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Agosto era arrivato, mancava poco e la piccola sarebbe nata, lewis aveva una pausa dal campionato di F1 ed era tornato a Londra da me.
Amy: lewis devi stare calmo, andrà tutto bene.
L: si ma...
Amy: calmati.
L: si, tu stai bene?
Amy: si...
Lo accarezzai e poi gli sorrisi.
Andai in camera per preparare le ultime cose da mettere nella valigia per il parto, la tensione iniziavo ad avvertirla anche io, ma non come lewis.
Avevamo deciso di chiamarla Elisabeth, era un nome che piaceva ad entrambi.
Quando tornai in salotto lewis mi sorrise.
L: quando hai il termine?
Amy: lunedì... Sempre che non voglia nascere prima.
L: come prima?
Amy: si potrebbe succedere.
Lewis posò la sua mano sulla mia pancia e poi le sussurrò.
L: ma noi piccolina rispetteremo il termine vero?
La piccola mi tirò un calcio.
Amy: non credo sia molto d'accordo.
L: già una piccola peste e non è ancora nata.
Amy: avrà preso da me.
L: sicuro.
Gli sorrisi e lui ricambió.
L: andiamo a fare un giro?
Amy: proviamo.
Mi si le scarpe e lo seguì, ultimamente a Londra faceva caldo e lo sentivo ancora di più per via della gravidanza.
Dopo un po' che eravamo in giro gli chiesi di tornare a casa, non ne potevo più di camminare.
Tornati a casa mi feci un bagno rilassante, ma uscire dalla vasca era diventata un impresa.
L'unico modo per uscire da lì era chiamare lewis.
Amy: lewiiiis
Poco dopo venne in bagno da me.
L: dimmi.
Non c'era imbarazzo, be dopo tutto avevamo fatto l'amore e la piccola che stava per nascere ne era la dimostrazione.
Amy: mi aiuti ad uscire da qui?
Si mise a ridere e poi mi venne a dare una mano.
L: mio piccolo ippopotamo.
Amy: sei un cretino. È tua figlia che mi ha ridotto così.
L: ah si!? Non è colpa tua che ti mangeresti anche le pareti di casa?
Amy: zitto.
Mi aiutò ad uscire, poi mi avvolse in un'asciugamano e mi accompagnò fino in Camera, una volta in camera indossai il pigiama e tornai in cucina, stava cucinando qualcosa e l'odoribo era davvero invitante.
Amy: cosa stai preparando?
L: del pesce, se ancora so come si fa
Amy: oh grazie, apprezzo il tuo sforzo.
L: oh grazie piccola.
Mi sedetti sulla sedia e iniziarono dei dolori all'addome.
L: amy tutto bene?
Amy: no per niente, ti prego portami in ospedale.
L: ok. Per fortuna che le avevo chiesto di aspettare lunedì.
Amy: sbrighiamoci.
Prese le miei cose e poi andammo in macchina, durante il tragitto le fitte si facevano sempre più forti.
Arrivati in ospedale mi portarono subito in sala parto e lewis era con me.
L: andrà tutto bene piccola mia.
Amy: lo dici a me o a lei?
L: a te.
Mi diede un bacio sulla fronte e mi strinse forte la mano.
Dopo poco più  di mezz'ora la piccola venne al mondo, era bellissima, e nelle braccia di lewis era ancora più bella, scoppiai a piangere, era lacrime di gioia.
L: è stupenda.
Amy: si lo è.
Lewis me la diede e poi mi abbracciò.
Poi chiese all'infermiera una foto di noi 3, di quella nuova famiglia che era nata in quel momento.

@lewishamilton

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Benvenuta al mondo piccola Elisabeth Hamilton... @amycullen sei stata bravissima ❤️
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Dopo la foto che lewis pubblicò mi arrivarono una marea di chiamate per farmi i complimenti.
Mamma mi disse che i nonni e lo zio stavano venendo dall'Australia per conoscere la piccola.
Inoltre mi disse che anche mio padre voleva venirmi a trovare, ma lo fece ragionare, non poteva piombare così nella mia vita dopo 26 anni.
La ringraziai, sinceramente avrei voluto conoscere mio padre in un modo diverso.
Guardavo la piccola e poi guardai lewis, in quel momento mi assalì un senso di malinconia, la piccola era nata ora lui sarebbe tornato alla sua vita a montecarlo e io lo avrei perso un'altra volta e sinceramente non ero pronta a questo.

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