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Quando staccai gli occhi da quella distesa di luce mi guardai intorno, in entrambe le sponde del fiume vi erano monumenti dedicati a Fenrir e al dio Loki, suo padre.

Sugli alberi erano state appese delle fiaccole e
vigeva un silenzio tombale nonostante quasi tutti i Wulgar e i loro lupi, si fossero radunati in circolo in quel piccolo torrente.

Si sentiva unicamente il rumore dell'acqua che dalla parete rocciosa scendeva fino a scagliarsi contro la terra e che, senza fermarsi, continuava il suo cammino.

Quel luogo aveva in se qualcosa di estremamente sacro e magico, conteneva l'essenza degli spiriti e il profumo delle erbe bruciate travolgeva i sensi, dava l'impressione di essere inviolabile.

Al centro del piccolo corso d'acqua invece vi era Olcan, accompagnato dal vecchio re che portava un abito elegante e tra le mani teneva la spada di famiglia che dopo il matrimonio avrebbe ceduto al suo primogenito.

Il suo portamento come al solito era fiero ma stavolta percepii in lui qualcosa di diverso, non aveva più la grinta che avevo notato a Sarpsporg, sembrava un uomo stanco e provato.

A differenza del padre Olcan non era affatto elegante, al contrario, sembrava essersi preparato a combattere una battaglia, portava al fianco la sua ascia e lo scudo era stato legato dietro la schiena, il suo corpo era ricoperto di rune disegnate con il sangue, probabilmente avevano compiuto un sacrifico, i suoi capelli non erano più intrecciati, erano stati sciolti e ricadevano lunghi sulle spalle scoperte, ricoprendo parte dei tatuaggi e la barba, anche se poco, era stata tagliata.

In quel momento sembrava proprio un feroce berserker che attende con impazienza di sovrastare la sua vittima, rabbrividii poiché mi guardava intensamente, con occhi avidi, bramosi di desiderio, sembravano urlarmi contro che di li a poco sarei stata sua, non potevo smettere di pensare a ciò che era successo sulla spiaggia, alla sua mano che toccava la mia pelle, alla sensazione di protezione che avevo provato ascoltando le sue parole.

Ora sembrava tutto l'opposto di quell'uomo.

Abbassai lo sguardo incapace di sostenere i suoi occhi e
solo allora mi accorsi che al suo fianco teneva due lupi, di cui uno riconobbi subito essere il mio Fenris, dopo il viaggio in barca non lo avevo più rivisto e mi rassicurai quando vidi che era in perfetta forma.

L'altro invece, era di una stazza più piccola, forse si trattava di una femmina e il suo pelo era diverso da tutti i lupi dal manto bianco che avevo visto.

Credevo che Fenris fosse l'unico ad avere un colore insolito ma anche la lupa vicino ad Olcan si distingueva dagli altri perché la sua pelliccia era di un particolare colore rossiccio.

"Il suo nome è Freydìs, è la lupa di Olcan"

"Leggete anche nel pensiero?"

"No, ma è facile capire a cosa stai pensando"

Ella rise leggermente poi mi prese la mano e insieme a Valeska mi guidarono al fianco di Olcan e re Einar.

Fenris vedendomi si mise tra le mie gambe e con il muso andò a cercare la mia mano, non potei fare a meno di accarezzarlo, finalmente eravamo di nuovo insieme.

Alcune donne iniziarono a suonare e ballare intorno a noi e di li a poco dal bosco giunse una donna anziana, dal suo aspetto mi resi subito conto che si trattava di una sacerdotessa praticante le arti del Seidr, una Volva.

Vivevano nei boschi, lontano dalle comunità, erano temute per la loro magia e la capacità di prevedere il destino, avevo sentito molte storie sul loro conto ma non mi era mai capitato di incontrarne una, era raro imbattersi in loro.

I suoi capelli erano bianchi, intrecciati, con delle piume di corvo a fare da ornamento, il suo corpo era ricoperto da un lungo mantello nero e al collo portava una collana composta di pietre e ossa, dalla cintura di pelle che portava alla vita pendeva una corda lunga quasi fino a terra dove erano stati legati alcuni talismani.

I suoi occhi erano dipinti di rosso e tra le mani stringeva un lungo bastone di legno che presentava intagliature di simboli che non conoscevo e un pomolo sulla cima, impreziosito con perle e gemme.

Una delle donne del villaggio si avvicinò e porse alla volva un calice e un piccolo coltello, poi con il suo bastone iniziò a girarci intorno pronunciando parole che non riuscivo a comprendere, facendo un cerchio nell'acqua.

Olcan a quel punto mi cinse i fianchi e si avvicinò al mio orecchio.

"Non preoccuparti, sarà veloce non ti farà male"

Prima di riuscire a capire le sue parole la volva prese la mia mano e con il coltello che le era stato dato mi tagliò velocemente il palmo facendo scorrere il sangue all'interno della coppa e lo stesso fece con Olcan, poi me la porse e mi intimò di bere.

Ero abbastanza disgustata, non volevo bere del sangue ma non potevo nemmeno tirarmi indietro e così senza pensarci troppo portai il calice alle labbra e bevvi il liquido rosso al suo interno, aveva un sapore metallico ma non era così male come avevo immaginato.

Olcan poi intrecciò la mano ferita alla mia e la Volva ci passò sopra una catena per terminare il legame.

"La catena di Fenrir vi ha legati insieme e non esiste uomo o Divinità che possa spezzarla"

Questa cerimonia non aveva nulla in comune con la mia cultura, il matrimonio era un patto fatto davanti agli dei ma la maggior parte dei vichinghi che conoscevo si era sposato più volte e lo stesso valeva per le donne, invece questo matrimonio mi aveva dato l'idea di essere indissolubile.

Gleipnir, la catena di Fenrir forgiata dai nani per ordine di Odino era impossibile da spezzare e se il matrimonio dei Wulfgar legava due persone in questo modo probabilmente non vi era possibilità di lasciarsi, comunque mi ripromisi di chiedere più informazioni ad Ella.

Quando credetti che fosse tutto finito vidi Olcan inginocchiarsi di fronte a suo padre e Valeska che prima stava al mio fianco, si diresse verso il marito, prese la corona dalla sua testa e la pose sopra il capo del figlio.

In seguito re Einar fece lo stesso con sua moglie, con l'unica differenza che ora quella corona la stava posando proprio sulla mia testa.

"Spero che riuscirai a rendere onore a questo popolo"

I Wulfgar che fino a quel momento erano rimasti in silenzio esultarono di gioia.

Ero confusa e anche spaventata, nessuno mi aveva avvertita su questo, non ero pronta a sposarmi, figuriamoci a diventare regina.

Cercai gli occhi di Olcan per chiedere spiegazioni e non faticai a trovarli.

"Che cosa significa tutto questo?

"Significa che ora sei la mia regina Liv."

Salve a tutti!🌺

Finalmente sono riuscita a terminare anche questo capitolo.
Mi dispiace molto per l'attesa ma "sessione invernale" e tempo libero non vanno molto d'accordo 😣

Ci sono ancora delle questioni da spiegare nella storia ma vi assicuro che andando avanti si capiranno molte cose.

Spero tanto che il capitolo vi piaccia.
Buona lettura ❤



WULFGAR - The land of snowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora