I think I love you

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Pareva una giornata di primavera come tutte le altre, ma c'era chi annusava qualcosa in più nell'aria e addirittura dicesse, con tono divertito e gli occhi nocciola luccicanti, che quello fosse esattamente il giorno in cui iniziava la stagione degli amori, quel giorno nel quale tutti erano un po' più folli, più intraprendenti, più innamorati.

- Sciocchezze - aveva borbottato, scorbutico come suo solito, il giovane bibliotecario, rifilando un pizzicotto e un bacio al fidanzato.

Ma c'era chi come Andrea non lo credeva affatto, all'esterno tale e quale al suo aspetto di tutti i giorni, mentre all'interno cuoricini supportati da nuvolette rosa incorniciavano il volto sorridente di Robert.

In quel momento, dopo tanto tempo, stava discutendo con Kevin, e in modo piuttosto acceso. La discussione gravitava attorno al fatto che il bel brunetto fosse tutto una crisi isterica e sospiri, troppo cocciuto per volersi arrendere all'essersi irrimediabilmente innamorato di quel rossino dall'aria innocente, e non ne capiva l'arcano motivo.

- Qual è il problema?! - sbottò Andrea, perdendo la pazienza, evento rarissimo da vedersi, ma nessuno vi badò particolarmente.

- Ecco... - iniziò Kevin, poi scrollò le spalle, e l'amico s'inviperì ulteriormente.

- Ne sei innamorato cotto, vero? - chiese il ragazzo dagli occhi grigi, sforzandosi di usare un tono ragionevole e di rimanere calmo.

- No, io... ecco... - provò a negare, e l'ira funesta di Andrea riprese ad ardere minacciosa. Osava negare dopo tutto il tempo in cui s'era dovuto sorbire il suo sguardo perso insieme ai suoi sospiri?!

- Kevin, oh buon Dio, smettila di farti tutte 'ste paranoie, va' da lui e digli che lo ami! - esclamò esasperato, e il bel brunetto inclinò il capo di lato.

- Ma io... è che sei importante per me, e non voglio perderti - confessò, abbassando lo sguardo.

Andrea lo guardò intenerito. Non gli avrebbe certo permesso di trascurarlo per un ragazzo, ovvio che no!

- Non mi perderai, sta' tranquillo. E ora va', scemo, e non tornare fino a quando non l'avrai baciato - rise, dandogli una spintarella amichevole. Da quando lo chiamava 'scemo'? E da quando dava spintarelle così, come la gente comune con i propri amici? Ma soprattutto, da quando rideva?

Lo sapeva. Era da quando si era innamorato di Robert che il suo cuore aveva ripreso a battere, e la sua vita riacquistato i colori e l'allegria perduti.

Kevin gli lanciò un'ultima occhiata, tentennante, poi scomparì oltre l'uscio, in cerca di Josh.

Non dovette cercare a lungo, perché quasi si scontrò con lui, uscendo.

- Oh, Josh - disse, e il rosso esibì un sorriso tirato, riemergendo dal proprio stato di apatia semi-perenne.

- Kevin... - mormorò, sforzandosi di non sembrare - e lo era - stanchissimo.

È arrivata la resa dei conti. Ora lo dirà... nel peggiore dei casi, non gli è nemmeno passato per la mente di rifiutare QUEL bacio, ma lo disgusti comunque. Nel migliore resterete amici e nulla di più, oppure nemmeno quello, o ti griderà insulti fino a non avere più voce, e ti dirà di non avvicinarti a lui mai più... belle prospettive, eh?

- Io... - iniziò il bel brunetto, ma la sua mente si rifiutava di collaborare e il suo cuore gli ruggiva furiosamente nelle orecchie.

Anche se fosse uno scherzo, ormai sono in gioco, giochiamo!

Non sapendo che dire, passò lentamente una mano sulla guancia di Josh, con delicatezza, fino a sfiorare i ricci che gli ricadevano sull'orecchio. Inclinò poi il capo, congiungendo le loro labbra nel bacio più lieve del mondo, mentre gli occhi verdi del rosso si sbarravano stupiti, prima che le ciglia andassero a celarli, abbassandosi.

Si staccarono poco dopo, ansimando piano.

- Mi piaci anche tu, Josh. Io... penso di amarti - mormorò Kevin, sbattendo rapidamente le palpebre.

Il rosso prese delicatamente la sua mano e gliela poggiò dietro la propria schiena, stringendosi di più a lui.

- Smettila di pensare - scherzò, baciandogli la punta del naso. Il ragazzo dagli occhi azzurri lo attirò a sé con dolcezza.

Poco più in là, Robert si morse il labbro. Faceva male, ancora, eppure... eppure si sentiva quasi sollevato.

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