Capitolo 7-Attriti

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Avviso: Scene spicy, Buona lettura!🌶️🔞

Ora di teatro.

Il giorno della recita, oramai alle porte mi rammentava che mancasse poco tempo per preparami al debutto. Quella sera vennero invitati tutti gli insegnanti e collaboratori nonché il preside della scuola, poi genitori e amici degli studenti. L'obiettivo era quello di avere un pubblico vasto, affinché ci fossero molti biglietti acquistati la cui somma sarebbe servita per riparare il tetto della scuola.

Da circa tre settimane, Enrico se ne era andato ad Amalfi e in quei giorni mi sentivo sola, a tal punto che non avevo energia per ripassare le mie parti, era come se avessi perso l'ispirazione, la musa per i poeti, insomma... non avevo spunti. L'ansia mi pervase e il pentimento per aver preso parte a quella recita si fece sempre più intenso. Le sue lezioni vennero occupate da una supplente molto preparata ma non riusciva a trasmettermi nessuna emozione. Si vedeva che fare la professoressa non fosse la sua vocazione, mancava il sentimento.

Una mattina avremmo dovuto preparare la parte in cui Sandy, vestita con una tuta attillata nera di pelle, si mostra a Danny nella canzone You're The One That I Want, duettata da Olivia Newton-John e John Travolta. Indossai solo i tacchi dato che si trattava solo di una prova ed evitai, presa dal troppo imbarazzo di mettermi anche quella tuta attillata, invece Marco si vestì esattamente da Danny. Le luci si accesero e il professore di educazione teatrale, ci diede le ultime dritte «Allora mi raccomando Danny, continua ad assumere un'aria da spavaldo e quando all'improvviso vedrai Luce cioè Sandy dovrai restare a bocca aperta e da lì partirà la musica... mi raccomando state a tempo» «Va bene professore» rispose Marco per entrambi. Per fortuna il playback mi avrebbe impedito di far emergere la mia voce stonata e questo alleggerì la tensione.

L'assistente del professore (tanto ammirata da Enrico) ci aveva opportunamente microfonati. Sul palco si era già posizionato Marco insieme ad altri tre e mentre stavo facendo un grosso respiro per concentrami, il regista diede il via e la scena iniziò. Mi sentivo parecchio nervosa e impacciata ma quando salii sul palco, l'ansia passò e per tutta la durata della canzone non ricordai affatto di essere semplicemente Luce. Il ritmo della musica scaldò il sangue e con scioltezza dominai il palco come una grande attrice farebbe.

Terminata la scena, gli applausi ci avvolsero come un caloroso abbraccio e quelli più forti provennero dal professore Marzucca il quale a tratti, sembrava commosso. «Bravi, bravi» gridò qualcuno dei miei compagni ma con la luce penetrante dei fari non riuscivo a scorgere bene i visi. Ero felice di essere riuscita a fare quella scena anche senza l'appoggio di Enrico. Marco dalla frenesia mi abbracciò e insieme ci inchinammo per ringraziare il pubblico.

Quando alzai di nuovo il capo, una cosa mi colpì. Un uomo nella penombra non si era alzato in piedi per applaudirci e non lo faceva nemmeno da seduto. Continuai a fissarlo per capire chi fosse, ma le luci mi impedivano di scrutarlo, finché non appena queste si spensero, lo vidi chiaramente. Enrico sedeva con la compostezza che lo contraddistingueva. Il mio cuore scoppiava di gioia e avrei voluto dargli uno dei nostri baci intensi ma cercai di frenare il mio impulso dato che, dopotutto, eravamo a scuola. Il suo atteggiamento sfuggente quasi annoiato lo rendeva ancora più intrigante. Neppure il professore di educazione teatrale si accorse della sua presenza, sembrava quasi che l'unica legittimata a vederlo dovessi essere solamente io. «Vi ringrazio ragazzi, lunedì proveremo la scena finale, bene così!». Tutti si dileguarono a cambiarsi, così approfittai per avvicinarmi allo spettatore nell'ombra. Scesi i tre gradini del palco avvicinandomi ad Enrico che, per tutto il tempo, era rimasto immobile.

«Uhm... Professore»

«Ciao Luce»

«Sono contenta di vederla, le è piaciuta la scena?»

Nel cuore di entrambi: il filo rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora