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uscì dall aeroporto con un freddo surreale.

Nelle strade c'era ghiaccio e neve ovunque con tante persone che entravano e uscivano dall' aeroporto accompagnati da lacrime di gioia per il ritorno e di tristezza per chi se ne andava.

nonostante fossero solo le dieci del mattino,qua l'aria era come quella del frigorifero,pungente a tal punto da sentirlo perfino nelle ossa.

il sole era nascosto da una distesa di nuvole grigie che sono indecise se piovere oppure rimanere così,semplicemente grige e immense,come il mio animo turbato.

cercai di sprofondare nel mio giubbotto imbottito in cerca di calore,ma l'aria gelida entra ovunque,come l'acqua di un torrente.

con lo sguardo cercai qualcuno di familiare,ma tutti i visi erano coperti e non potei riconoscere nessuno.

usare il giubbotto mi appesantiva il corpo e ciò non mi piaceva,nonostante abbia viaggiato ovunque,casa mia si fa sempre sentire.

il freddo non è mai stato il mio compagno più leale,anzi mi fa sempre ammalare appena c'è un pò d'aria e ciò mi angoscia molto,essendo che dovrò stare Norvegia per 3 mesi.

per fortuna sono venuta in estate dove c'è sole per 6 mesi,almeno il sole scalderà un po' l'ambiente.

-Abayomi... -

Sentì una voce profonda chiamare.

I miei occhi si votarono in cerca di colui che ha detto il mio nome,ma non vedevo nessuno.

Finché non sentì con colpo sulla spalla, così mi voltai e finalmente il mio animo preoccupato si calmò.

Bjorn finalmente si era fatto vivo.

Bjorn era uno dei miei più grandi amici, ci eravamo conosciuti in Canada durante una missione di salvataggio di una piccola tribù dell'Aurora Boreale, che era attaccata dalle sirene del Nord.

Mi ricordo che si era presentato a me come "il miglior alleato che potessi mai avere" ed in effetti si è dimostrato così.

Lo abbracciai senza pensarci e anche lui subito ricambiò.

Nonostante avessimo parlato al telefono quasi tutti i giorni, è da un paio d'anni che non ci vedevano.

Il suo calore e il suo odore di muschio mi fece rilassare, ma il piacere di quel momento non poteva durare a lungo.

-anche io Abayomi sono felice di vederti, ma dobbiamo parlare di cose serie. Arthur ti vuole parlare urgentemente-

Poi mi guardò negli occhi per vedere se ero pronta, anche se sa benissimo che io sono sempre pronta a tutto nonostante la mia tristezza a sapere che sono accadute queste cose.

-sono sempre pronta Bjorn... -

Senza esitare, allora prese la mia valigia e mi accompagnò nella sua Range Rover nera e partimmo.

Durante il viaggio guardai il paesaggio,le casette colorate con i tetti bianchi mi mettevano allegria, nonostante il grigio del cielo.

Le conifere e gli abeti erano coperti dalla neve, addormentati dal dolce suono del riposo invernale.

I campi pieni di neve mi facevano venir voglia di dipingere di vari colori e disegni oppure deformarmi per farci una scultura.

Ma poi Bjorn mi risveglio dalla mia meravigli:

-ehi alla fine sei venuta-

Sorrisi e poi dissi

-già in Canada avevamo sempre parlato di visitare le nostre rispettive città-

Lui sospirò

-già avevamo fatto dei grandi programmi.... Avrei preferito che tu fossi venuta per altri motivi-

E come non dargli torto... Ma il mio dovere è proteggere la mia famiglia e per questo va sopra a tutto.

Dopo un paio d'ore di viaggio tra chiacchere e miei silenzi pieni di meraviglia del paesaggio così a me sconosciuto, finalmente eravamo arrivati ai pressi della foresta che non muore mai, o come la chiamano qui, dør aldri.

Scesi dall'auto sotto suo ordine mentre lui la nascondeva in una capanna militare abbandonata.

Io mi guardai intorno ammirando quei enormi alberi pieni... Lessi in un libro che gli alberi giganti erano simboli dei giganti pietrificati.

Non persi tempo e con la mano tocca la ruvida superficie di quegli immensi e saggi.

Chiusi gli occhi e cercai ad avere un contatto con loro.

La fortuna di essere un Mangia morte è che hai gli uditi più amplificati dei cani, e quindi puoi sentire ogni respiro che fa le piante, e in questo momento questi giganti respiri sembrano delle grandi soffi di aria, ma leggeri e limpidi che rassicurano il mio animo.

-mi sorprendi sempre come tu possa sentire questi vecchi-

Mi disse Bjorn.

Aprì gli occhi guardando l'anziano albero e poi risposi

-avvolte chi non parla è più saggio di tutti-

Raggiunsi il mio amico rinchiudendo in me quella pace e tranquillità che mi trasmise il vecchio saggio perché tutti qui sapevamo che dovevano passare per il nemico dei nemici....

I Lupi.

La tribù dei lupi bianchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora