Il circolo di Nene - Cap. XII

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La pioggia picchiettava sul parabrezza dell'auto ferma al semaforo. Svogliatamente i tergicristalli si alzarono e ripulirono il vetro dalle piccole gocce che si interponevano alla visuale della strada.

"Che tempo di merda" pensò Elizabeth seduta al volante guardando il panorama grigio. Sospirò portandosi la mano alla testa. Era alcuni giorni che si sentiva leggermente turbata. Non stava male, era una sorta di inquietudine psicologica. In più quel tempo imprevedibile la metteva di cattivo umore. Se ne sarebbe stata volentieri a casa.

La luce rossa del semaforo si spense e quella verde prese il suo posto. Lei premette leggermente l'acceleratore e si rimise in marcia. Accese la radio per tirarsi un po' su di morale e le note di un vecchio pezzo dei Police riempirono l'atmosfera. Sospirò di nuovo. Cosa aveva? Doveva cercare di analizzare la situazione in maniera oggettiva. Non poteva essere giù per il lavoro: di certo non era la sua massima aspirazione fare l'operaia in una ditta di succhi di frutta, ma per ora poteva andare. Non era per la salute: non aveva problemi, era da quasi un anno che non aveva più nemmeno quel fastidioso mal di testa pre-ciclo che tanto l'aveva fatta soffrire da più giovane. Non era per gli amici: non ne aveva moltissimi ma erano tutta gente fidata, grandi ascoltatori e soprattutto persone buone. Cercò di concentrarsi di più. Forse erano i sensi di colpa nei confronti di Jane che la rendevano così svogliata. Lei non si meritava quel trattamento. Sapeva che in fondo era molto probabile che un giorno l'avrebbe ringraziata per quello che aveva fatto e che stava facendo ma per ora nessuna sega mentale poteva convincerla che non stesse, in fondo, tramando alle sue spalle.

"Povera Jane" disse sovrappensiero a voce alta. Lei che era così buona ed in fondo così innocente. Ripensò alla sera prima. A come l'aveva attirata a se senza pudore e senza ritegno.

Sorrise.

Era andata in camera senza voltarsi lasciandola sul divano un po' ubriaca e certamente sconvolta per quello che era successo. Si era subito messa nel letto, sotto la coperta con il volto di Marylin, appoggiando la candela sul comodino. Si era coperta fin sotto gli occhi ed era stata ferma immobile ad ascoltare le reazioni dell'amica nell'altra stanza. Per qualche minuto non era arrivato altro che lo scrosciare intenso della pioggia fuori dalla finestra poi all'improvviso l'aveva vista comparire dalla porta. Era nuda. Completamente nuda ed esposta al suo sguardo. Stava ferma lì senza parlare. Lei era troppo eccitata dall'idea di vedere cosa avrebbe fatto Jane per interrompere il suo silenzio spronandola a fare qualcosa, perciò era rimasta lì rannicchiata sorridendo sorniona con il volto mezzo nascosto. Jane dopo un secondo si era avvicinata al lato vuoto del letto , era salita sopra le coperte e le si era avvicinata carponi. Aveva due tette magnifiche che le pendevano, gonfie e piene, coronate da due splendidi capezzoli rosa intenso. Jane si era accorta che la stava guardando maliziosamente e si era seduta sopra le coperte guardandola con aria confusa.

"Non so cosa stia succedendo ma penso che potrebbe essere divertente" le aveva detto un po' titubante. Lei si era morsa il labbro inferiore per il desiderio che la vista dell'amica nuda le metteva.

"E' questione di cosa vuoi fare" Aveva risposto lentamente "possiamo dormire fino a domani mattina tardi e poi farci una sana colazione, possiamo fare quattro chiacchiere ancora prima di addormentarci, o...."

Jane l'aveva interrotta

"Non ho combattuto col mio pudore per questo, quindi credo che sceglierò l'"O""

Lei si era alzata e l'aveva baciata direttamente sulle labbra cogliendola un po' impreparata.

"Vada per l'"O" allora" le aveva detto rimanendo appoggiata sui gomiti.

Jane aveva iniziato ad abbassarle le coperte dal corpo scoprendola lentamente, dal collo fino ai seni. Si era fermata appena prima di liberare i capezzoli.

Il circolo di NeneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora