Il circolo di Nene - Cap. XVIII

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Nathan ansimava annaspando per il pendio scosceso. Tutte le volte che doveva fare qualche sforzo fisico si riprometteva di cominciare al più presto a praticare sport seriamente perché non poteva ritrovarsi col fiatone dopo pochi passi di corsa ma, puntualmente, rimandava a data da stabilirsi. Ed ora che avrebbe davvero avuto bisogno di poter correre come un fulmine aveva i crampi, l'acido lattico nelle gambe, la milza che gli faceva male e il sapore di sangue in bocca.

Passò accanto ad una vecchia ford beige parcheggiata in uno spiazzetto a poca distanza dalla curva dalla quale si raggiungeva Oak Hill. Non era la macchina di Elizabeth. Cercò di ricordare il modello che poco prima aveva visto allontanarsi da casa di Catherine ma non ci riuscì. Si ricordò comunque di aver notato che era di colore verde scuro.

Arrivato alla curva vide la fenditura tra gli arbusti che conosceva bene e vi si intrufolò. Le fronde erano state calpestate di recente a riprova delle sue teorie. Cercò di correre più che poteva nel sottobosco dove la luce della luna non arrivava fino a raggiungere il confine della radura. Un fuoco ardeva proprio accanto alla grande quercia al centro. Che diavolo stava succedendo?

Si lasciò cadere a terra col fiatone per poter osservare di nascosto.

Alcune ombre indistinte si muovevano poco distanti dal falò. Che fosse già troppo tardi?

Nathan cercò di respirare profondamente per fare meno rumore possibile e potersi avvicinare inosservato.

Con passo felino iniziò a muoversi in direzione della luce cercando di rimanere il più adeso possibile al terreno. La luna splendeva piena su quel paesaggio fiabesco. Ogni filo d'erba tra i quali Nate si nascondeva riluceva d'argento, mosso dalla leggera brezza, formando come un mare incantato tutto attorno. La grande quercia si stagliava nera contro il cielo turchino coi lampi delle fiamme che ne illuminavano i tetri rami inferiori rendendone l'aspetto ancor più spettrale.

Quando fu abbastanza vicino da udire distintamente le voci delle ombre si fermò e lentamente rialzò la testa oltre il prato.

La visione di ciò che accadeva lo pietrificò.

Quattro persone coperte da mantelli neri col cappuccio e maschere bianche stavano circondando una donna completamente nuda.

Per un istante temette che quella ragazza fosse la sua amica ma quei capelli mossi e quelle forme piene lo smentirono.

La ragazza era girata di spalle con le braccia lungo i fianchi mentre la figura in piedi di fronte a lei teneva le mani al cielo e pronunciava parole indistinte come una sorta di preghiera.

"Magari Catherine non è lì." pensò

Ma allora dov'era?

In effetti non aveva visto l'auto e, per quanto ne sapeva poteva benissimo aver desistito vedendo che Oak Hill era già occupato da quei matti.

La figura di fronte alla ragazza abbassò le mani, si inginocchiò a terra e portò il volto come a baciarle i piedi con la maschera.

Nate era sempre più allibito dallo spettacolo.

Rialzandosi si avvicinò alle ginocchia e fece uguale. Poi salì ancora all'altezza del pube e sul petto. Infine tornò in piedi ed avvicinò le labbra della maschera al volto della ragazza nuda come a baciarla.

Per paura di essere visto, Nate si acquattò nuovamente. Che stesse assistendo ad un rito satanico?

Il terrore si impossessò di lui. Se l'avessero visto lì l'avrebbero ucciso brutalmente lasciando poi il cadavere nei boschi a farlo sbranare dai coyote. Doveva essere molto cauto.

Si rialzò leggermente e vide che l'essere stava ora osservando la ragazza nuda in ginocchio di fronte alla figura accanto a lui. Purtroppo non riusciva ancora a vederne il volto ma poteva scorgerne la posizione delle braccia piegate come se avesse le mani giunte in segno di preghiera.

Il circolo di NeneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora