate a Napoli. 

Dopo il grande successo della recita, di essere ritornata con Enrico e di essere stata promossa con la media dell'otto, finalmente potevo assaporare il sole fino a tardi e godermi i miei 17 anni.

Svegliarsi a mezzogiorno dopo una serata di festa e follie; passeggiare per vie di Napoli incontrando gente allegra; mangiare dolci fino ad avere il mal di pancia; andare al mare; passare del tempo con Enrico...avevo l'imbarazzo della scelta.

17 anni per me rappresentavano libertà, leggerezza e spensieratezza. 

Quello era stato per me l'anno della rinascita. Mi ero risollevata dalla morte di mio padre e nonostante mi mancasse tantissimo, avevo accettato il dolore e avevo imparato a conviverci, apprezzando ciò che la vita aveva in serbo per me. Fin dal primo incontro con Enrico, pensavo che qualcuno me lo avesse mandato dal cielo. Qualcuno aveva avuto la certezza che mi avrebbe fatto scoprire lati di me nascosti e inverosimili. Nonostante i nostri 18 anni di differenza, il tempo insieme sembrava non farlo percepire e la nostra condizione famigliare altrettanto. Non avevo alcun turbamento sul fatto che Enrico passasse molto tempo con Giulia. Sua figlia era la bambina più bella al mondo. Dal padre aveva preso gli occhi e la bocca, almeno così mi parve di capire dalle foto. Purtroppo non potevo ancora conoscerla ma avevo accettato e compreso che i genitori stessero fingendo di stare insieme per non traumatizzarla. Di comune accordo avevano deciso a poco a poco di farle capire qualcosa evitandole, così un effetto a sorpresa.

Non è facile per nessun figlio sapere che i propri genitori non si amano più o che per un motivo o per un altro arrivano a separarsi e a costruire altre famiglie. Specialmente per un'età così piccola non è semplice. Ciò che ci deve dare forza per superare la rottura dei nostri genitori è il bene che proviamo per loro. Dobbiamo accettare che insieme non stanno bene e volere con tutto il nostro cuore la loro felicità. Così, quando Enrico non c'era me ne stavo la maggior parte del tempo con Lara e con altri amici in giro per Napoli godendomi la mia giovinezza, perché 17 anni non ritornano più.

In una magica serata di giugno proposi a Lara di dedicarci una serata solo donne composta da cocktail al nostro pub preferito e poi in discoteca, ma prima, una bella pizza con la mozzarella di bufala. Non si può stare a Napoli senza gustare queste prelibatezze! A proposito, non avevo mai citato il fatto che io fossi metà calabrese e metà romagnola. Le mie origini mediterranee provengono da mio padre e da piccola mi raccontava un sacco di storie su mio nonno Salvatore e di come avesse fatto grandi sacrifici per portare a casa il pane. Mio nonno era molto più grande di mia nonna, non con una differenza di età grande come quella tra me e Enrico, in ogni caso importante. Da giovani erano partiti per la volta della Svizzera, in cerca di fortuna. Gli anni della guerra avevano portato miseria e povertà così la speranza di ricominciare li aveva spinti verso il nord. Il periodo di felicità durò poco finché con tutta la famiglia, dopo un tour dell'Italia del Nord, decise di fermarsi a Bologna. Qui nacquero mio padre e le mie zie. Devo molto a questa parte della famiglia perché è grazie a loro che sono quella che sono. 

Come dicevo, dopo una bella pizza ci preparammo per uscire. Indossai un vestito verde acqua molto morbido che mi scendeva dolcemente lungo i fianchi e scarpe gialle. Lo so, l'abbinamento potrebbe sembrare ridicolo ma posso assicurarvi che non era affatto male! Mi piastrai i capelli e poi con uno spray contenente dei micro brillantini spruzzai senza ritegno tutta la mia lunga chioma. Più tardi mi sarei pentita della scelta, i brillantini mi perseguitarono per una settimana intera! Mi truccai con un leggero filo di rossetto e mascara perché in estate non amavo troppo pasticciarmi il viso. 

Nel frattempo Lara si era già messa dei jeans strappati e una camicetta a maniche corte. Indossava regolarmente sul polso sinistro un bracciale con un ciondolo che rappresentava il sole e la luna del quale, qualche mese prima, mi raccontò della sua storia. Suo padre glielo aveva regalato al ritorno di uno dei tanti viaggi fatti nel suo paese di origine. Il sole rappresentava Lara e la luna, suo padre. Spesso mi diceva di come fossero tanto diversi, completamente agli antipodi, nonostante ciò, suo padre volle rappresentare la loro unione attraverso quel ciondolo e da quel giorno Lara, non lo tolse mai più.

Nel cuore di entrambi: il filo rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora