Capitolo 22 - 5 anni dopo

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"Il migliore riconoscimento per la fatica fatta non è ciò che se ne ricava, ma ciò che si diventa grazie ad essa." 

(John Ruskin)

"Non aver paura di lottare per ciò in cui credi, anche se questo significa lottare da solo." (Anonimo)

Dopo tanti sacrifici, notte insonne e tanto caffè ingurgitato come acqua santa, finalmente potevo dire essere laureanda! Ebbene sì, decisi di fare la magistrale anziché la triennale. Dopo il diploma di maturità sentivo che Firenze mi avrebbe dato grosse opportunità e infatti fu così. L'università l'avevo vissuta appieno in quegli anni, mi ero fatta tanti amici e passavo le giornate intere in quelle aule. Alla fine delle lezioni, verso sera uscivo dalle aule brulicanti di studenti e mi sentivo ogni volta, come se stessi abbandonando il tetto di casa. Era diventata per me una seconda famiglia. Avevo trovato nuovi amici e inoltre facevo come attività extracurricolari fotografia e storia dell'arte. Amavo nel weekend passeggiare per le strade storiche e gustarmi tanti gelati, specialmente d'estate. Mi mancava Napoli ma ora come ora non c'era più nulla che mi legasse a lì. Avevo passato due anni fantastici e mi portai dietro l'amicizia di Lara, con la quale ero rimasta sempre in contatto.

Ogni tanto mi veniva a trovare insieme alla bambina e qualche volta si aggiungevano Marco e Diego così come mia madre con il signor Carter. Il 22 luglio fu il giorno della mia laurea e mi sentivo eccitata oltre che spaventata. Avevo timore a parlare in pubblico ma il supporto della mia famiglia e dei miei amici, mi avrebbe dato la giusta carica per affrontare la commissione. Avevo invitato Lara e Marco e Diego, poi alcuni amici dell'università e ovviamente mia madre. Il signor Carter non poté venire per via di una brutta caduta che aveva subito qualche mese prima, per la quale era ancora impegnato nella riabilitazione.

In ogni caso, la felicità mi spruzzava da tutti i pori.

Quel giorno indossai il tailleur blu carta di zucchero che mi aveva regalato Enrico. Mi stava ancora benissimo nonostante fossero passati tutti quegli anni. Il mio corpo nel frattempo era cresciuto. Avevo messo su più seno, i miei fianchi si erano allargati, e avevo definitivamente assunto il fisico a clessidra. La mia eccessiva magrezza dovuta alla scomparsa di mio padre, piano piano si poteva quasi dire sconfitta. Quel giorno la mamma mi fece delle onde sulla lunghezza dei capelli e lasciò fuori giusto qualche ciocca ad incorniciarmi il viso.

«Luce sei pronta?» mi accolse Lara all'ingresso dell'università.

«Sei stupenda» si avvicinò Diego e mi abbracciò con un caldo sorriso. Mia madre invece aveva iniziato a piangere come al suo solito «Oddio tesoro sono così fiera di te» singhiozzò «mamma dai...» l'abbracciai «sono anch'io fiera di te». Ci presentarono uno ad uno e poi dopo i convenevoli ci chiamarono per poter presentare il nostro argomento. Avevo il cuore a mille ma vedere i miei sostenitori mi diede forza. Proiettai delle slides riassuntive affinché mi guidassero nel discorso rendendo più agevole la mia spiegazione. In primo luogo specificai perché per me fosse importante scrivere e di quanto una penna avesse un grande potere. Parlai di mio padre e di come quella tesi blu celeste l'avessi dedicata a lui. Sapevo che sarebbe stato fiero di me. Ricevetti tanti applausi e dopo circa mezz'ora dall'ultimo candidato iniziarono con il comunicare le valutazioni finali «Eccoci tornati, devo dire che in questa sessione abbiamo avuto il piacere di ascoltare delle tesi brillanti e per questo motivo ci sono state tanti lodi. Per cui farei un applauso a voi» disse il Rettore rivolgendosi a noi che nel frattempo eravamo collocati nella estremità laterali mentre i nostri parenti e amici erano seduti di fronte al corpo docente.

«Aggiungo che vi auguriamo un futuro ricco di successi perché ve lo meritate» partii un altro applauso e poi il Rettore iniziò a chiamarci uno ad uno finché non arrivò il mio turno «Luce Anastasia Cannistrà» mi avvicinai «dai poteri conferitimi la dichiaro Dottoressa in lettere e letteratura straniera con voto 110 e Lode su 110». Partì un forte applauso specialmente dai miei accompagnatori. Non mi aspettavo minimamente di ricevere il massimo dei voti e ne fui entusiasta. Ero senza parole e mi veniva da piangere dall'emozione. Avevo concluso al massimo quella esperienza. Tutti noi laureati ci stringemmo in un forte abbraccio e fu bellissimo condividere quell'euforia! In quella confusione mista a gioia una figura ben nascosta ma volta a godersi lo spettacolo si era raccolta all'ingresso dell'aula. Era alto e vestito elegante ma soprattutto aveva un sorriso malizioso che avrei riconosciuto tra milioni di volti. Lo guardai intensamente. Pensai inizialmente a un miraggio e invece non fu così.

Mi avvicinai, ma lui non si scompose fino a quando non fui totalmente davanti a lui, conservò quel ghigno che mi faceva impazzire. «Di certo non poteva andare diversamente» disse rivolgendomi un sorriso. Aveva le braccia conserte ed era appoggiato con la schiena contro il muro. Indossava uno smoking blu celeste e una camicia bianca risaltava il suo fisico perfetto «beh... ho appreso dal migliore» 

«è bello rivederti Luce» 

«Anche per me Enrico». Ero stordita. Mille emozioni e ricordi mi riaffioravano nella mente. Non lo sentivo da anni e dopo l'ultima sera che avevo trascorso a casa sua, non ci eravamo più cercati. Venni solamente a sapere della sua partenza ufficiale per Londra quella stessa estate e poi il buio, come se qualcuno avesse spento definitivamente la luce. 

«Come facevi a sapere che oggi io...» 

«Non importa, non potevo perdermelo» mi scrutò attentamente «vedo che indossi il vestito che ti ho regalato» si morse il labbro inferiore. 

Quel gesto mi fece ripensare a noi e a quel momento in cui mi regalò quell'abito «me lo avevi preso apposta per la laurea, no?» sorrisi. Ci guardammo come due persone che si erano amate nel profondo e che per amore, si erano allontanati «Non ti dimenticherò mai Luce» sospirò «ti auguro di avere tutto ciò che desideri» si avvicinò e mi baciò sulla guancia. Per un attimo ebbi un brivido che continuò anche quando lo vidi uscire dall'aula e allontanarsi nel corridoio. Una volta si girò e si fermò, mi fece un cenno con una mano per salutarmi e poi mi sorrise. Si girò nuovamente e scomparve. 

Mi sarei portata nel cuore per sempre quel momento perché fu indimenticabile. A volte le persone si perdono per svariate ragioni ma il nostro amore andava al di sopra di ogni altra cosa e come tale non poteva sopravvivere nella vita normale. Fu uno dei giorni più felici della mia vita e l'inizio di tanti altri momenti di gioia.

 Ero grata per questo. 

Quel giorno festeggiammo fino a tarda notte e alla sera mi coricai a letto ma presa dall'adrenalina non riuscii a chiudere occhio. Così presi tra le mani la foto di me e mio padre di quando ero piccola. In quella foto eravamo davanti a uno squalo gigante fatto di plastica e facevamo delle facce buffe. Mi ricordai di quel giorno al parco marino e di quanto ci fossimo divertiti «Papà, grazie per esserci sempre. Grazie per avermi insegnato ad amare» mormorai. Nel cuore sentii improvvisamente un senso di pace che mi fece addormentare e mi cullò per tutta la notte.

Punto Autrice: 

Buon sabato! Come state?

Cosa ne pensate di questo salto temporale?

-Sere 

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PSS: Il prossimo sarà l'ultimo capitolo per poi finire con l'epilogo...

Devo ammettere che mi dispiace di essere quasi alla fine.
Ho incominciato a scrivere la storia di Luce alla fine del 2020, in un periodo "difficile". Posso  dire che la scrittura mi ha aiutata a riflettere, in primis su me stessa. Alcuni temi che ho affrontato durante la stesura come la gratitudine e la determinazione mi hanno, in questi due anni, spronata a "provarci" nelle cose. Ritengo che se si fallisce nella vita, è meglio vivere consapevoli di averci provato piuttosto che vivere con il rimpianto, o no?
In ogni caso sono grata a questa storia. Sono arrivata a quasi a 500 letture e nonostante non siano tante, sono in ogni caso molto contenta del risultato, per cui grazie a chi ha continuato a leggere la storia! 🙏

Un bacio e a presto!

Nel cuore di entrambi: il filo rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora