"E' meglio che vada a casa" disse Jane guardando l'amica seduta sul pavimento con occhi tristi. Dopo aver riso fino a farsi venire mal di pancia erano rimaste sedute per terra ad ascoltare la grandine picchiettare contro le pareti e le ante delle finestre.
"Stai scherzando vero?" le rispose Betty "Fuori c'è l'armageddon e tu vuoi andare a casa?"
Jane la guardò pensierosa "Saranno quasi le tre di notte. Se non parto adesso arrivo che è mattina"
"Ma cosa devi fare di sta notte che non puoi fare domani?"
"Niente perchè?" chiese Jane non capendo dove volesse andare a parare l'amica
"Perchè allora non pensare che ti permetterò di uscire alle tre di notte sotto la grandine nel quartiere più malfamato della città!" Disse Elizabeth con aria dura "Vieni forza, ti prendo un asciugamano" proseguì con tono da chioccia alzandosi.
Jane in fondo fu sollevata. Quella sera aveva deciso di andare fino lì coi mezzi pubblici per poter bere qualche bicchiere ma adesso non se la sentiva proprio di uscire al freddo sotto il temporale e fare tutta quella strada in taxi.
Si alzò anche lei e seguì l'amica. Ora l'alcool iniziava di nuovo a farsi sentire nelle gambe. Non riusciva a camminare diritta e barcollava vistosamente.
Betty prese un'altra candela dal mobile nel corridoio e la accese con l'accendino che aveva trovato tastando al buio nel cassetto.
Andarono nella sua camera da letto dove Elizabeth posò la candela su una cassettiera in legno molto sobria. Anche quella stanza riprendeva l'accozzaglia di stili del resto della casa: L'armadio era semplice come il resto della mobilia ma accanto ad esso un lungo specchio era retto su una struttura di tubicini metallici intarsiati tra loro. Il letto enorme era circondato da una struttura in ferro battuto antico ma era coperto con un piumone raffigurante il volto coi colori sgargianti della Marilyn Monroe di Andy Warol. Era un appartamento davvero strano.
Betty andò verso il bagno lasciando la porta spalancata in modo da far arrivare la luce e prese due asciugamani e due accappatoi da un mobiletto accanto al lavello.
Tornò in camera sorridendo ed appoggiò tutto sul letto.
"Prendi qui, così ti asciughi"
Jane la fissava in silenzio muoversi agile per la stanza semibuia. Betty sbruffò cercando di togliersi gli spilloni dai capelli
"Cazzo, si sono incastrati per bene! Poi sto vestito mi da un fastidio! Mi si appiccica tutto addosso e non mi ha parato nemmeno un po' dall'acqua. Ho perfino le mutande bagnate!"
Jane fissava il corpo snello dell'amica alla luce della candela. I suoi splendidi piedi bianchi nudi tra i laccetti neri dei sandali, i polpacci morbidissimi, i fianchi snelli e i capezzoli induriti dal freddo che puntavano sotto il vestito che rimaneva appiccicato al suo corpo a causa della pioggia. Che spettacolo!
Finalmente Elizabeth districò la matassa che aveva in testa ed iniziò a spazzolarsi i capelli per sciogliere i nodi.
"Beh, che fai?" disse guardando Jane attraverso lo specchio "Non ti asciughi?"
Jane prese l'asciugamano e le lo passò sulla capigliatura umida.
Elizabeth posò la spazzola sulla cassettiera, si sciolse i legacci dei sandali e scese da quei trampoli altissimi.
"Era ora, iniziavo a non sentire più i piedi" Fece con aria assente
"Immagino" le rispose Jane sorridendo "Quei tacchi sono davvero alti"
Betty sciolse il nodo del vestito e lo lasciò cadere a terra restando coperta solo da un paio di culottes di pizzo nere. Jane rimase attonita. Lei non si sarebbe mai osata a fare una cosa del genere. La fissava in silenzio asciugarsi quei seni perfetti così rotondi e chiari, e poi passare con l'asciugamano sul ventre e sul sedere e sulle gambe.

STAI LEGGENDO
Il circolo di Nene
AdventureRomanzo erotico che narra le vicende di cinque ragazze alla ricerca della piena consapevolezza del proprio potenziale erotico in una piccola cittadina degli Stati Uniti. Un misterioso libro rosso farà da filo conduttore per questo viaggio all'ombra...