6

2K 97 12
                                    

Il fatidico giorno di Freya era arrivato, a breve sarei diventata la sposa del futuro re della terra della neve.

Dovevo essere felice, per una vichinga sposarsi con un grande guerriero e avere molti figli era un onore, invece le mie mani stavano sudando e le mie gambe non smettevano di tremare.

Avevo paura.

Temevo la vita che mi aspettava nella terra di Olcan, non volevo solo essere una buona madre e la moglie accondiscendente di un uomo che non mi era stato permesso scegliere.

Avevo passato gran parte della mia esistenza nell'ombra di quella casa e dimostrare il mio valore come donna e come guerriera, visitare nuove terre, vedere il mondo e ciò che poteva offrire era il mio sogno.

Un sogno che mi stava scivolando tra le mani.

L'unico aspetto positivo era che me ne sarei andata via da quelle terre e quella casa che non sentivo per nulla mia.

Mia madre e le mie sorelle in quel momento di riflessione entrarono in camera, Gerda era schiva ed evitava il mio sguardo, non ero più riuscita a parlarle dopo quanto era successo.

Mi sentivo in dovere di rassicurarla ma non era quello il momento adatto.

Probabilmente si sentiva in colpa e non aveva il coraggio di affrontarmi.

Tutte erano in un religioso silenzio, come se si stesse preparando un funerale più che un matrimonio e notai addirittura che alcune di loro avevano le lacrime agli occhi ma non dissi nulla, sarebbe stato inutile.

La mattinata passò velocemente con tutti i preparativi e una volta terminati mia madre mise sulla mia testa la corona nuziale che lei stessa aveva portato al suo matrimonio e mi rivolse un sorriso soddisfatto.

"Sei bellissima, che gli dei siano con te figlia mia"

Forse voleva incoraggiarmi e darmi forza ma quelle parole gli uscirono talmente sconsolate che ebbero esattamente l'effetto contrario.

Ora veniva da piangere anche a me anche se per motivi molto diversi dai loro.

Ero triste per i miei sogni infranti mentre la mia famiglia per ciò che Olcan era e rappresentava.

Se ci fosse stato un uomo del nostro villaggio al posto di quel Wulfgar probabilmente ora sarebbero state tutte al settimo cielo.

Poco dopo mio padre venne a prendermi e con tutto il corteo a seguito mi accompagnò nel bosco dove era stato edificato un tempio alla dea Freya e dove Olcan e Brynyar si trovavano giá ad aspettarmi.

Lo scambio delle promesse fu veloce così come il banchetto organizzato in nostro onore, sembrava che tutto scorresse velocemente in quel giorno.

Si era fatta notte ormai e tutti i presenti si trovavano stesi per terra ubriachi o sulle tavolate mezzi addormentati.

Olcan si voltò verso di me, aveva bevuto talmente tanto idromele che pensavo non sarebbe stato in grado neanche di parlare, invece mi prese la mano e mi invitò ad alzarmi con una naturalezza tale che mi venne spontaneo guardare il pavimento per vedere se tutto quell'idromele lo avesse gettato a terra.

"Credo sia il caso di ritirarci, domani partiremo all'alba e ci aspetta un lungo viaggio"

Mi trascinò via dalla grande sala, probabilmente voleva andare al molo dove lui e la sue gente si era sistemata.

Il molo di notte era qualcosa di meraviglioso, si sentiva unicamente il rumore del mare.

Per un attimo dimenticai tutto quello che era successo e che doveva ancora accadere e mi persi in quella pace che solo il mare era in grado di darmi.

WULFGAR - The land of snowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora