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Dopo la partenza dei Wulfgar l'anno passò velocemente e l'inverno stava lasciando nuovamente il posto alla primavera. 

Avevo passato molto tempo insieme a Brynyar, mi aveva insegnato la loro lingua e raccontato molto sulle loro tradizioni, inoltre mi aveva aiutata a gestire e ad addestrare Fenris.

Avevo deciso di parlargli nella lingua del suo popolo, parlare con lui in un linguaggio che altri non conoscevano mi sembrava più intimo, come se questo piccolo particolare servisse a rafforzare il nostro legame ed effettivamente era così.

Quel cucciolo indifeso con il tempo era diventato un enorme lupo nero, un enorme lupo nero che ascoltava unicamente i miei comandi, era la mia ombra, non lasciava il mio fianco neanche per un secondo e come disse Olcan era diventato un compagno fedele, un amico. 

Presto sarebbero ritornati e l'umore di Gerda cominciava ad essere altalenante, ogni tanto quando passavo davanti la sua stanza la sentivo piangere e mi si stringeva il cuore al pensiero di essere completamente inutile, qualsiasi parola non sarebbe servita a consolarla. 

 In quell'ultimo anno poi, la situazione si era complicata in maniera smisurata.

Brynyar non era stato molto tempo solo in mia compagnia ma anche in compagnia di mia sorella, ovviamente in modo molto discreto agli occhi della gente, quindi nessuno a parte me conosceva ciò che stava accadendo tra i due. 

Mi era capitato più volte di trovarli in situazioni compromettenti, soprattutto vicino al fiume dove spesso andavo a fare il bagno insieme a Fenris, era un luogo appartato e difficilmente le persone si dirigevano la. 

Onestamente non approvavo la loro relazione clandestina e non riuscivo proprio a capire come Brynyar avesse potuto fare una cosa del genere al proprio fratello e ancor meno come avesse intenzione di gestire la situazione, non poteva di certo spubblicare il tutto.

Lui probabilmente se la sarebbe cavata con una piccola disputa con padre e il fratello ma Gerda, lei rischiava la vita, mio padre non era mai stato un uomo ragionevole, non conosceva pietà per nessuno e tantomeno per le sue figlie.

Se mia sorella avesse mandato a monte i suoi piani, non ci avrebbe pensato due volte a farla fuori, in fondo era il re e nessuno calpestava l'autorità del re. 

Avevo cercato in tutti modi di farla ragionare ma lei aveva sempre negato tutto, non ascoltava minimamente le mie parole ed io, cominciavo ad avere paura.

                    ...........

I giorni erano passati velocemente, e inevitabilmente il momento del ritorno dei  Wulfgar era arrivato, di li a poco sarebbero approdati al nostro molo. 

Questa volta la mia presenza non era stata richiesta così con Fenris mi diressi verso la spiaggia sedendomi poco lontano dal ponte, avevo bisogno di tranquillità dato che molto presto probabilmente ci sarebbe stata una tempesta. 

Rimasi li per un bel pò di tempo, tanto da intravedere le navi dei Wulfgar e l'arrivo di Brynyar che si era appoggiato alla staccionata del pontile e li attendeva con non poca impazienza.

Quando  finalmente arrivarono notai che né re Einar né Balder erano presenti, questa volta al fianco di Olcan c'era un ragazzino che avrà avuto si e no dodici anni, Brynyar vedendolo sorrise e lo abbracciò forte, dopo di che tornò serio e rivolse lo sguardo verso il più grande.

I due si dissero qualcosa che da quella distanza non sarei mai riuscita a comprendere ma dallo sguardo severo di Olcan capii che non era nulla di buono, mi preoccupai immediatamente e quando si allontanarono decisi di andarmene da li.

"Vieni Fenris, è meglio se torniamo a casa" 

Lungo il tragitto di ritorno feci una piccola sosta da Vòlundr, il fabbro del villaggio.

WULFGAR - The land of snowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora