Capitolo 17

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Lo sapevo che cambiarsi in macchina era un'idea pessima. Ho battuto prima un ginocchio sul sedile e poi la testa sul soffitto della macchina, mannaggia.
"Ci sono, ammaccato ma ci sono" borbotto uscendo vincente dalla Tra le di Michael.
"A-aspetta" deglutisce notando come sono conciata.
"Lo so muoviamoci ad andare in mare o giuro che mi chiudo in macchina e non esco più" esclamo in imbarazzo.
"Non-cioè non stai male...Vieni, stai davanti a me" borbotta dopo che ha preso il telo e le nostre scarpe in mano.
"Comunque era buonissima la torta al cioccolato di Giovanna" mi complimento.
"Lo so, è una delle mie preferite. Giulia la prende sempre" ride fermandosi per appoggiare sulla sabbia cioè che ha tra le mani.
"Ci avrei scommesso, golosa com'è!" esclamo girandomi verso di lui.
"Hai ragione" annuisce.
"Che ne dici di buttarci senza nemmeno sentire se è fredda o calda?" chiede Michael.
"E tu sei quello che non voleva toccare l'acqua..." Mi picchetto l'indice sul mento. Appena però mi prende per i fianchi e mi stringe a sé, capisco che si vuole vendicare della mia frase.
"Alla riscossa!" urla correndo con me in braccio verso la distesa d'acqua salata.
"No Michael no aiuto" rido a crepapelle avvolgendo le manu attorno al suo collo.
Quando entriamo in collisione con l'acqua fredda, mi dimeno.
"Sei peggio di un'anguilla ragazzina" mi lascia andare. Gli schizzo il petto mentre lui mi guarda incantato.
"Sei veramente bella" si lascia scappare. Io incomincio a nuotare cercando di non bagnare i capelli.
"Amanda non andare a largo, il tempo non è dei migliori!" urla preoccupato.
"Hai paura di perdermi? Ti ricordo che ero io la tua istruttrice di nuoto" rido riavvicinandomi a lui.
"Sbaglio o più stai con me e più diventi meno timida?" ridacchia.
"Probabile" gli faccio la linguaccia. Una goccia si posa sulla punta del mio naso e subito guardo Michael.
"Cavolo e ora come facciamo a ritornare a casa così fradici?" domando mentre usciamo dal mare.
"Ho un'idea, seguimi. Avvolgiti nell'asciugamano" mi dice correndo verso la macchina. Ci rifugiamo sotto il tettuccio della Tesla mentre Michael aziona l'aria condizionata.
"Ci possiamo rifugiare un casa mia. Cioè la casa che hanno i miei qui ad Ostia" mi sorride. Annuisco e lui parte.
"Ci cambiamo e poi ritorniamo a casa, ok?" sussurra intento a prendere un ombrello da sotto il sedile.
"Ok, ma le chiavi?" chiedo.
"Ah si giusto, nel cruscotto" le afferra e poi scende dall'auto. Viene a prendermi è poi andiamo sotto il portico della bellissima casa.
"Benvenuta in casa De Angelis" ridacchia frizionandosi i capelli con l'asciugamano che ha al collo.
"Grazie Michael, dove posso trovare il bagno?" chiedo sorridendo.
"Prima porta a sinistra" mi indica il posto e io annuisco.
"Mhm aspetta hai forse qualcosa da farmi mettere?" chiedo dondolandomi sui talloni.
"Mhm si certo, tu incomincia a fare la dobbiamo che io vado a cercare qualcosa in camera di Giulia" annuisco e poi mi chiudo in bagno.
Ci voleva proprio una bella doccia calda mentre fuori piove.
"Amanda, posso entrare? Per darti i vestiti" urla Michael da dietro la porta.
"No cioè si aspetta!" urlo di rimando spegnendo il soffione della doccia per poi avvolgere il mio corpo nell'asciugamano blu che profuma decisamente di Michael.
"G-grazie per i vestiti" apro la porta ma il corpo di Michael mi viene addosso, facendoci cadere per terra.
"Cavolo, scusami n-non volevo è che ti dovevo dare questi e-" parla a vanvera. Viene interrotto dalla mia risata, vedendolo così impacciato.
"Tranquillo" lo calmo guardandolo negli occhi.
"O-ora mi alzo, mhm si" balbetta impacciato. Mi porge una mano e mi aiuta ad alzarmi.
"Ecco se non ti dispice ti rubo cinque minuti il bagno, se vuoi puoi cambiarti nella camera qui di fronte, la mia" esclama mettendosi le mani nelle tasche della tuta.
"Va bene" annuisco e poi si chiude dentro il bagno. Entro nella camera di Michael e mi guardo intorno. Le pareti sono dipinte di un blu scuro. Il letto a due piazze occupa la maggior parte della stanza. L'armadio si trova sulla sinistra mentre a destra la la lampada è posta sul comodino in legno.
Decido di mettermi i vestiti che mi ha portato e noto anche l'intimo. Arrossisco pensando a quanto imbarazzo lo ha colpito mentre sceglieva l'intimo per me dai cassetti della sorella.
Mi vesto e poi asciugo i capelli in qualche modo con l'asciugamano.
"Ragazzina, sto entrando" la voce roca del mio capo mi distrae dalle mie azioni e poi entra. Mi giro di scatto, dandogli le spalle. L'ho fatto non appena ho intravisto il suo petto nudo imperlato dalle goccioline.
"Io forse è meglio se esco" balbetto imbarazzata. Chiudo gli occhi e vado a tentoni ma la prima cosa che le mie mani toccano, è il corpo caloroso di Michael. Apro di scatto gli occhi mentre incontro il suo sguardo.
"Si forse hai ragione" annuisce passando lo sguardo dagli occhi alle labbra.
"B-bene allora vado" indico la porta della stanza. Lui non se lo lascia ripetere due volte e prende il mio viso tra le mani per poi baciarmi dolcemente le labbra.
"Ora vai" esclama sorridendomi.
"Questo mi sembra proprio un ordine Michael, che avevamo detto?" chiedo cercando di reprimere un sorriso.
"Ok hai ragione, hai vinto tu" alza le mani al cielo.
"Che ne dici se mi prepari qualcosa per merenda mentre io mi vesto?" chiede sfiorando il mio naso contro il suo.
"Dico che è una bella idea" esco per lasciargli un po' di privacy e mi dirigo in cucina. Apro diversi scaffali e trovo delle merendine al cioccolato, biscotti, grissini, crechers, succo alla frutta e un latte a lunga conservazione. Beh andremo di dolce misto a salato.
"Quindi che mi prepari?" chiede Michael baciandomi la testa.
"Cioccolato e latte?" propongo alzando gli occhi su di lui.
"Vada per cioccolato e latte" annuisce prendendolo dallo scaffale. Il suono del suo cellulare interrompe il silenzio della casa. Risponde e saluta sua sorella.
"Si non sono a Roma, sono alla casa al mare" esclama facendomi segno di sedermi sul divano.
"No Giulia non venire!" quasi urla spalancando gli occhi.
"Ok tranquilla, se il temporale peggiora starò qui" annuisce anche se Giulia non lo può vedere. Appena chiude la chiamata un forte tuono mi fa balzare dall'altra parte del divano rispetto a dove ero seduta.
"Direi che stiamo qui se non hai problemi" esclama incominciando a mordere un biscotto al cioccolato.
"Restiamo qui" acconsento prendendo un biscotto anche io.

Prezioso come lo smeraldoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora