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Nella stanza di Kevin regnava indiscusso il buio, mentre le prime luci dell'alba illuminavano con delicatezza il cielo notturno ancora scuro. Il bel brunetto si stropicciò gli occhi, sbadigliando.

Oggi... hm... si parte...

Senza nemmeno guardare l'ora sulla sveglia luminosa si alzò, subito investito dal freddo e colto da un potente starnuto. Mentre si vestiva e faceva colazione, immerso nel silenzio surreale di quella casa troppo grande e troppo vuota, i suoi pensieri erano tutti per Josh.

Decise di mandargli un messaggio, nonostante fosse assai presto e non aspettandosi una risposta, perché di sicuro il suo amato rossino stava ancora dormendo, magari con quella sua espressione beata e bellissima, o forse crucciato, la bocca rosea piegata in una smorfia e perfino i riccioli a dargli un'aria imbronciata.

'Buongiorno, Josh. Sai... no, è che-' ah, che schifo di messaggio!

'Buongiorno, Josh. Volevo farti un saluto prima di partire... mi manchi già. Kevin' sì, così andava bene, d'altronde erano 'solo' quattro giorni ed aggiungere qualcosa come 'ti amo' o 'ti penserò sempre' l'avrebbe fatto sembrare soffocante. E forse un tantino anche troppo innamorato.

Si poteva essere troppo innamorati?

~~~

Josh sbadigliò. Il cellulare, sul comodino, vibrò in maniera insistente. Era il terzo giorno dalla partenza di Kevin, ancora uno e poi sarebbe tornato. Gli scriveva ogni attimo libero che aveva, ogni momento in cui poteva, e il rosso gli rispondeva con tutto l'entusiasmo possibile, ma più spesso se ne dimenticava e gli mandava un messaggio veloce di scuse, anche se il ragazzo dagli occhi azzurri non se la prendeva mai.

In quei giorni Robert l'aveva accuratamente evitato e, se lo vedeva arrivare e non aveva vie di fuga, stringeva appassionatamente a sé Andrea, baciandolo come se non l'avesse assolutamente notato, ed era frustrante, oltre alla sensazione di vuoto che gli pervadeva lo stomaco come un pugno al basso ventre.

Oggi, domani o mai più. Non può sfuggirmi per sempre.

Allungò una mano alla cieca e tastò fino a sentire lo schermo piatto e liscio del telefono, rigirandolo con i polpastrelli in qualche modo per afferrarlo. Ma quello, infido, sembrò avere altri piani e cadde sul pavimento con un suono devastante, tanto che gli parve uno sparo.

Spalancò di scatto gli occhi verdi e si sporse oltre il letto, guardando il cellulare in frantumi. Quel bastardo, non s'era mai fatto un graffio cadendo pure dalle scale e ora...

- MERDA! - esclamò, ma ormai il danno era fatto e nessuno a parte un mago avrebbe potuto ripararlo.

Si prese la testa fra le mani. Addio cellulare...

~~~

Era iniziato tutto poco prima, quel dannato, dannatissimo attimo prima, ed era in trappola, oh sì. Robert serrò i pugni e s'irrigidì da capo a piedi, imprecando a bassa voce.

Quanto avrebbe voluto avere Andrea al suo fianco, in quel momento!

Josh camminò verso di lui, tranquillo, anche se dentro di sé aveva in corso una violenta tempesta di sentimenti contrastanti, ciò che era stato, che non era più, o che forse era ancora, e ruggiva, ruggiva come una bestia ferita a morte ciò che non voleva sentire, non voleva ascoltare.

Quarto giorno. Oggi torna Kevin.

Avrebbe capito, una volta concluso ogni cosa, Kevin capiva sempre.

- Robert - disse semplicemente, e i suoi occhi verdi guizzarono, intimandogli di smettere di scappare.

Ora o mai più.

Il castano si mise sulla difensiva.

- Che cosa vuoi, Josh? - lo aggredì, perché spesso la miglior difesa è l'attacco (e viceversa).

- Voglio parlarti - continuò con quel tono calmo, pacato, che non gli s'addiceva affatto, e Rob si perse a contemplare le sue labbra rosee che tanto aveva amato.

- Parla - replicò allora, secco, dritto al punto. Josh abbassò lo sguardo.

- Mi dispiace - sussurrò, incurvando le spalle, e Robert lo fissò come se lo vedesse per la prima volta.

- Cosa?

- Mi dispiace, Robert. Mi dispiace di averti lasciato, di non esser stato sincero con te, di aver detto cose che ti hanno ferito, di averti fatto soffrire, mi dispiace - disse il rosso, improvvisamente molto più vecchio dei suoi diciassette anni che nemmeno dimostrava, succube del dolore di una ferita mai rimarginata.

- Tu... sei qui solo per scusarti? - domandò Robert, guardandolo con espressione indecifrabile. Faceva male? No. Lo perdonava? Che dettaglio irrilevante. Il perdono era nel suo cuore già da un bel po'.

- Ecco... io... come dirlo... Rob, sto uscendo con Kevin, e solo ora capisco che lo amo, lo amo davvero come nessun altro. Non ti ho mai tradito, se è questo che pensavi. Mi dispiace di esser stato egoista, e so per certo che le cose sarebbero potute andare in maniera diversa, ma ormai è così e se vuoi farmene una colpa non mi tiro indietro. Mi dispiace davvero - e detto ciò si sforzò di calmare il battito del proprio cuore, dove più non stava il masso dei sensi di colpa. Fissò il suo ex ragazzo con i grandi occhi verdi lucidi d'emozione, quasi imploranti, e per un attimo ebbe la certezza che Robert stesse per schiaffeggiarlo, ma non indietreggiò.

- Robert, io... voglio ricominciare da capo con te, essere tuo amico ma, se non vuoi, anche n-nnnn...! - e non concluse la frase, perché il castano lo abbracciò forte, perdonandolo, lasciando andare definitivamente il suo cuore, buttando la chiave di quei ricordi nelle profondità dell'animo e liberandosi una volta per tutte dei demoni che lo tormentavano.

E lentamente anche Josh rispose all'abbraccio, con delicatezza, beandosi del suo profumo un tempo così familiare... ora che aveva ritrovato Robert, si sentiva così leggero e in pace col mondo! Ma l'idilliaco momento era irrimediabilmente destinato a spezzarsi.

- Josh...? - un sussurro, lieve come il vento.

E il mondo gli crollò addosso.

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