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Dopo la nostra presentazione il banchetto continuò tranquillamente, mio padre e re Einar, si erano seduti vicino e quest'ultimo per buona parte della serata aveva raccontato con orgoglio delle varie battaglie vinte dai suoi figli nella terra della neve.

A quanto pare avevano dei problemi con un certo conte Vikar che voleva conquistarsi il titolo di re.

Avevo compreso che era un uomo che aveva grandi ambizioni ma non il cervello per realizzarle, infatti era stato sempre sconfitto e non lo ritenevano una grossa minaccia, comunque sia, era un fastidio di cui volevano liberarsi al più presto.

Causava non poco scompiglio nei villaggi e per questo motivo sarebbero ripartiti molto presto.

In seguito i due re non avevano smesso per un solo istante di parlare sottovoce, come se ci fosse qualche oscuro segreto da gestire.

Balder e Brynyar bevevano e mangiavano spensierati e ogni tanto palpavano le grazie di qualche schiava, a dirla tutta erano parecchio ubriachi, come la maggior parte dei presenti del resto.

Sembrava che tutto il timore degli uomini del villaggio nei confronti dei Wulfgar fosse sparito davanti a qualche boccale di birra, l'atmosfera era decisamente più allegra e festosa.

Olcan invece, al contrario dei fratelli non aveva toccato birra e ciò mi sembrava già abbastanza strano, guardava con occhi severi mio padre e il suo, come se riuscisse a capire perfettamente di cosa stassero parlando quei due.

Per tutta la sera non avevo fatto altro che guardare quel guerriero e tutta la sua gente e mi ritrovai a pensare che
Gerda forse non si sarebbe trovata poi così male, a parte l'aspetto fisico, per il momento non mi sembravano così diversi da noi come affermava Hel.

Ovviamente l'idea di un matronio combinato non mi andava giù ma se non ci fosse stata altra scelta almeno avrei voluto che stesse bene.

Mi girai verso mia sorella, seduta poco distante da me e notai che i suoi occhi non erano rivolti verso quello che si supponeva doveva essere il suo futuro marito, ma verso il minore dei tre Fratelli, Brynyar, che se pur ubriaco ricambiava palesemente quegli sguardi e di tanto in tanto le lanciava qualche sorriso mesto.

Ero la più piccola tra le mie sorelle ma non cosí tanto da non comprendere che gli dei probabilmente stavano giocando con Gerda.

L'ostacolo più grande non erano le tradizioni o la natura di quegli uomini era il fardello dei suoi doveri che forse, sarebbe stato più grande di quel che poteva sopportare.

Mio padre e re Einar improvvisamente si alzarono e nella sala scese il silenzio, tutti smisero di mangiare e di bere per ascoltare ciò che avevano da dire.

Mio padre prese l'ultima sorsata di birra e poi lanciò il bicchiere per terra.

"Oggi è un grande giorno!
Re Einar ha finalmente accettato di unirsi a noi nella conquista delle terre a Est"

Tutti i presenti si alzarono urlando, festeggiando un conflitto che da li a poco mio padre avrebbe iniziato.

A quel punto capii finalmente perché aveva bisogno di quel popolo, le terre a Est appartenevano a re Kendall e nessuno mai era riuscito a conquistarle.
Aveva bisogno di alleati forti se voleva avere almeno la speranza di vincire.

"E per onorare questa alleanza ho deciso di dare la mia primogenita Gerda in sposa al primo figlio di Einar, Olcan"

Ora l'ipotesi del matrimonio era divenuta una realtà.

Mia sorella abbassò il capo sconfitta e Brynyar sospirò e tirò le spalle indietro come se il padre e il fratello gli avessero tolto qualcosa che sperava diventasse suo.

Il viso di Olcan invece non si scompose, si limitò ad alzarsi e ad uscire dalla sala, pensai che fosse arrabbiato e che volesse restare da solo ma poco dopo rientrò con un piccolo fagottino tra le mani.

Si avvicinò a Gerda e cosí potei notare più da vicino quanto quell'uomo fosse maestoso, ogni parte del suo corpo sprizzava forza e virilità, ma questo mia sorella sembrava non notarlo.

"Tra la mia gente è consuetudine che le future spose lo ricevano in dono"

Olcan a quel punto scostò i stracci del fagottino e ne tirò fuori un cucciolo di lupo.

Era bellissimo e il suo pelo era nero come la notte, ma sembrava più il cucciolo di un orso che quello di un lupo, era decisamente grande.

"Se saprai insegnargli diventerà un compagno fedele"

Gerda prese il cucciolo di lupo e sussurrò un flebile "grazie" si vedeva benissimo che non era entusiasta nè del matrimonio nè del regalo ricevuto e non si poteva di certo biasimarla.

Non riuscivo a capire per quale motivo i Wulfgar regalavano alle spose dei lupi, era una cosa strana, un usanza che non avevo mai sentito.

Presa dalla curiosità stavo quasi per chiedere ad Olcan il motivo di tale tradizione ma prima che le parole uscissero dalla mia bocca mi ricordai ciò che aveva detto mio padre e soprattutto quello che mi aveva detto Hel.

I Wulfgar erano particolarmente devoti a Fenrir, il lupo figlio di Loki incatenato da Odino sull'isola di Lyngvi, molto probabilmente nel loro popolo vi era questa usanza per rendergli onore.

"Ti consiglio di addestrarlo nella nostra lingua, la prossima primavera quando ci sposeremo verrai nella mia terra"

Gerda si limitò ad annuire, sembrava imbambolata.

"Mio fratello Brynyar resterà qui fino al nostro ritorno, lui potrà insegnarti"

Pensai che gli dei si stessero decisamente prendendo gioco di mia sorella.

Il banchetto terminò molto tardi e tutti alla fine andarono a dormire.

Nel tragitto verso la mia camera notai Gerda che si stava dirigendo fuori con il cucciolo di lupo.

"Gerda aspetta! Dove stai andando?"

"Non voglio quell'uomo! E non voglio il suo insulso regalo!"

Era sconvolta, aveva gli occhi rossi e le lacrime ancora gli solcavano le guance, mi venne istintivo abbracciarla.

"Non puoi abbandonare il cucciolo, cosa gli dirai quando tornerà?"

"Non mi interessa! Se ti interessa tanto del cucciolo puoi tenerlo tu!"

Era stata sprezzante ma non gliene feci una colpa, in fondo la sua vita era stata stravolta.

Gettò il cucciolo a terra e se ne andò, il lupetto iniziò a piangere per il colpo ricevuto ed io ero troppo sensibile, non sarei mai riuscita a lasciarlo li fuori a morire di freddo e stenti, così alla fine lo presi e me lo portai in camera.

Presi una pelliccia e ci adagiai sopra il cucciolo che subito si accovacciò per dormire.

Era bellissimo e decisi che mi sarei presa cura io di lui, iniziai ad accarezzarlo e alla fine mi venne in mente un nome perfetto da dargli.

"Fenris"










WULFGAR - The land of snowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora