Il circolo di Nene

Il circolo di Nene - Cap. II

Era un caldo pomeriggio di maggio quando Nathan tornò a casa dal suo viaggio in Europa. Era partito circa un mese prima con il gruppo scolastico ed aveva visto Londra, Madrid, Roma, Venezia, Berlino e, per finire in bellezza aveva passato cinque giorni a Parigi.

Era li che aveva conosciuto Nicole, in gita scolastica da Lione alla capitale, ed aveva imparato ad apprezzare le particolarità francesi come le crepe, le baguette, e le ragazze con il pube depilato. Infatti nonostante prima di partire fosse convinto che quelle fossero soltanto dicerie o leggende metropolitane, Nicole aveva proprio quella acconciatura nascosta tra le sue bellissime gambe. Ed ora che erano distanti migliaia di chilometri quella vista idilliaca gli mancava parecchio.

Ora, ad un paio di giorni dal suo ritorno, Nate aveva deciso di godersi gli ultimi momenti prima dell'inizio della scuola con i suoi amici e quello era il pomeriggio dedicato alla sua più grande amica di un tempo: Catherine.

Nate e Caty erano stati compagni di asilo, poi di scuola e vicini di casa per anni, finchè lei non si era trasferita con la famiglia in una casetta a qualche miglio di distanza; il liceo a cui andava lei era lontano dal suo ed a causa di questo e dei loro molteplici impegni (lui era venuto a sapere che lei aveva deciso di inserire nei suoi studi corsi supplementari che la occupavano tutti i pomeriggi fino a tarda sera) non si erano più visti da almeno cinque anni, ma Nate aveva deciso di chiamarla per trovarsi e trascorrere un pomeriggio a chiacchierare dei vecchi tempi adesso che entrambi erano in vacanza.

Arrivato davanti alla casetta bianca in un bel quartiere residenziale Nate era un po' nervoso. Prese dalla tasca il foglietto su cui aveva scritto l'indirizzo di lei e controllò il numero civico. Era arrivato.

Avvicinandosi alla porta pensò a cosa lo aspettava. Si ricordava di Caty come di una ragazzina carina ma non eccezionale, con i modi di fare di un maschiaccio (sui quali lui aveva sicuramente influito). L'aveva vista l'ultima volta il giorno del suo trasloco. Se la ricordava in macchina con i codini castani che guardava triste dal finestrino i luoghi che fino al giorno prima erano stati il suo parco giochi. Lui non era uscito a salutarla, si limitava a guardare dalla finestra della sua camera, era arrabbiato con lei perché era convinto che quel distacco fosse anche opera sua; come se lei avesse potuto decidere.

Bussò alla porta ed attese. Una ragazzina arrivò correndo, gli aprì la porta e lo guardò fisso senza aprire bocca. Non era cambiata affatto da come se la ricordava, anzi, sembrava perfino più piccola.

"Catherine?" Chiese Nate

"No, sono Suzanne, Cate è in camera sua. Te la chiamo." Che stupido che era stato!

"CATE, è arrivato Nathan!" Suzanne invece l'aveva riconosciuto

"Arrivo" rispose una voce da lontano "Fallo entrare"

"Vieni dentro" Disse la bambina a Nathan

Lui se la ricordava Suzanne. La piccola, piagnucolona, impicciona e rompiscatole Suzanne. Quando loro se n'erano andati lei aveva circa sei anni e stava sempre a cercare di seguire la sorella in tutto ciò che faceva. Dal canto suo Catherine non la trattava benissimo: un giorno per toglierla di mezzo le aveva detto che nell'armadio c'era una collezione di bambole e, non appena la piccola fu entrata, Caty l'aveva chiusa dentro a chiave ed era uscita. Naturalmente quello le era costato le uscite per i successivi due mesi, ma Catherine era fatta così. Anche se in fondo le voleva bene.

Nate si sedette sul divano ad aspettare Mentre Suzanne andò al tavolo della cucina pieno di libri.

Era teso come non lo era stato da molto tempo e non sapeva nemmeno perché.

Il suono dei passi di Caty arrivò dalle scale e tutto cambiò.

"Ciao Nathan! Come stai?"

La ragazza era cresciuta, era diventata una bellissima donna. L'ombra di mascolinità che la contraddistingueva da piccola era sparita completamente.