Capitolo 23

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"Buongiorno Michael" borbotto ancora assonnata muovendomi tra le coperte calde. Involontariamente vado a sbattere contro il suo petto, nudo e duro.
"Riconosci che é il mio petto che stai continuando a toccare con il tuo indice?" ridacchia. Arrossisco e nascondo la testa sotto le coperte.
"Che ne dici se vado a prendere la colazione da Giovanna?" chiede felice. Apro immediatamente gli occhi e sorrido.
"Si si sì!" batto le mani. Lui mi guarda e poi bacia la mia fronte.
"Sei proprio una ragazzina. Vado e torno, aspettami qui" sfiora il mio naso con il suo e poi si alza velocemente dal letto.
Lo saluto muovendo la mano in aria e poi lo vedo scomparire. Bene, é l'ora di alzarsi! Con molta calma scosto le coperte calde dal mio corpo e indosso le ciabatte. Prendo una felpa dal mio zainetto e me la metto. Mi storacchio e poi vado in bagno per vedere come sono conciati i miei capelli. In realtà sono lisci e la riga laterale è un po' storta ma nulla che non si possa sistemare.
"Ragazzina, sono a casa!" urla il mio capo dal salotto. Sorrido e corro da lui.
"Dai muoviti a toglierti le scarpe, ho fame" sbuffo dalla cucina, avendo già messo tutto in tavola.
"Mhm stavo mandando un messaggio. Dai, mangiamo!" si lava le mani nel lavandino e poi si siede di fronte a me.
"A proposito, tua sorella vuole che usciamo insieme" mordicchio un pezzo di torta al cioccolato. Però pizzica...
"Mhm" dice prima di incominciare a ridere.
"Perché pizzica?" spalanco gli occhi e bevo la mia tazza di latte.
"Colazione dello scherzo. Giovanna però mi ha lasciato un altro regalino per scusarsi. Era contraria a farmela" ridacchia estraendo un altro sacchetto da dietro la schiena. Lo guardo con due occhi ridotti a fessure perché non mi fido! Mi ha dato la torta al cioccolato e peperoncino!
"Giuro che é la sua torta al cioccolato" ridacchia tirando fuori un contenitore di carta.
"Senza aggiunta di peperoncino o altro?" chiedo muovendo la mano per farmi aria alla lingua che ancora brucia.
"Senza aggiunta di nulla" ripete cercando di rassicurarmi. La prendo in mano e l'annuso. Ok sa solo di cioccolato.
"Vedi che é buona?" domanda retoricamente mordendosi il labbro, guardandomi con i suoi occhi smeraldo. Annuisco emettendo un versetto di piacere, molto felice del sapore che sta coprendo il piccante. Michael deglutisce e poi distoglie lo sguardo dal mio. Si alza e si avvicina a me.
"Spetta anche a me questa torta!" esclama prima di morderla, portandosi e via quasi metà.
"Ei te ne avrei dato un pezzo se solo l'avessi chiesta!" sbuffo notando che ne rimane poca. Lui alza le spalle e poi mi sorride, masticando la MIA torta.
"Che ne dici se mangiamo fuori?" chiede bevendo dalla sua tazza del caffè ancora fumante.
"Pic-nic?" domando sorridendo. Mi ricordo quando lo facevamo io e i miei quando andavamo in vacanza al mare.
"In spiaggia" decreta incominciando a prendere i tovaglioli di carta e le posate.
"Yes!" salto in piedi e poi vado in camera a recuperare il mio cellulare per aggiornare Stella.

⏮⏸⏭

"Amanda" sussurra Michael al mio orecchio. Mi muovo sopra il divano e gli do le spalle, ho sonno!
"Amanda, non muoverti così" ansima stringendomi un fianco. Mi copro con la coperta e poi rigiro verso di lui, cercando di aprire gli occhi. Appoggio le mani davanti a me e cerco di capire se ho davanti il suo viso. L'unica cosa che sento sono muscoli e muscoli.
"Ragazzina..." dice a bassa voce. Apro un occhio e noto il suo petto nudo proprio davanti al mio naso.
"C-che ore sono?" chiedo strofinandomi l'occhio assonnato.
"Quasi le otto e mezza, che ne dici di prendere da mangiare?" domanda facendo incontrare i suoi smeraldi con il mio marrone terra.
"Come le otto e mezza!? Cavolo dobbiamo partire!" mi alzo velocemente dal divano. Un giramento di testa mi colpisce per la mia azione troppo affrettata e se non fosse per Michael luglio sarei caduta sopra. Appoggio le mani sullo schienale del divano mentre lui mi tiene per i fianchi. Respiro in modo irregolare per la paura di finire con il sedere sul pavimento e poi guardò Michael. Lui però ha gli occhi fissi davanti a sé e la bocca leggermente aperta. Scendo con lo sguardo fino ad incontrare l'oggetto di attenzione del ragazzo davanti a me e subito arrossisco, tentando di tirarmi su, in posizione eretta.
"S-scusa" balbetta distogliendo l'attenzione dal mio seno che ora copro in modo decente. La maglietta, troppo larga sul collo, ha lasciato intravedere il mio reggiseno insieme a quello che contiene. Che imbarazzo!
"N-non f-fa nulla" scuoto la testa e cerco di riprendermi. Michael si copre subito le gambe con una coperta e io lo guardo curiosa.
"Perché hai...?" chiedo indicando la stoffa floreale sulle sue gambe.
"Ecco si...ehm" borbotta diventando rosso sulle gote. Lo vedo in difficoltà e non capisco...
"Comunque torniamo domani pomeriggio a casa. Ho dovuto chiudere l'azienda per domani" cambia discorso sistemandosi il ciuffo color pece.
"Mhm o-ok" annuisco mordendomi l'interno guancia. In tutto l'abitacolo non si sente girare una mosca e, in imbarazzo, parlo.
"Posso cucinare io, il pollo e gli spinaci che abbiamo comprato ieri" propongo.
"Mhm si certo, io vado due secondi in bagno. Tu vai pure, ti raggiungo" annuisce grattandosi la guancia.
Un'ora dopo abbiamo finito di cucinare e quindi ci sediamo a tavola.
"Hanno un buonissimo odore gli spinaci" sorride ignaro di quanto sale io abbia messo nei suoi, giusto per prendermi la rivincita di questa mattina.
"Mhm si" annuisco celando una risata.
"Buon appetito ragazzina" ricambio e incomincio a mangiare il pollo, vedendo la faccia di Michael all'assaggio della verdura.
"Che cazzo..." appena manda giù il boccone beve un bicchiere e mezzo d'acqua. Non riuscendo più a trattenere la risata, mi lascio andare. Lui alza un sopracciglio e si alza, venendo verso di me.
"Questa me la paghi ragazzina!" sussurra prima di baciarmi, facendomi sentire quanto effettivamente sono salati. Rido e la situazione peggiora proprio quando incomincia a farmi il solletico sui fianchi.
"Tregua per favore!" riesco a dire in difficoltà.
"Ad una condizione!" accetta sorridendomi.
"Quale?" chiedo guardandolo mentre mi prende una mano.
"Te li mangi tutti te!" mi passa il suo piatto e io faccio una faccia schifata.
"Scordatelo!" scuoto la testa da destra a sinistra e scappo in salotto.
"Codarda di una ragazzina!" sembra serio quando lo dice ma il sorriso lo tradisce.
"Stai a debita distanza da me!" lo avviso, notando che si avvicina con un ghigno dipinto in volto.
"Dai ragazzina, voglio solo darti un bacio!" nego con la testa e cerco di rifugiarmi in bagno. Peccato che Michael abbia le gambe più lunghe delle mie e arriva pure a schiacciarmi con la schiena addosso alla porta.
"Per lei non c'é più scampo ragazzina" alza le spalle convinto dispiacere. Io ridacchio e lo bacio sulla guancia.
"Chiamerò il mio principe allora" alzo le spalle.
"E questo principe é per caso bello?" indaga. Io annuisco e i continua a fare domande.
"Alto?" annuisco di nuovo mentre lui sorride.
"Per caso si chiama Michael?" sussurra con le labbra attaccate alle mie.
"Michael De Angelis" sorrido vedendo come gli si illuminano gli occhi.
"Mi piaci Amanda, un sacco" ammette appoggiando la fronte sulla mia.
"Anche tu capo tutto-muscoli-e-niente-educazione" confesso arrossendo leggermente.
"Ringrazio mentalmente papà di avermi ceduto il posto da capo" sussurra stringendomi in un abbraccio.

Prezioso come lo smeraldoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora