Il giorno seguente mi svegliai molto tardi, con la mano di Olcan che mi accarezzava la schiena.
Mi inarcai sotto quella carezza ormai divenuta così familiare e gli donai un sorriso timido mentre riprendevo lentamente coscienza.
"Finalmente, sei sveglia"
Sentire la sua voce roca fu gratificante, averlo li, così vicino, mi fece sentire protetta e felice.
Erano giorni che mi svegliavo completamente sola e finalmente quel senso di sconforto se ne era andato, eravamo riusciti a parlare e a chiarire alcune cose anche se, a molte altre, doveva ancora dare risposte.
Mugugnai rannicchiandomi contro il suo petto, l'istinto di toccarlo si fece avanti, più prepotente che mai, non ne avevo mai abbastanza di lui.
Allungai il braccio verso il suo viso e infilai la mano in quella barba folta e dorata iniziando ad arricciarla tra le dita.
Era rilassante, e mi sarei addormentata nuovamente se non fosse che Fenris spezzò quel momento di quiete e tranquillità balzando sopra la coltre di pellicce mettendosi tra di noi e leccandomi il viso.
Mi venne da ridere, forse anche lui avvertiva quest'aria di serenità che si era creata tra noi.
Olcan lo accarezzò e fui sorpresa di non vedere alcuna reazione negativa dal mio lupo.
"Sembra che voi due andiate un po' più d'accordo, solitamente vuole sbranarti"
Lo presi in giro, memorizzando quel momento nella mia mente sperando che durasse il più a lungo possibile.
"Vuole sbranarmi solo quando crede che io sia un pericolo per te".
Fenris si accovacciò ai piedi del letto vicino a Freydìs e notai solo allora quanto i nostri lupi rappresentavano al meglio ciò che eravamo io e Olcan.
Uno era nero come le notti di luna nuova, l'altra rossa come la terra in autunno, completamenti diversi.
Noi appartenevamo a due mondi differenti e niente poteva cambiare il fatto che lui era un Wulfgar e io una semplice gracile umana ormai legata a un mondo diverso, pericoloso, dal quale non potevo più scappare.
"Mi sono sempre chiesta perché i loro manti siano diversi da quelli bianchi degli abitanti di Horn"
Mio marito corrugò la fronte, le mia domanda aveva alterato la sua tranquillità ed ora potevo leggergli chiaramente in faccia quanto fosse indeciso sul continuare o no quella conversazione.
"Il colore bianco rappresenta la purezza, i nostri lupi non hanno quel colore perché non ne siamo degni "
"Che vorresti dire?"
" Tu non sei una Wulfgar, non hai il nostro sangue, provieni da un'altra terra, sei una straniera e come tale non meriti di avere un lupo bianco al tuo fianco."
"Quindi è più una questione d'identità culturale?"
"Si, è anche questo."
" Allora perché anche la tua lupa è diversa? Sei un Wulfgar..."
Olcan si alzò, lasciando vuota la parte del letto accanto a me e andò a versarsi da bere, era come se avesse avuto bisogno di qualcosa per trovare il coraggio di tirare fuori ciò che aveva da dire.
"Io non sono degno di avere un lupo bianco perché sono il figlio di una traditrice."
Sbarrai gli occhi incredula di fronte a quella confessione, sapevo che non era il figlio di Valéska ma non che il suo passato nascondesse qualcosa di così doloroso.
"Mia madre si chiamava Odalyn, mio padre era già re quando la sposò e a quel tempo era il nemico di un uomo chiamato Sigurd, anche lui voleva impossessarsi di Horn come Vikar.
Per quel che ricordo mio padre l'amava moltissimo."
Smise per un attimo di parlare, posò il bicchiere ormai vuoto sul tavolo e venne a sedersi nuovamente accanto a me.
Con una mano andò ad accarezzarmi i viso ed io istintivamente chiusi gli occhi a quel tocco piacevole che trasmetteva però, tutta la sua malinconia.
" Con le tue azioni ho rivissuto momenti che avrei preferito non ricordare"
"Cosa le è capitato?"
"Lei voleva proteggermi, Sigurd attaccava spesso il villaggio e più volte aveva provato ad uccidere me e mio padre.
In uno degli ultimi scontri, uno degli uomini di Sigurd riuscì a ferirmi gravemente.
A quel punto mi prese la mano e la portò a toccare una cicatrice molto spessa sulla spalla, vicinissima al collo.
Ero solo un bambino e mia madre perse completamente la testa.
Ricordo solo che una volta riprese le forze mi portò con lei nel bosco, mi ripeteva continuamente che avremmo avuto una vita migliore lontano da Horn e che sarei stato al sicuro ma non so come o perché , arrivati al fiume ci scontrammo con Sigurd che ci bloccò la strada.
Mio padre non trovando mia madre aveva messo in subbuglio tutta la cittadina e purtroppo riuscì a trovarci proprio in quel momento.
Sospettò subito di un tradimento come tutti del resto e mosso dalla rabbia riuscì ad uccidere Sigurd ma la sorte peggiore toccò a mia madre.
Avevo i brividi al solo pensiero di ciò che aveva dovuto passare quella donna per proteggere suo figlio.
"Ricordo che mio padre scambiò poche parole con lei, ricordo le sue lacrime mentre lo pregava di ascoltarla, ricordo il volto di mio padre mentre tirava fuori la spada, combattuto e sofferente e poi, un attimo dopo il corpo di mia madre esanime cadere a terra.
Alla fine del racconto ero più arrabbiata che malinconica per quella storia così triste e per il fato che gli dei avevano riservato a quella donna innocente.
Ora comprendevo il motivo per cui Olcan era impazzito vedendomi con Jorgen ma non riuscivo a concepire l'idea che suo padre non avesse lasciato neanche il tempo di spiegarsi alla donna che amava.
Come aveva potuto fare una cosa simile? Come aveva potuto uccidere sua moglie davanti agli occhi di suo figlio?
"Sei un uomo migliore di tuo padre"
Mi sorrise amaramente.
" No invece, sono diventato esattamente come lui, ho solo qualcosa che lui a quel tempo non aveva"
"Cosa?"
"Il dolore Liv, io so cos'è il dolore."
Eccomi tornata con un nuovo capitolo!🌼
Chiedo scusa per l'enorme ritardo e a tutte le persone che mi chiedono informazioni sulla pubblicazione dei capitoli.
Purtroppo non sono riuscita a mantenere le scadenze che mi ero prefissata ( non intenzionalmente ovviamente) e questo mi è stato fatto notare anche da alcuni di voi, per questo vi faccio le mie scuse.Comunque sia ci tengo a precisare che scrivere per me è una passione e lo faccio nel poco tempo libero che ho a disposizione quindi nelle volte in cui vi ho detto che avrei pubblicato in un determinato giorno e poi non l'ho fatto è perché mi ci si è messo di mezzo qualcosa che mi ha impedito di farlo.
Detto questo, prometto che non darò più false speranze 🙈
Buona lettura a tutti coloro che ancora seguono la mia storia e mi sostengono ❤️
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WULFGAR - The land of snow
Roman d'amourLiv è una giovane ragazza che ha sempre vissuto nell'ombra, ingenua e piena di sogni si ritroverà ad essere una pedina nella mani del padre e costretta a sposare Olcan, un guerriero vichingo nelle cui vene scorre l'antico sangue di Fenrir, il giga...