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Mentre camminavamo verso il villaggio potevo avvertire molta tensione tra me e Bjiorn.

Anche lui era arrabbiato con me.

Non mi aveva tolto gli occhi di dosso per un solo istante e appena perdevo il passo, ritrovandomi a camminare dietro di lui, si fermava e attendeva che ritornassi al mio posto.

Mi stava trattando come un prigioniero di guerra, con l'unica differenza che avevo le mani libere dalle corde che generalmente si usavano per non far scappare gli schiavi.

Non sarebbero servite comunque, se fossi scappata non sarei andata molto lontano e quell'idea non aveva neanche sfiorato la mia mente ed il fatto che sia Bjorn che mio marito lo pensassero mi irritava.

Lo osservai per un po', senza essere troppo indiscreta, era molto simile a mio marito, anche caratterialmente, era burbero e di poche parole, crescendo insieme erano entrati in simbiosi.

La storia che avevano in comune li aveva legati indissolubilmente, Olcan si fidava ciecamente di lui e Bjorn lo rispettava come re e come fratello.

Entrambi erano grandi guerrieri e non vi era traccia di invidia a minacciare quel legame così limpido.

Se fossi riuscita a convincere Bjorn che la natura delle mie azioni non era assolutamente come poteva sembrare allora, forse, anche Olcan mi avrebbe creduto.

Con rammarico cercai un modo per parlagli e giustificare le mie azioni ma poi pensai che se era così simile a mio marito tanti giri di parole lo avrebbero solo innervosito e così, decisi di andare dritta al punto.

" Non sono scappata e non stavo cercando di farlo"

Bjorn continuò a camminare, senza darmi molta importanza.

"Non è a me che devi dare spiegazioni, sei sua moglie, quello che succede tra di voi non mi riguarda"

"Si, però sono anche la tua regina e le mie azioni riguardano te e tutti gli altri"

A quel punto Bjorn iniziò a rallentare il passo fino a fermarsi e con i suoi occhi di ghiaccio mi fissò con rimprovero.

Non voleva ascoltarmi ma non me ne preoccupai più di tanto, ormai ero abituata a caratteri scontrosi come il suo.

"Bene, ti conviene ricordarlo la prossima volta che ti verrà in mente di fare una sciocchezza come questa."

"Non sono scappata"

Lo ripetei con fermezza, scandendo bene le parole, sperando che capisse che non stavo mentendo.

"Non sarai scappata, ma ti sei allontanata dal villaggio senza avvertire nessuno, ti sei inoltrata nella foresta senza sapere dove andare e la cosa peggiore è che ti sei fatta trovare in confidenza con un confinato. Devi ringraziare gli dei per non essere stata vista da altri."

Era terribilmente vero, questi due avevano la capacità di farmi sentire una sciocca ma comunque, non riuscivo a pentirmi.

Avevo bisogno di un viso familiare, di una persona a cui aggrapparmi perché mi doleva ammetterlo ma stavo crollando, la mia forza mi stava abbandonando e tutte le cose negative accadute in quel periodo insieme allo strano comportamento di Olcan mi pesavano sulle spalle come un macigno.

Non mi sarei sentita in colpa per aver cercato una spalla sui cui aggrapparmi.

"Volevo solo trovare Ella, Olcan lui... lui..."

Smisi di parlare, ero talmente arrabbiata e stanca che non riuscivo a trovare le parole per spiegarmi.

"Lui, è impazzito quando non ti ha trovata.
Ha messo sotto sopra tutta Horn, ti abbiamo cercata ovunque, persino al fiume.
Stavamo per andare a chiedere aiuto alla volva quando abbiamo sentito il tuo odore insieme a quello di Jorgen."

"È il nome del confinato?"

"Si, era un alleato di Vikar"

Rimasi sorpresa per quello che Bjorn mi aveva appena confidato, Olcan inaspettatamente si era preoccupato per me e non sapevo proprio immaginarmelo impaurito e fuori controllo.

Per tutto il tempo che ci volle per arrivare a casa spensi completamente la testa, allontanai ogni tipo di pensiero o preoccupazione, non feci neanche caso a tutte le persone che mi guardavano e bisbigliavano tra di loro.

Bjorn mi accompagnò fin dentro casa e rimase fermo sulla soglia in silenzio per diversi minuti.

Iniziò a grattarsi il capo con evidente imbarazzo, non sapeva che fare e quel comportamento così innaturale per un uomo come lui mi fece sorridere.

"Puoi andare se vuoi"

" Gli ordini di Olcan sono stati chiari, devo accertarmi che tu rimanga esattamente dove sei"

"Puoi stare tranquillo, ti assicuro che non andrò da nessuna parte, ho a malapena la forza di parlare. Attenderò la furia di Olcan proprio qui"

Bjorn sembrava essere indeciso su quello che avrebbe dovuto fare ma alla fine decise di lasciarmi in pace.

"Non farmene pentire"

Fece per andarsene ma prima di chiudersi la porta alle spalle si rivolse a me con un tono meno duro di quello che aveva usato fino a quel momento.

"Gli passerà."

Gli sorrisi per ringraziarlo e quando rimasi sola crollai in un pianto liberatorio.

Era stata una giornata infernale e il peggio doveva ancora arrivare.

WULFGAR - The land of snowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora