REVISIONE! In un mondo dove le uniche fan fiction su Peter Maximoff sono in inglese e hanno sempre la stessa trama, il quarto muro viene buttato giù e ti rende la protagonista della storia, e soprattutto, dovrai sopportare un narratore sempre pronto...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
«Sai cosa mi fa strano di stare qui dentro?»
«No, spara.»
«Il voler uscire da camera mia e incontrare altre persone. Bang, bang» Peter simulò il suono di una pistola, unendo i palmi delle sue mani per crearne una con gli indici e i pollici.
Sì, il velocista stava occupando camera di T/N e no, lei non gli aveva sbroccato addosso stranamente. Si era svegliata col piede giusto, era di buon umore e le lezioni mattutine erano andate una bomba! Peter aveva partecipato insieme al suo mitico gesso. Non vedeva l'ora di guarire il poverino, "chissà quanto dolore ha provato in quel momento" pensava ogni tanto T/N quando non aveva nulla da fare e si incantava a fissarlo. Perché sì, si perdeva nei suoi pensieri ed accidentalmente ogni volta che succedeva il suo sguardo era fisso su Peter che, oramai, c'aveva preso l'abitudine ad essere fissato dalla più piccola.
«Sai una cosa? — Peter si avvicinò alla mora che, intanto, era seduta alla propria scrivania a leggere i temi che aveva fatto fare ad una sua classe — L'altro giorno, a lezione, non ho capito le disequazioni cosa fossero. Potresti rispiegarmele?»
«Mh mh, chiedilo ad Hank» mormorò la mutante, non spostando mai il suo sguardo dai fogli di carta.
«Me l'ha spiegato lui e non l'ho capito, — le accarezzò i capelli, sperando che della dolcezza potesse convincerla a dargli delle attenzioni — Mi servi tu. Alla fine sei portata.»
Lei sospirò. «Non è la mia materia, insegno psicologia. Vi faccio ragionare su voi stessi e vi insegno i ragionamenti mentali. — la mora toccò le mani del grigio, incrociando i suoi occhi azzurri con quelli scuri di lui. Sospirò nuovamente quando realizzò che dire di no a quei grandi occhioni da cerbiatto era più difficile del previsto. — So solo che una disequazione è una disuguaglianza letterale» non era vero che sapeva solo quello, ma aveva da fare, ed in più sapeva che Peter sapesse cosa fossero le disequazioni. Voleva solo attenzione.
Il velocista le tirò delicatamente i capelli, dandole però pur sempre fastidio: rise sotto i baffi a sentirla lamentarsi, poi appoggiò il mento sulla testa della mora, in modo tale da poterle stare vicinissimo e leggere i temi.
«Questo è scritto coi piedi» affermò Peter dopo qualche minuto che avevano incominciato a leggere il tema di un ragazzino di tredici anni di nome Bernard.
«È piccolino» lo giustificò T/N. «È scritto con il cul.. Vabbé» Peter si grattò il naso.
Dopo interminabili altri minuti di temi, finalmente finirono. A fine della lettura di ogni "compito", si consultavano per poter trovare un voto da poter mettere e qualche dritta da scrivere a penna; Peter si era rivelato molto utile, stranamente.