Avevo passato l'intera nottata in bianco, nel timore che il vichingo potesse cambiare idea.
Quando finalmente all'alba lui se ne andò, mi lasciai andare in un lungo sospiro di sollievo e cercai di rilassare i muscoli del corpo che si erano indolenziti per tutta la tensione provata quella notte.
La coltre di pellicce su cui ero sdraiata mi teneva caldo e mi riusciva difficile alzarmi.
Il tepore e la spossatezza mi conciliavano il sonno e se non fosse stato per la partenza imminente probabilmente avrei dormito per molte ore.
Dovevo risolvere molte questioni prima di andarmene, decidere cosa fare con Fenris e parlare con mia sorella Gerda.
In quei giorni mi aveva volutamente evitato ed ora che stavo per andarmene, sentivo il bisogno di parlarle e dirle che non ero affatto risentita per tutto quello che era successo.
Mi alzai malvolentieri e quando uscii fuori dalla tenda notai che tutti i Wulfgar erano intenti a preparare le navi e le provviste per il viaggio, ma non vidi la figura imponente di Olcan, ne quella di Brynyar.
Feci per avviarmi verso casa, quando un suono familiare mi bloccò.
Un guaito.
Quella notte non ero rientrata a casa e probabilmente Fenris era venuto a cercarmi.
Non potei fare a meno di sorridergli e passare la mano sul suo bellissimo pelo nero.
Volevo portarlo con me, dovevo portarlo con me.
Era impossibile nasconderlo su una delle barche, avrei dovuto parlare con Olcan e convincerlo in qualche modo, dopo tutto, era il regalo di nozze che aveva fatto a Gerda, dunque, il suo intento era quello di riportarlo indietro.
<<Forse riuscirai a rivedere il luogo dove sei nato>>
In risposta Fenris mi saltò addosso facendomi addirittura cadere e mi leccò tutto il viso.
Riuscivo sempre a stare bene in sua compagnia.
Ad un certo punto però, si irrigidì.
Il ringhio che salì dalla sua gola era basso, minaccioso e mi alzai frettolosa.
<<Cosa succede?>>
Sembrava sul punto di attaccare qualcosa o qualcuno.
<<Dunque hai imparato la nostra lingua, interessante>>
Olcan era dietro di noi, appoggiato agli assi in legno di una casa che doveva appartenere ad Orvar e ci scrutava con curiosità.
Dal giorno in cui lo avevo incontrato dal fabbro, Fenris nutriva una certa antipatia nei suoi confronti.
<<Mi ha insegnato Brynyar>> risposi, cercando di sembrare indifferente.
<<Immaginavo, si è dato da fare parecchio in questo ultimo anno.>>
Percepii una nota di amarezza nelle sue parole e compresi che le azioni del fratello non gli erano rimaste indifferenti come credevo.
<<Non ti fa piacere sapere che conosco la tua lingua?>>
<<Affatto, almeno ora non dovrò perdere tempo ad insegnarti.>>
Non so perché ma le sue parole mi ferirono nell'orgoglio, ero una perdita di tempo per lui?
Come sempre non riuscii a tenere a freno la lingua e gli risposi con cinismo.
<<Mi dispiace che questa schiava ti dia tanto disturbo.>>

STAI LEGGENDO
WULFGAR - The land of snow
RomansaUna ragazza intrappolata nel proprio destino. Un guerriero avvolto dal mistero. Un matrimonio che potrebbe diventare una condanna o una rivelazione. Liv ha sempre vissuto nell'ombra, ingenua e piena di sogni si ritroverà ad essere una pedina nell...