In - Justice

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Il professor Lee bussò ripetutamente alla porta dell'ufficio del preside: ma gli venne aperto dalla segreteria, la signorina Hana Moon solo dopo cinque minuti.

《Aveva appuntamento professore?》Chiese la giovane donna alquanto stranita.

《No, Signorina ma urge l'intervento del preside. 》Sibilò in risposta con rabbia: non voleva farsi mettere i piedi in testa da un branco di mocciosi indisciplinati.
Era suo dovere, spegnere ogni singolo moto di ribellione.
Ne aveva fin sopra i capelli di Kim Taehyung, la stella splendente della scuola.
Secondo lui, tutto gli era concesso dal momento che era popolare e tutti lo adoravano non mancando di tessere le sue lodi in ogni dove e detestava da morire quel ragazzo.

❝Ma chi si crede di essere? L'avvocato delle cause perse?❞ Si chiese esasperato.

《Cosa c'è di tanto urgente da interpellare il preside?》 Domandò la segretaria, volendo delucidazioni.

《Bisogna mettere un freno a dei ragazzini indisciplinati.》Rispose l'uomo convinto di aver ragione.

《Bene, allora si sieda e si prenda una camomilla. Vado a chiamare il signor Park così, può dirmi quando può riceverla.》Disse poco dopo, lanciandogli una frecciatina per nulla velata.
La giovane Hana non sopportava affatto quel professore. Lavorava da poco per il direttore di quella scuola ma, si era già fatta un'idea tutta sua dei docenti: alcuni erano molto gentili e cordiali, altri pazzi e strampalati come il professore di chimica ma tutto sommato professionali ed infine c'era lui; il professor Lee.

A pelle le creava disagio e voleva aver il meno possibile a che fare con lui. Inoltre, da tempo avesse il sospetto che quell'uomo non la contasse giusta ed il suo atteggiamento odioso verso chiunque respiri, la diceva molto lunga.
Secondo lei non era adatto ad insegnare ma, non era lei che decideva a chi dare la cattedra.
Sperava solo che il preside se ne accorgesse in tempo e forse, oggi era il giorno giusto.
Hana bussò alla porta.

《Chi é?》Disse una voce profonda dall'altra parte.

《Signor preside, c'è il professor Lee qui in ufficio che vuole parlarle.》Rispose la ragazza evitando di guardarlo troppo.

L'uomo sospirò quasi seccato non appena apprese la notizia: ogni giorno veniva in ufficio sbraitando ed inveendo contro i poveri studenti che malauguratamente lo avevano fatto arrabbiare.

《Fallo entrare, così ce lo leviamo dalle scatole.》Sussurrò facendole un occhiolino di complicità; sapendo che fosse a conoscenza di quanto quel professore era insopportabile.

Hana si sentì mancare il respiro e riuscì solo ad annuire in risposta; poi socchiuse la porta e cercò di calmarsi.

❝Non posso, é sposato con un figlio.❞ Pensò la ragazza affranta: aveva vent'anni in più di lei ma era davvero un uomo di bell'aspetto e gentile nei modi. Nel giro di qualche mese, si era presa una vera e propria sbandata per lui.
Hana cercó di ricomporsi ed una volta tornata seria, andò a chiamare il professor Lee il quale con un sorrisetto soddisfatto la seguì pregustando il sapore della vittoria su quel pallone gonfiato di Kim Taehyung.

《Cosa succede oggi? 》Gli chiese in tono rassegnato.

《Uno studente mi ha mancato profondamente di rispetto, scatenando poco dopo una ribellione di massa.》Rispose Lee facendo la figura di quello che non sapeva gestire nemmeno una classe di ragazzi.

《Oh, come mi dispiace. Vorrei sapere le dinamiche dell'accaduto.》Disse il preside in tono sarcastico.

《I signori Kim Taehyung e Jeon Jungkook, sono arrivati in ritardo. Allora per punirli li ho chiamati per interrogarli ma si sono rifiutati entrambi...》Iniziò a spiegare, omettendo ovviamente gran parte dei fatti e gettando tutta la colpa sui due.

《Aspetta... hai detto Kim Taehyung?》Domandò di nuovo il preside sorpreso: conosceva molto bene quel ragazzo.
Era amico molto stretto di suo figlio Jimin sin dai tempi dell' asilo e sapeva anche che, non avrebbe mai agito in modo sconsiderato se non per un buon motivo.
Decise di liquidare subito il professore con un : "vedrò di prendere provvedimenti."
Dopodiché, fece convocare il ragazzo in questione.

《Buongiorno, preside Park.》Lo salutò la testolina argentata quando entrò nel suo ufficio.

《Oh, avanti ora puoi smetterla con tutti sti convenevoli. Prenditi delle caramelle e parliamo di quello che é successo in classe poco fa. 》Gli disse con fare accomodante allungando subito dopo il cestino pieno di dolciumi.

《Il professor Lee, continua a prendere di mira il ragazzo nuovo. Sono già due giorni che lo umilia pubblicamente per il semplice motivo che non può parlare.》Iniziò a spiegare il ragazzo.

《Il ragazzo nuovo é Jeon Jungkook vero?》Gli chiese nuovamente.

《Si...》

《Non é che non possa parlare... 》Disse il preside guadagnandosi un'occhiata confusa da Taehyung.

《In che senso?》Gli domandò arricciando leggermente il nasino.

《Non é muto perché non può parlare. É più complicato di così: Ti ricordi l'anno scorso quando sei venuto a cena da noi e, hanno mandato in onda quel servizio sulla sparatoria avvenuta nella scuola?》Gli chiese a sua volta.

《Piú o meno...》Mormorò sempre più confuso.

《Ecco Jungkook é l'unico ad esser sopravvissuto a quel fatto. Il trauma per lui é stato talmente forte da smettere di parlare.》

Taehyung, non poteva credere che il suo compagno di banco stesse soffrendo ancora così tanto per quell'orribile tragedia; ora riusciva a capire il motivo del suo essere così schivo anche nei suoi confronti.

Ma non avrebbe desistito dal suo intento: anzi, tutto quello che voleva era stargli ancora più vicino sperando di poterlo far stare meglio un giorno.

《Comunque, hai fatto solo bene a proteggerlo e nessuno della vostra classe subirà conseguenze per il vostro atto di coraggio.》Concluse il preside quasi orgoglioso di quel giovane: suo figlio si era scelto davvero degli ottimi amici.

《Grazie...》Lo ringraziò accennando un sorriso all'uomo di fronte a lui.

《Ah, settimana prossima Jimin torna per il weekend. Ha detto che ci vuole far conoscere una persona e ci devi essere assolutamente anche tu. Ora vai ... e non finirti tutte le caramelle!》Gli disse congedandolo in modo scherzoso.

《Ne porto un paio anche a Jungkook...》Replicò ridacchiando e poco dopo, uscì dalla porta masticando una caramella gommosa all'amarena.

Quando tornò in classe, si sedette accanto a Jungkook il quale stava iniziando a dare segni d'irrequietezza.
Taehyung, lo notò quasi subito e sapendo che non fosse opportuno parlare di certe cose con altre trenta paia d'orecchie pronte ad ascoltare qualsiasi cosa avrebbe detto; decise di prendere un fogliettino da post it e scriverci su per poterlo tranquillizzare.

"É tutto okay, l'unico che pagherà sarà lui."

Quando Jungkook lesse il bigliettino per la prima volta non sapeva davvero che fare: Taehyung aveva davvero rischiato di finire nei guai a causa sua e come se non bastasse, era entrato in ritardo pur di non lasciarlo vagare per la scuola da solo.

Forse, non era così uguale a Jihoon: perché lui nella vita aveva sempre preferito nascondersi anziché, lottare.
Invece lui lo aveva protetto sin dal primo giorno di scuola.

❝Non so davvero come comportarmi, ma un minimo forse dovrei ringraziarlo. ❞
Perciò, prese la penna e sotto il suo messaggio scrisse semplicemente:

"Grazie."

Assistendo pochi minuti dopo alla reazione più divertente e carina che abbia mai visto in vita sua.

Forse, non era poi così male questo Taehyung e magari chissà... forse, gli avrebbe concesso una possibilità.

Angolo autrice:
Date una medaglia d'oro a questo Taehyung al preside e ovviamente alla segreteria che con la camomilla lo ha asfaltato.

Le cose si stanno piano piano evolvendo... 😉❤️
Chissà chi vuole presentare Jimin alla famiglia e ovviamente a Taehyung.
Beh lo scoprirete presto.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto ❤️
Buonanotte e al prossimo.

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