Restless

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Il silenzio che segue un sussurro doloroso come uno sfregio.

- Robert... - la voce di Josh era sottile, il fiato corto, l'espressione dispiaciuta.

Andrea si strinse un po' più al fidanzato, quasi a farsi proteggere o proteggerlo, e Rob s'irrigidì, passando piano una mano sul suo avambraccio, in un gesto più meccanico che una carezza.

- Robert... ti prego... io non... - iniziò il rosso, negli occhi verdi piccoli spasmi come di una bestia millenaria che si risveglia. Il bel moretto digrignò i denti, contraendo la mascella. Quel ragazzo alto (o forse bisognerebbe dire basso?) come lui non gli andava proprio a genio.

- Cosa vuoi, Josh? Non... volevi dirlo? Ormai l'hai fatto - sibilò Rob, fulminandolo con lo sguardo e artigliando il braccio del fidanzato.

- Aspetta! Io... voglio parlarti... - riprovò Josh, allungando una mano tremante verso il suo ex ragazzo, ma il castano serrò le labbra in una linea sottile, severa.

- Parleremo un altro giorno, Josh. Andiamo, Andrea - disse freddamente, strattonando delicatamente il ragazzo dagli occhi grigi il quale, dal canto suo, si limitò a sbattere le palpebre con la costante espressione innocente e gli trotterellò dietro come un docile agnellino.

Svoltato l'angolo e arrivati al riparo da sguardi indiscreti, Rob spinse senza tante cerimonie il fidanzato contro il muro, stringendolo appena sotto la vita e baciandolo con ardore, facendo vagare le mani, smaniose di contatto, lungo la sua schiena e fra i suoi capelli scuri.

Andrea lo amava, e non c'era affermazione più stupefacente. Lo amava, amava lui con i capelli castani e gli occhi del medesimo colore con sfumature verdi, lui con i suoi modi affettuosi e sdolcinati, lui con i suoi diciotto anni e il cuore più tenero di quello di una dodicenne, sì, proprio lui.

- Ti amo anch'io, Andrea - mormorò sulle sue labbra, contemplando i suoi meravigliosi occhi grigio acciaio sgranarsi e le guance farsi di un lieve colore rosato. Era così carino, così adorabile, con quell'espressione emozionata... tale e quale a una creatura innocente.

Il più piccolo si alzò sulle punte, trovando un pizzico di coraggio e azzardando un bacio, ma alla fine la timidezza lo vinse comunque e si riabbassò, arrossendo.

A quanto pare, dovrò attendere parecchio prima di riavere un assaggio dell'intraprendenza di oggi...

~~~

- ... cosa? - ripeté per la seconda volta Josh, frastornato. Kevin scosse il capo, al limite dell'esasperazione, e si rammentò di restare calmo.

- Andiamo, l'altra metà classe c'è già andata, per quattro giorni su un'isola non molto distante da qui, è una... vacanza studio, come l'hanno definita i professori - si addolcì e guardò il fidanzato che sembrava non essersi ancora ripreso dalla notizia.

Insomma, stavano insieme da così poco... se stavano insieme... sì, avevano fatto 'quello' e si erano confessati vicendevolmente il proprio amore, ma chi poteva esserne certo?! E ora, giusto quel che serviva dopo la... discussione, avuta il giorno prima con Robert. O almeno, Josh era corso a parlargli, cioè, così aveva detto.

Periodo proprio azzeccato, quello, per andare in una vacanza-di-studio! Aveva uno strano e cattivo presentimento, Kevin, avrebbe davvero desiderato non doversi assentare, aveva terrore che senza la propria presenza fisica si sarebbe scatenato un putiferio di dimensioni epiche. Non annunciava l'Apocalisse, ci mancherebbe, ma... ma il presentimento se ne restava lì, a pesargli sullo stomaco.

- Non... non puoi non andarci? - piagnucolò Josh, facendogli gli occhioni dolci e rubandogli improvvisamente un bacio.

- Vorrei non doverci andare - sospirò il ragazzo dagli occhi azzurri, passandogli una mano fra i ricci rossi e tirandoli delicatamente.

- Purtroppo non posso trasgredire a ciò che mi viene imposto. Domani parto e tu, mi raccomando, fa' il bravo e non combinare pasticci - continuò, sfregandogli piano il capo, e Josh alzò gli occhi al cielo.

- Certo, mamma - disse, incatenando poi i propri smeraldi agli zaffiri del fidanzato.

- Soprattutto... non fare cavolate con Robert, Josh. Mi mancherai - e detto ciò lo abbracciò stretto, sotto lo sguardo pensieroso di Brad che rammentava una scena simile... in una giornata ventosa... tante preoccupazioni da qualcuno definite 'inutili paranoie'... uno sfiorarsi di labbra e mani prima della partenza...

- Mi mancherai anche tu, Kevin, non sai quanto - sussurrò il rosso, stringendolo a sua volta e facendosi all'improvviso triste, quasi avesse intuito i pensieri non proprio felici del fidanzato.

Mentre sarà via potrai chiarire ogni cosa con Robert, senza che lui s'ingelosisca... non è un bene? Anche se lo fai di nascosto, non è meglio?

E allora lo abbracciò più forte, perché quei pensieri gli stavano dando una sensazione spiacevole e voleva scacciarli in fretta, molto in fretta, prima che ingabbiassero il suo cuore fino a straziarlo e lo rendessero pazzo.

Brad continuò a fissarli, in silenzio, poi arrivò il suo amato biondino che gli saltò letteralmente in braccio, catapultando la sua attenzione su di lui e facendogli distogliere lo sguardo. D'improvviso, guardando quella strana coppia, gli era parso d'amarlo un po' di più, Max.

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