Pov Olcan.
La sensazione che stesse per accadere qualcosa di brutto non voleva lasciarmi andare.
Avevo ucciso il nemico di Horn, il nemico di mio padre, il mio nemico.
Non era stato affatto facile.
Per anni avevo cercato di recludere il bene che volevo a Vikar, era stato difficile vedere un fratello tradire e denigrare i suoi cari e i suoi valori, ma alla fine, dopo tutte le sue azioni ero riuscito solo a provare rabbia e odio e finalmente avevo compiuto il mio dovere.
Avevo ristabilito un ordine che mancava da tempo.
Ero rispettato tra la mia gente e temuto dai miei nemici eppure, non riuscivo a trovare pace, sentivo che non era finita.
A complicare le cose c'era Astrid che non era più nel villaggio.
Non sapevo se avesse lasciato volontariamente la sua casa o se le fosse accaduto qualcosa ma ero più propenso a credere che se ne fosse andata di sua spontanea volontà.
Avevo passato notti intere a cercare una traccia a Horn, nei villaggi vicini ma niente, era come sparita nel nulla.
Conoscevo troppo bene Astrid, non era il tipo che si arrendeva così facilmente, il mio matrimonio l'aveva sconvolta anche se ero stato abbastanza chiaro su ciò che era per me e mai avrebbe accettato Liv come mia moglie e regina.
Ero preparato al fatto che desse delle complicazioni e che non stesse al suo posto.
Si era già scontrata con Liv e spesso e volentieri era venuta da me, a volte cercando di dissuadermi offrendomi il suo corpo, altre volte urlandomi contro.
Non sarebbe mai andata via così, senza creare scompiglio o fare del male a Liv e questa consapevolezza mi rendeva irrequieto.
Mi ero imposto di trovarla prima che facesse qualcosa di stupido.
Quella sera però decisi di mandare degli uomini a cercarla, io avevo bisogno di parlare con mio padre sperando in un momento di lucidità.
Mi ero preso tutte le responsabilità che implicava essere re ma ancora non conoscevo tutto dei suoi affari, spesso e volentieri mi aveva tenuto all'oscuro.
Andai nella casa dove si erano stabiliti, era isolata, lontana dalla persone che potevano vedere o sentire qualcosa, Valeska non voleva che si sapesse che mio padre aveva perso la regione.
Voleva che fosse ricordato come un grande re e un grande uomo.
Non era mia madre ma ero contento che mio padre l'avesse sposata, mi aveva sempre trattato come un figlio e le ero molto grato.
"Sono contenta di vederti, non sei più venuto a trovare tuo padre"
"Ho bisogno di parlare con lui, mi avete lasciato sulle spalle un bel fardello"
La vidi sorridere con malinconia.
"Tuo padre non può parlare Olcan, non ora almeno, quel fardello me l'ha portato via."
"Lo so."
"Certo che lo sai, è per questo che ha scelto te.
Nessuno può capire cosa significhi avere un potere così grande, avere la responsabilità di fare delle scelte a nome di tutte le persone che ti danno fiducia anche se vanno contro tutto ciò in cui credi.
Essere re Olcan, non significa solo essere ricchi, è sacrificio, è sangue e dolore!
Einar ti ha scelto proprio per questo, perché hai già combattuto contro quel dolore e ne sei uscito più forte."
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WULFGAR - The land of snow
RomanceLiv è una giovane ragazza che ha sempre vissuto nell'ombra, ingenua e piena di sogni si ritroverà ad essere una pedina nella mani del padre e costretta a sposare Olcan, un guerriero vichingo nelle cui vene scorre l'antico sangue di Fenrir, il giga...