Capitolo 28

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I raggi solare si infrangono sul mio viso e mi svegliano dal sonno profondo in cui ero. Apro leggermente gli occhi e annuso l'aria. Sa di pioggia ed erba tagliata...Michael. Spalancò gli occhi e noto che é seriamente rimasto tutta la notte qui. Stringe la mia mano nella sua mentre ha la testa appoggiata al materasso. Dorme beato ma appena la mia sveglia suona, mugola parole incomprensibili. Mi alzo senza dire una parola e corro a spegnere la sveglia impostata sul mio cellulare. Sento i passi pesanti di Michael e due secondi dopo me lo ritrovo davanti ancora addormentato. La guancia ha il segno delle lenzuola mentre le labbra sono rosse e i capelli tutti scompigliati. Sorrido alla visione di un Michael addormentato ma poi mi ridesta subito, imbronciandomi. Sposto lo sguardo sulla rivista e di nuovo mi si riempiono gli occhi di lacrime.
"A-amanda" balbetta seguendo la traiettoria del mio sguardo. Indietreggio voltando il viso a destra.
"Ti posso spiegare, giuro" sussurra tendendomi una mano.
"S-sei uscito con la tua ex a mia insaputa" scuoto la testa e mi asciugo la lacrima traditrice che ha solcato la mia guancia.
"No aspetta non trarre conclusioni affrettate" cerca di fermare i miei pensieri ma io lo guardo male.
"E tu cosa hai fatta sabato mattina?" esclamo con tono sarcastico. Lui apre la bocca varie volte senza emettere alcun suono. Gli do le spalle e incomincio a preparare la colazione.
"Ora che il temporale è finito puoi pure andare" sussurro con un dolore al lato sinistro del petto.
"Non me ne vado finché non chiariamo" esclama affiancandomi. Cerco di non dargli peso ma è impossibile dato che mi intralcia il passaggio per prendere qualsiasi cosa dai vari armadietti.
"Non puoi pretendere che io segua sempre i tuoi ordini! Ho deciso di andare in quella stupida discoteca solo perché t-ti ho visto con Miriam!" sbraito puntandogli contro un cucchiaino. Per fortuna che mi ero detta di stare calma...
"Mi hai seguito al ristorante?" nasconde un sorriso dietro alla mano. Mi mordo il labBro e punto il mio sguardo sulle mie unghie corte.
"N-non era questo che dovevi comprendere" balbetto in imbarazzo.
"Allora spiegami perché c'era quel tuo collega qui. A dormire" chiede avvicinatosi ulteriormente, facendomi sbattere la parte bassa della schiena sul mobiletto della cucina.
"I-in discoteca l'ho incontrato. Ero insieme a S-stella e Manu. Mi sono messa a ballare dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo e dopo averlo visto ed aver parlato mi ha accompagnato a casa dato che non mi sentivo tanto bene" mordicchio il labbro mentre lo guardo negli occhi.
"E perché avevi una misera maglietta quella mattina?" sussurra alzando le sopracciglia.
"Tu perché sei voluto uscire co-con Miriam?" domando alzando il mento, cercando di ricevere delle spiegazioni anche da lui.
"Oh Amanda" sussurra appoggiando i palmi delle mani sopra la mia testa, sul mobile.
"Volevo definitivamente chiudere con lei. Mettere un punto e rincominciare con te" spiega. Ad ogni parola si avvicina sempre di più e io tremo solo ad averlo così vicino.
"Ora rispondi tu, per favore" alita sulle mie labbra. Rabbrividisco e chiudo gli occhi.
"Sono andata a cambiarmi in camera e poi quando-quando Stella mi ha detto che non ritornava, Andrea ha voluto stare con me" sussurro chiudendo gli occhi e deglutendo.
"Prima o poi quel bamboccio lo farò rigare dritto" sbuffa. Sorrido leggermente per poi aprire gli occhi. Non l'avessi mai fatto! I suoi occhi mi studiano nei minimi dettagli mentre io pendo dalle sue labbra, rosse e carnose.
"Scusami per quello che ti ho detto dopo che è andato via Andrea. Ero solo incazzato e lo so che non è una giustificazione. Per farmi perdonare... questo week-end possiamo andare alla casa sul mare, porta anche i tuoi amici se vuoi" mi sorride. Annuisco e poi mi passo la mano sulla guancia tutta rossa che scotta.
"Ora posso baciarti?" sussurra. Rialzo lo sguardo ma prima che io possa rispondere Stella entra in cucina.
"Amy...oh avete risolto?" domanda scettica la mia amica.
"Mhm si ecco...caffè?" chiedo per distogliere l'attenzione da noi, ma Stella non ci casca.
"Giuro che se fai stare ancora male Amanda, ti righerò la tua stupida macchina da quattro soldi" lo minaccia. Io ridacchio per la sua mini sfuriata e scappo dalle grinfie di Michael, ancora incastrata tra il suo copro e l'armadietto.
"Non ne ho intenzione di farlo in futuro. Credimi" esclama in tono molto serio.
"B-bene, io vado a cambiarmi dato che il mio capo odia i ritardatari" dico prima di scappare in bagno. Quindici minuti dopo sono già fuori dal bagno e sto andando ad aprire la porta della mia camera che stranamente è chiusa.
Mi blocco non appena faccio due passi. Michael si sta abbottonando la camicia mentre io sono qui ferma a osservarlo.
"S-scusami" balbetto facendo scendere il mio sguardo sui suoi pantaloni.
"Perdonami. Dovevo cambiarmi e ho colto l'occasione mentre tu eri in bagno" esclama abbottonandosi i polsi, lasciando ancora in bella vista il suo petto.
"Ragazzina, i miei occhi sono più sopra rispetto a dove stai guardando" ridacchia. Arrossisco mentre vago nella mia camera cercando la mia borsa.
"A proposito, ti stanno bene questi jeans" sussurra non appena sono vicino a lui. Rabbrividisco al solo sentire il suo profumo.
"Gr-grazie" balbetto inciampando sui miei stessi passi. Le sue mani arpionano i miei fianchi per prendermi al volo.
"Attenta" dice con le labbra vicinissime al mio orecchio.
"Grazie d-di nuovo" sospiro chiudendo gli occhi, adagiando il mio corpo al suo.
"Che ne dici di farmi finire di preparare ed evitare di interrompermi per salvarti?" si indica la camicia, ridacchiando.
"S-si, adesso vado" borbotto uscendo dalla camera.
"Amanda!" mi richiama ridendo.
"Si?" domando girandomi, perdendo quasi l'equilibrio. Infatti mi appoggio allo stipite della porta.
"Dimentichi questa" ridacchia prendendo la mia borsa.
"Oh cavoli vero! Grazie" corro a recuperarla e poi scappo fuori dalla camera. Indosso le scarpe con il tacco e poi aspetto pazientemente Michael che arrivi, dato che mi ha proposto di accompagnarmi. Due minuti dopo lo vedo arrivare con il borsone in mano, nel quale c'era il suo completo.
"Andiamo?" domanda indossando il giacchino. Annuisco e, dopo aver salutato Stella, lo seguo.
"Ti lascio poco prima dell'ufficio, così non creiamo altre voci, ok?" chiede allacciandosi la cintura.
"Certo...come farai con le cose che sono scritte sulla rivista?" chiedo alzando gli occhi al cielo.
"Mhm dirò al nostro avvocato di indagare e far togliere le voci che girano" esclama svoltando a destra.
"Oh ok" annuisco senza dire altro. Bene, che incominci la mia giornata lavorativa!

Prezioso come lo smeraldoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora