Capitolo 18

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Elena

«Siamo in ritardo» fulminai Mattia con gli occhi, mentre finalmente mettemmo piede in caffetteria. Aveva anche il coraggio di lamentarsi.

«Se tu non avessi messo sottosopra tutta casa mia forse non avrei perso tempo a sistemare» lo colpii con un pugno alla spalla, ma questo lo fece soltanto ridere. Per non parlare della mezz'ora persa a cercare di coprire quei maledetti segni che mi aveva fatto.

«Buongiorno mami» salutai mia madre già alla cassa con un dolce bacio sulla guancia, mi abbracciò forte. Anche Mattia si avvicinò a noi.

«Buongiorno signora Morelli» le sorrise come un angelo, cosa che ero sicura non fosse.

«Oh, Mattia, Mattia, Mattia, buongiorno anche a te. Dal tuo collo vedo che non hai perso il tocco magico con le ragazze ehhh» il sorriso malizioso di mia madre mi mise in imbarazzo. Mi voltai verso Mattia per non farglielo notare.

Istintivamente lui si portò una mano sul collo. Quello che io avevo segnato.

Dovevamo essere pari, no?

Mattia guardò me, poi di nuovo mia madre. Gli avevo detto di coprire anche i suoi di segni, ma non aveva voluto. Aveva detto che gli piacevano. Ovviamente non gli avevo fatto notare che mentre me lo diceva io stavo letteralmente urlando dentro.

«Mai signora Morelli» rispose soltanto, quasi fiero.

"Egocentrico".

«Sei davvero un bel ragazzo, te l'ho sempre detto» mia madre gli accarezzò un braccio.

«Lo so» rispose Mattia, sorridendo sornione.

"Egocentrico, l'ho già detto?"

«E anche modesto» mia madre rise, dando due piccole pacche sul braccio di Mattia.

«Oh guarda, sono arrivati dei clienti, perché non vai tu?» dissi a Mattia, fingendo un sorriso.

Lui mi guardò confuso, poi gli bastò una mia occhiataccia per sospirare. «Certo, vado» disse, mettendo su anche lui un finto sorriso.

Lo spinsi via, verso l'uscita del bancone. Mi fulminò con lo sguardo, poi finalmente andò al tavolo nuovo.

Mia madre mi diede una leggera spallata, mi voltai verso di lei.

«Che c'è?» chiesi.

«È diventato molto più educato, non credi?»

"Certo, con voi forse".

«È sempre fastidioso».

Mia madre mi sorrise dolcemente. «Ed è sempre un bel ragazzo».

Alzai gli occhi al cielo. «Che vuoi dire mamma?»

«Nulla, nulla, solo che... ricordo della tua grande cotta per lui, mi parlavi sempre-»

«Ripeto, che vuoi dire mamma?» la bloccai. Non volevo ricordare di quanto mi rendessi ridicola soltanto per provargli a piacere.

«Se ti piaceva prima quando era un gran maleducato che trattava tutti come schiavi, beh immagino che ora tu ci stia ripensando ancora di più, no?»

"Anche no, è solo attrazione".

Insomma, quando non era di buon umore a me trattava comunque di merda, quindi la cosa non era tanto cambiata in realtà. Ma lei non poteva saperlo dato che con loro si stava comportando sempre da bravo ragazzo come mai aveva fatto.

«Mamma...»

«Voglio dirti solo di stare attenta. Ti ha parlato di questa estate per caso?» il suo sguardò cambiò, sembrava più dispiaciuto.

Small Steps, il primo caffè è sempre da buttareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora