Capitolo 3

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E anche oggi sono sulla buona strada per arrivare in ritardo a lavoro per colpa della sveglia che ho dimenticato di mettere ieri sera. Essendo arrivata già alle dieci mi sono messa a sgranocchiare una mela e poi sono filata a letto, dimenticandomi completamente di impostare la sveglia. Mi ritrovo alle 7.58 ancora dentro casa a mettermi le mie amate ballerine nere.
"Muoviti ragazza, ti accompagno ma non devi far ritardare anche me!" esclama Stella prendendo in mano le chiavi della sua macchina.
"Ti ripagherò con una buonissima torta al cioccolato, grazie che mi salvi sempre" dico chiudendo con due mandate la porta d'ingresso.
"Molto volentieri Amy" ridacchia ingranando la marcia.
"Quindi, il nuovo capo come ti é sembrato? Però ti avviso che mi sta già sulle scatole perché non ti ho potuto nemmeno salutare ieri sera" fa una piccola smorfia di dispiacere e poi mi lascia parlare.
"In realtà ci ho parlato in tutto si e no cinque minuti. Ho capito solo che é molto esigente e odia chi non é puntuale" alzo le spalle mentre tento di mettermi decentemente il rossetto nude sulle labbra.
"Aia, stai rischiando amica" ridacchia scherzando. Sono esattamente le otto e undici minuti quando arriviamo davanti all'azienda.
"Per un pelo, grazie mille Stella, a sta sera. Spero solo di arrivare ad un orario decente" e lascio un bacio sulla guancia e, quando anche lei mi saluta, chiudo la portiera e corro a prendere l'ascensore. Appena le porte si apro aprono al ventesimo piano noto Leila che mi guarda mortificata.
"Il capo oggi é incazzato" sussurra. La figura di Michael appare proprio dietro di lei e sembra furioso.
"Gregori, nel mio ufficio. Ora" ordina prima di chiudersi la porta alle spalle.
"Buona fortuna Amy" Leila mi da una pacca sulla spalla mentre io cammino lentamente verso il suo ufficio. Entro con cautela e restò ferma a metà dello studio.
"Cosa ti ho detto ieri?" domanda in modo freddo, dandomi le spalle. Io penso a quello che ci siamo detti e cerco di far uscire un minimo di voce dalla mia bocca, che però sembra serrata.
"Quindi?" insiste girandosi. Finalmente riesco a vedere i suoi occhi verde smeraldo.
"C-che devo essere puntuale" sussurro distogliendo lo sguardo dal suo.
"Bene. Non voglio che capiti più. E guardami" sento che si é avvicinato dato che il suo profumo ha totalmente invaso le mie narici. Strizzo gli occhi per trattenere le lacrime. So che sembro una bambina dall'esterno ma odio essere ripresa, soprattutto quando sto facendo il mio lavoro.
"Ragazzina, guardami" mi prende il mentre tra le dita e poi si piega fino ad arrivare alla mia altezza che senza tacchi é pari ad una lattina e mezza.
"Mi scusi, ora le vengo a portare il programma di oggi" cerco di cambiare argomento allontanandomi dal suo corpo che inebria tutti i miei sensi.
Che ti sta succedendo Amanda?!
"Va bene, prima calmati e poi portami il planning" esclama appoggiandosi alla scrivania. Annuisco e finalmente lascio il suo ufficio.
"Ti ha licenziata? Sembrava proprio incazzato prima" Leila arriva subito al mio fianco, seguendomi.
"No per fortuna. Era solo alterato perché odia i ritardatari" alzo le spalle e stampo il foglio che gli devo portare.
"Ma se hai ritardato di due minuti!" scuote la testa.
"Già, vabbè. Vado a portagli questo e poi ritorno da te, ok?"
"Certo. Sai che secondo me oggi si é svegliato con una ragazza con la quale ha passato una notte di fuoco?" ipotizza picchiettando il dito sul mento.
"In che senso Leila?" chiedo imbarazzata. Sento un fastidio strano allo stomaco.
"Oh amica mia, non lo vuoi veramente sapere" mi fa l'occhiolino ridacchiando.
"Mhm va bene, vado" esclamo pensierosa. Chissà che intendeva dire Leila con quella frase.

⏮⏸⏭

Mentre sto cercando di mettere a posto in modo cronologico tutti i documenti che ha analizzato ieri Micheal, qualcuno bussa alla porta.
"Avanti" esclamo solo, ancora con gli occhi su tutta quella carta.
"Amanda ciao. Ti ha già messo a lavorare duramente mio figlio, eh?" ridacchia Luigi sorridendo.
"Oh buon pomeriggio Luigi, come sta?" mi alzo dalla scrivania e mi accomodo nella sedia affianco alla sua.
"Bene Amanda, quante volte ti ho detto di darmi del tu?" scuote la testa e poi mi stringe la mano come se volesse confrontarmi.
"Come mai é venuto qui? La posso aiutare?" domando. Mi guarda stretto e poi ride. Ah già, ho usato ancora il lei.
"Volevo solo venire a darti qualche consiglio per stare meglio con quello scorbutico di mio figlio" mi fa l'occhiolino.
"Oh ma non si preoccupi. Andiamo d'accordo, credo" mi lascio sfuggire. La risata di Luigi alleggia nell'aria mentre io mi faccio rossa in volto.
"Lo so che é un ragazzo difficile. So anche che può essere un grandissimo rompi scatole. E per questo sono venuto qui. Ci tengo a te Amanda, é anche grazie a te che mia moglie si fida un po' di più di me. Comunque, so che a volte risponderà e ti tratterà male ma non aver paura, é solo una fase iniziale" mi sorride.
"Inoltre volevo invitarti una sera a cenare con me e mia moglie. Poi magari c'é anche Giulia, così vi salutate" Giulia è la secondogenita di a Luigi e a differenza del fratello é scherzosa e molto simpatica. La conosco solo da un anno ma ha un posto veramente speciale nel mio cuore.
"Ma certo! Mi farebbe molto piacere" annuisco entusiasta, abbracciandolo. Non faccio in tempo a staccarmi da Luigi che la porta del mio ufficio viene aperta di scatto e rivela la figura muscolosa di Michael.
"Bene Amanda, ci vediamo. Buon lavoro ragazzi" esclama andandosene, facendomi un ultimo occhiolino di nascosto.
"Che stavate facendo? Che ti ha chiesto?" domanda a raffica studiando la mia figura minuziosamente.
"Non credo le debba interessarle" esclamo. Alza un sopracciglio e io mi accorgo in che modo gli ho risposto,
"M-mi scusi non v-volevo rispondere in quel modo" balbetto passandomi una mano sulla fronte.
"Quindi?" chiede ancora senza demordere.
"Mhm mi ha invitato una sera per una cena" dico.
"Cioè con sua moglie e la figlia" balbetto nota di quanto la mia frase precedente fosse equivoca.
"Cioè tutta la mia famiglia eccetto me" si prende il labbro tra l'indice e il pollice e poi lo morde con i denti. Distolgo l'attenzione dalle sue labbra e mi schiarisco la voce.
"M-magari non voleva disturbare i tuoi impegni" sussurro.
"Oh certo certo. Comunque ero venuto per dirti che la prossima settimana mi accompagnerai a Venezia per otto giorni. Un cliente non può più venire qui e per questo andremo noi da lui" esclama per poi andare via.
"A-aspetti io e lei andremo a Venezia?" spalanco gli occhi. Sono sorpresa prima di tutto perché sarà la prima volta che viaggio da sola per così tanto tempo. Inoltre starò al fianco di Michael per otto giorni!
"Certo, la quarta sera invece avremo una serata di gala. Porta dei vestiti eleganti" e sparisce velocemente dalla mia vita. Dovrò andare a fare shopping con Stella! Mi butto sulla sedia pensando al viaggio, spero proprio di divertirmi.

Prezioso come lo smeraldoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora