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Avevo scritto ad Ivan il direttore artistico e lo avevo informato del mio malessere, mi diede qualche giorno di riposo.
Quella mattina ero andata a fare le analisi, nel pomeriggio avrebbero inviato gli esiti al mio medico e poi mi avrebbe chiamato.
Nel complesso stavo meglio rispetto al giorno prima, ma non mi sentivo per niente in forma.
Lucy e Casey mi avevano detto che per ogni cosa loro ci sarebbero state, sapevo di poter contare su di loro.
Inoltre mi confrontati con loro sul comportamento di lewis, per Casey dovevi metterci una pietra sopra, mentre per Lucy, l'eterna romantica, dovevo dargli una seconda possibilità, dopotutto era venuto a Londra per me, e a suo avviso il tradimento non c'era stato.
Era un maschio e ragionava con la parte del corpo sbagliata, e soprattutto non pensava come una ragazza, di quello aveva ragione.
Nel primo pomeriggio il medico mi chiamò per andare in studio da lui, erano arrivati gli esiti e voleva comunicarmeli.
Mi vestì e corsi subito da lui, quello che mi disse mi lasciò senza parole.
Appena arrivai a casa chiamai Lucy e Casey, avevo bisogno di loro più di ogni altra cosa al mondo.
Amy: Casey il vino non mi servirà
C: come sei... Qua c'è da bere visto il tono di voce che avevi al telefono.
Lu: le avevo detto di non portarla.
Scoppiai a ridere e le feci entrare, a Lucy portai una tazza di tè a Casey un calice per il vino.
Non sapevo da dove iniziare ero in preda al panico e lo si poteva notare benissimo.
Decisi di essere diretta, senza troppi giri di parole.
Amy: sono incinta...
Casey fece cadere il calice di vino, mentre Lucy si strozzó col tè che stava bevendo.
C: è uno scherzo?
Amy: no, sono circa di un mese...
Lu: devi dirlo a lewis
C: tu sei pazza... Non dirgli niente, devi risolvere il problema.
Lu: Casey non può non dire nulla a lewis... E poi uccidere un bambino?
C: cosa dovrebbe fare? Crescerlo da sola?
Lu: non lo crescerà da sola, lui la ama.
Non ne potevo più di quel battibecco.
Amy: vi ho chiamato per aiutarmi non per crearmi più casini.
Si scusarono e mi abbracciarono, dopo tutto volevano il mio bene.
Dissi loro che mi sarei presa del tempo per capire cosa volevo fare, i discorsi di entrambi li appoggiavo.
Non potevo crescere da sola un bambino e non potevo nenache stare zitta con lewis.
Ma se avesse saputo del bambino avrebbe fatto di tutto per tornare con me, ma le basi quali sarebbero state? Tornare insieme per il piccolo? No non sarebbe stato un rapporto sano.
Salutai le miei amiche e mi preparai qualcosina da mangiare, mentre stavo mangiando feci qualcosa di strano, coccolai la pancia e gli dissi di non preoccuparsi che sarebbe andato tutto bene.
In quel momento da sola in casa ripensai a tutti i momenti belli passati con lewis, a come mi aveva fatto sentire, ai sentimenti che avevo provato per lui, che mai prima di allora avevo provato.
Si ne ero ancora innamorata e forse lo avrei amato per il resto della mia vita, ma non riuscivo più a fidarmi di lui e questo contava più di tutto.
Chiamai mio zio, per me era stato come un padre, l'unica figura maschile di riferimento mai avuta.
Gli chiesi di venire a Londra avevo bisogno di lui più di ogni altra cosa al mondo.
Mi disse che avrebbe preso il primo aereo per Londra e sarebbe venuto da me, dovevo stare tranquilla.

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