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Olcan non mi aveva più lasciata, neanche per un momento.

Mi teneva stretta a se come a rassicurarsi del fatto che fossi realmente li con lui, mi aggrappai ancora di più al suo corpo lieta che fosse così calmo.

Nessuno dei due osava parlare e rompere quella beatitudine che si era creata.

Dal nostro matrimonio i miei sentimenti per lui erano molto cambiati e dentro di me sperai che anche i suoi avessero mutato in qualcosa di più profondo.

Rassicurata dalla sua mano che continuava ad accarezzarmi la schiena decisi di fare un tentativo e provare nuovamente a parlare con lui, volevo sapere.

Il cuore iniziò a battere forte per l'agitazione che si era insinuata in me, avevo paura della sua riposta.

Cosa avrei fatto se la natura dei suoi sentimenti fosse stata completamente diversa dalla mia? Come avrei reagito?

"Olcan..."

Mi rispose con un mugugno, stava per addormentarsi.

"Provi affetto per me?"

La mia domando lo spiazzò, non si aspettava che fossi così schietta e ci mise un po' a rispondere.

" Più di quanto mi aspettassi."

La sua risposta mi rese felice, Olcan era un uomo chiuso ma sincero.

Non aveva affermato di essere innamorato di me però mi aveva espressamente detto che non gli ero indifferente e non solo al livello fisico.

Si alzò con me ancora stretta tra le sue braccia per sedersi sul bordo del letto.

Mi portò sul suo grembo facendomi mettere al cavalcioni, eravamo ancora entrambi nudi e le mi guance si colorarono di un rosso accesso.

"E' questo che ti turba tanto?"

Mi disse accarezzandomi il volto.

Era più un'affermazione che una domanda, non si aspettava una risposta e così chiusi solo gli occhi al quel tocco delicato, così poco da lui e nascosi il viso nell'incavo del suo collo.

"Sei stanca, cerca di dormire."

Scossi la testa debolmente.

"Voglio parlare ancora un po'."

"Di cosa vorresti parlare?"

"Di te."

Mi scostò leggermente per guardarmi negli occhi e alzò un sopracciglio incuriosito.

"Di me? Hai la mia completa attenzione donna."

Presi coraggio e gli domandai ciò che mi tormentava da un po'."

"Mi avresti uccisa veramente?"

Mio marito si irrigidì a quella domanda, era in difficoltà e per la prima volta sul suo volto vidi indecisione ma alla fine, fu brutalmente sincero.

"Si."

Chinai il capo sconsolata, faceva male sapere e mi pentii immediatamente della domanda che gli avevo posto.

"Se mi avessi tradito, ti avrei uccisa e poi avrei passato il resto della mia vita nel tormento, perché credimi Liv, non ci sarebbe cosa peggiore per me."

Lui era stato sincero e lo fui anche io.

"Sono partita da Sarpsborg con l'intento di scappare, da te, da mio padre, da tutto ciò che era la mia vita, poi non so esattamente quando o come sia successo ho deciso di rimanere al tuo fianco.

Ricorda le mie parole Olcan.

Non ti tradirei mai."

A quel punto mi passò la mano tra i capelli tirandomeli delicatamente e mi baciò con foga.

"Non dimenticare ciò che hai appena detto donna perché ora mi appartieni."

Sorrisi per quel fare così possessivo, un tempo sarei andata su tutte le furie per un'affermazione del genere mentre ora era quasi gratificante sentire mio marito parlare così.

Mi alzai leggermente sulle ginocchia in cerca di una posizione migliore poiché le gambe avevano iniziato a fare male ma Olcan mi prese per fianchi tenendomi ferma e stretta a se e solo allora mi resi conto dell'eccitazione che si era risvegliata in lui.

"Cerca di non muoverti troppo o sarò costretto a farti mia un'altra volta."

Detto questo mi adagiò delicatamente sul letto e mi copri il corpo con una pelliccia.

Con una sfacciataggine che non credevo di avere lo tirai verso di me.

"Forse è quello che voglio."

"Stai mettendo a dura prova il mio autocontrollo, ma ora è tardi e domani mattina devi allenarti."

Fu come ricevere un pugno in faccia.

"Olcan non credo che riuscirò a sostenere un altro allenamento, mi fa male tutto il corpo, ho bisogno di riposarmi mi hai distrutto."

Mi aspettavo un rimprovero o diniego alla mia richiesta di una tregua e invece il suo atteggiamento apprensivo mi stupì.

"Ed io che credevo di esserci andato leggero"

"Forse per te è così, sei un Wulfgar dopotutto, sarebbe tutto molto più facile se fossi come te."

Passarono minuti di silenzio e quando fui sul punto di addormentarmi sentii la sua voce roca e profonda.

"E se ci fosse un modo?"

Eccomi tornata con un nuovo capitolo!
È un po' corto però mi farò perdonare con il prossimo 😎

Che ne pensate? Un po' di dolcezza ci voleva tra questi due🤔

WULFGAR - The land of snowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora