Capitolo 2

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"Ti ho fatta chiamare da Leila perché volevo farti conoscere mio figlio, con il quale lavorerai" esclama dolcemente mentre passa lo sguardo da me a suo figlio. Io sto ascoltando ma sono ancora pietrificata dalla bellezza di Michael. Cioè De Angelis Junior. Ha i capelli di un nero pece, il ciuffo ricopre la sua pelle chiara mentre due occhi verdi ti ipnotizzano, per di più ha un naso perfetto che completa il viso. I muscoli delle spalle e delle braccia sono strette dalla camicia bianca che indossa.
"Sono Amanda Gregori, piacere di conoscerla" esclamo porgendogli la mano. Cerco di mantenere il tono di voce impassibile mentre lui stringe la mia mano tra la sua, grande e calda.
"Michael De Angelis, piacere mio" e ancora la sua voce roca arriva alle mie orecchie. Mi risiedo per non far capire quanto tremano le mie gambe.
"Bene, vi lascio scambiare qualche parola e poi a lavoro ragazzi. Ti lascio in buone mani figliolo" gli fa l'occhiolino e poi mi sorride, andandosene.
"Bene, quindi tu sei la famosa Amanda"picchietta l'indice sulla scrivania laccata di nero.
"P-presumo" mi chiarisco la gola osservando le mie mani intrecciate.
"Guardami negli occhi quando ti parlo, Amanda" accarezza il mio nome sporgendosi verso di me.
"Mi scusi" alzo immediatamente lo sguardo, incontrando i suoi smeraldi.
"Scuse accettate. Quindi anche quando mio padre veniva a lavorare si trovava addosso te, ragazzina?" domanda quasi come se gli desse fastidio.
"O-oggi ero di fretta e distratta. Mi scuso per prima" sussurro impaurita dalla sua reazione. Noto che squadra il mio viso e la mia camicetta. Deglutisce e poi si alza dalla sedia e mi da le spalle, osservando la magnifica vetrata dell'ufficio che da sulla città. Devo ammettere che Roma è davvero magnifica dall'alto.
"Mio padre si fida molto di te e io spero di potermi fidare di te. Come è stato con mio padre, sarai la mia assistente e mi seguirai ovunque. Organizzerai le mie giornate e gli impegni inerenti o meno al lavoro. Pretendo puntualità e precisione nel tuo lavoro" esclama in modo neutro.
"Sarà fatto signor De Angelis" annuisco già immagazzinando tutte queste informazioni.
"Chiamiami per nome e non per cognome Amanda" al suono del mio nome alzo immediatamente la testa verso di lui e lo noto squadrarmi per la seconda volta.
"Vai pure e torna tra un'ora con il planning della giornata" mi ordina cambiando di nuovo umore. Mi alzo e vado nel mio ufficio. Sembra di stare sulle montagne russe e lo conosco solo da meno di dieci minuti!
Finalmente dopo quaranta minuti finisco di programmare la giornata al signor Michael e mi concedo dieci minuti di pausa. Vado a prendere un thè alla macchinetta e poi saluto di sfuggita Leila. Ritorno nel mio ufficio, stampo il planning e poi busso alla porta del nuovo capo.
"Avanti" esclama la voce maschile di Michael. Arrivo davanti alla sua scrivania tutta incasinata da fogli con cifre di ogni tipo.
"Le ho portato tutti gli appuntamenti che ha oggi. Inoltre ha il pranzo con un cliente molto importante tra circa un'ora" osserva l'orologio che ha al polso e poi sposta i suoi occhi nei miei.
"Grazie Amanda, ora pianifica quello di tutta la settimana così ti porti avanti. Inoltre puoi prendermi un caffè alla macchinetta? Grazie" e poi ritorna con gli occhi sui fogli.

⏮️⏸️⏭️

Arrivata l'ora di pranzo saluto Leila e vado diretta al ristorante distante due isolati dal mio ufficio per il mio incontro quotidiano con il mio migliore amico Manuel.
"Buongiorno piccina" mi saluta con un bacio in fronte.
"Ciao Manu!" esclamo felice di vederlo.
"Come va con il figlio di Luigi?" domanda mentre apre il menù.
"È parecchio dispotico ma non mi tratta così male. Pensavo peggio" ridacchio alzando le spalle.
"Puoi sempre chiamate il tuo avvocato di fiducia" mi fa l'occhiolino.
"Certo, mi difenderesti sempre, lo so" annuisco.
"Ovvio" dice prima di richiamare l'attenzione di una cameriera.
"Con Stella come va?" chiedo sapendo che le cose si sono fatte serie,da un mese a questa parte.
"Va divinamente Amy, te ne sono grato di avercela fatta conoscere" mi stringe la mano nella sua.
"Mi fa molto piacere" gli sorrido prima di incominciare a mangiare il mio piatto di spaghetti.

⏮️⏸️⏭️

Sono ormai le nove e mezza di sera e io non sono ancora a casa per colpa del grande capo che ha deciso di intrattenersi qui fino a quest'ora.
"Scusi signor Michael, le volevo chiedere se-" mi interrompo non appena noto che Michael si è addormentato sopra la scrivania e un bicchiere di... rum, credo, di fianco a lui.
"Signor Michael" lo richiamo. Ma nulla, non si sveglia. Provo ad alzare la voce ma dorme beatamente, come se fosse un bambino.
"Michael" sussurro dolcemente toccandogli il ciuffo nero. E finalmente apre gli occhi smeraldo e li punta prima sul mio viso e poi sulla mia mano che non si è ancora allontanata dalla sua chioma. Come se mi fossi scottata, allontano la mano dai suoi capelli mentre lui si alza dalla scrivania.
"Che dicevi Amanda?" chiede con voce assonnata. Cerco di non ridere per il segno che gli ha lasciato la matita mentre dormiva.
"Ehm volevo c-chiederle se potevo andare o se le serviva ancora il mio aiuto" reprimo un sorriso.
"Che diavolo di ore sono?" si alza di scatto facendomi quasi spaventare.
"Circa le nove e trenta" esclamo. Annuisce.
"Vai pure" dice prima di occuparsi della sistemazione della sua scrivania. Torno nel mio ufficio e indosso il giacchino, prendo la valigetta e poi esco dell'edificio, diretta alla fermata del pullman.
"Amanda, venga con me" la voce del mio capo mi fa spaventare.
"No si figuri, prendo il pullman" lo ringrazio con un sorriso.
"Sali sulla mia macchina Amanda. Non lascio andare una donna, per giunta la mia segretaria, in pullman con gli scalmanati che esistono al giorno d'oggi" scuote la testa.
"Ok" sussurro e basta. Lo seguo e poi saliamo sulla sua Tesla bianca.
"Dove ti porto?" chiede abbandonando il lei.
"Via Torino 50" dico solo, allacciando la cintura.
"So che lavoravi da quasi tre anni con mio padre" annuisco imbarazzata mentre guardo le mie mani.
"Parlami" dice come se odiasse il silenzio.
"Non so che dirle, in realtà" alzo le spalle.
"Io ti direi di darmi del tu, già che ci siamo" mi regala un sorriso rassicurante. Annuisco e poi chiudo gli occhi, stanca per la giornata lavorativa.
"Eccoci arrivati. Buona notte Amanda" e ancora una volta accarezza il mio nome con quella voce che mi fa venire i brividi.
"Buon proseguimento di serata Michael" esclamo imbarazzata mentre chiudo la porta della sua auto. Aspetta che entri in casa e poi noto che parte e si allontana.
Che uomo particolare che è Michael.

Prezioso come lo smeraldoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora