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Nonostante l'intrusione di Bjorn,le sfide non si sarebbero fermate,ma mio nonno ebbe un pò di pietà e ci diede una settimana in più.

Mentre i più forti della famiglia andavano a cercare l'intruso,io rimasi sempre a fianco di Kirk. Nonostante le tremende sfide che ha dovuto affrontare lui era rimasto lo stesso e riusciva in tutti i modi ad alleggerire l'argomento dicendo che non era una cosa difficilissima. lo faceva per non farmi preoccupare,ma io mi preoccupai comunque e quando mi raccontava come era stato io lo abbracciavo forte appoggiando la testa sul suo petto. Ma una cosa però non mi diceva,era su cosa fosse successo con Bjorn,quando io o qualcuno lo chiedeva lui diventava subito serio e stringeva i pugni così forte da far venire le nocche bianche. Alla fine non insistevo più di tanto ma in me volevo saperlo...aspettai che guarisca del tutto e che fosse di nuovo in sé per affrontare l'argomento e dopo 5 giorno finalmente eravamo tutti e due pronti a chiarire. quel giorno eravamo a casa mia stesi sul letto a guardare la televisione. lui era appoggiato allo schienale del letto con le braccia portate dietro la nuca,mentre io invece ero tra le sue gambe con la testa appoggiata sul suo petto mentro ero intenta a leggere un libro,ma la mia testa però non riusciva a concentrarsi sul libro,elaborava e pianificava come aprire il discorso...ma ogni soluzione scaturiva una diversa possibile reazione che però non dava mai nulla di positivo. I miei pensieri facevano così tanto rumore che non mi accorsi che il mio lupo aveva spento la tv e che mi stava chiamando.

-ehi abayomi!-

solo quando mi toccò la spalla mi accorsi che mi stava chiamando

-o...ehi scusa è che ero molto concentrata sul libro-

lui mi fece voltare il volto per incontrare i suoi occhi

-non me la racconti giusta,eri tipo un'ora sulla stessa pagina a fissare un punto preciso,che ti succede?cosa ti preoccupa?-

nella sua voce sentivo preoccupazione e non feci altro che sospirare rassegnata.

appoggiai il libro di fianco al letto e mi misi a cavalcioni tra le sue gambe in modo di essere alla stessa altezza.

giocai con il bordo della camicia da notte nervosa mentre lui mi guardava con uno sguardo indagatore.

-stai tranquilla..-

mi disse prendendomi la mani accarezzando i dorsi

chiusi gli occhi e iniziai a dire

-è solo che non vuoi dire cosa è successo con...con lui insomma...io mi sto preoccupando tu mi nascondi qualcosa...e ho paura che sia qualcosa che potrebbe farti del male...io ho bisogno di sapere che tu stai bene...ho bisogno di sapere cosa ti ha detto...ho bisogno di sapere se è una minaccia...-

dopo queste parole fermò il suo movimento delle mani,per poi stringere con decisione...

nonostante avessi ancora gli occhi chiusi,potevo percepire la sua tensione e il suo nervosismo...

non ebbi il coraggio di aprire gli occhi per vederlo furente e arrabbiato,mi faceva star male sparlo arrabbiato.

ma dopo secondi interminabili lui lasciò la presa dalle mie mani e mi strinse tra le sue braccia in modo dolce.

io aprì gli occhi di scatto dalla sorpresa del gesto...ma non ebbi tempo di realizzare i suoi sentimenti che lui iniziò a parlare

-stavo tornando indietro quando ebbi finito la prova,ero pronto a tornare e più mi avvicinavo più sentivo il tuo odore così l'ho seguito,ma qualcosa non quadrava quando trovai su un albero una tua maglietta. io non capì cosa ci facesse lì,perché tu non potevi addentrarti nonostante mancava pochi minuto al tramonto...poi lo vidi già trasformato che mi attaccava...io cercai di difendermi fuggendo dagli alberi,ma dopo avermi quasi mangiato una gamba,mi sono trasformato e cercai in tutti i modi di difendermi,ma le ferite che mi aveva fatto prima e la stanchezza del mese lo fece avere la meglio...quando ero allo stremo delle forze mi disse una cosa che tutt'ora mi fa inbestialire...-

La tribù dei lupi bianchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora