Capitolo 15

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Mattia

Quella ragazza mi stava facendo impazzire e solo Dio sapeva quanto avrei voluto prenderla sulle spalle e portarla a casa mia per scoparla con quel cazzo di vestito addosso. Mi piaceva, era vero, ma era solo uno sfizio e volevo togliermelo il prima possibile. Almeno questa cosa strana che c'era fra noi sarebbe scomparsa.

Ero sul punto di dirglielo in bagno, ma la signorina invece aveva deciso di dare di matto come suo solito, senza alcuna ragione. Raggiunsi il mio tavolo e quando l'amica di Claudia provò ad avvicinarsi di nuovo a me, mi girai subito verso il mio amico. Sperai che le fosse chiaro il messaggio e che avesse capito. Non appena si era presentata mi aveva chiesto il segno zodiacale e l'ascendente, partendo già male, per poi mettersi addirittura a criticarli. Ripensando a tutte le sue stupide chiacchiere sugli altri segni mi venne nuovamente mal di testa.

«Il bagno era affollato» dissi al mio migliore amico, che però non mi ascoltò nemmeno. Era troppo occupato a guardare altro. Seguii la traiettoria del suo sguardo fino a posare i miei occhi su quella dannata ragazza. Elena.

Si era messa davanti a tutta la calca di gente della pista, proprio davanti al nostro tavolo. Mi era ovvio che non fosse una coincidenza, ma che lo stesse facendo di proposito. E mi stava facendo arrabbiare.

Un minuto prima aveva flirtato con me e quello dopo si stava strusciando addosso a uno che nemmeno conosceva.

Nonostante ciò, non potei evitare di soffermarmi di nuovo sulle sue gambe nude, e mi ricordai di come quella stessa mattina gliele avevo strette nel bagno di quel ristorante. Risalii con lo sguardo, i suoi fianchi si muovevano a tempo di musica. I suoi seni erano quasi del tutto scoperti a causa di quella stoffa praticamente inutile. Aveva gli occhi chiusi. Dietro di lei il ragazzo del bagno.

Feci per andare verso di loro, ma Fabio mi fermò per un braccio, facendo ricadere per un secondo il mio sguardo sulla sua presa.

«Dove stai andando?»

«A salutare Elena» dissi a denti stretti, riportando i miei occhi su di lei.

«Matti, è successo altro fra voi oltre al bacio che ho visto darvi?» il suo tono era serio.

Il ragazzo mise le sue mani intorno al corpo di Elena, attirandola di più a sé. Aveva la testa nell'incavo del suo collo, le sue labbra lo sfioravano, e lei aveva le mani fra i suoi capelli.

«Matti» Fabio mi richiamò.

Avevo sentito la sua stupida domanda. «Può darsi» dissi, senza distogliere lo sguardo da quello stupido spettacolino da quattro soldi.

«Stai scherzando, spero. Non avevamo deciso che era meglio lasciarla perdere?»

"Prova a lasciarla perdere tu quando ce l'hai davanti agli occhi per metà giornata con il suo caratterino nuovo di zecca sempre pronta a provocare".

Vederla così diversa mi aveva seriamente destabilizzato, altrimenti quell'attrazione non si spiegava.

«Non farla lunga, ci siamo solo baciati un paio di volte» sbottai.

Elena mi aveva visto. Mi stava guardando.

«L'hai baciata di nuovo? Ma quando?»

Mi stava sorridendo in maniera impertinente come suo solito, cercai di ricambiare in maniera falsa. Continuava a muovere i suoi dannati fianchi, buttando la testa all'indietro per poggiarla sul petto del ragazzo dietro di lei.

«Ieri sera e poi quasi stamattina» risposi a Fabio, atono, troppo distratto.

Elena prese la mano del ragazzo nella sua, lentamente la fece scivolare lungo quella stoffa nera, portandosela al petto e poi infine al collo.

Small Steps, il primo caffè è sempre da buttareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora