APOCALYPSE: Cerebro

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«Lehnsherr è stato identificato ieri in una piccola città della Polonia centrale

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«Lehnsherr è stato identificato ieri in una piccola città della Polonia centrale. I capi di tutte le comunità invitano i cittadini a restare calmi. Polizia e forze armate vogliono trovarlo prima che possa colpire nuovamente. Chiunque abbia informazioni su Lehnsherr, o Magneto, suo altro nome, contatti subito le autorità locali e proceda con cautela, visto che è considerato estremamente.. » il canale della televisione venne cambiato prima che il giornalista finisse la frase.

Peter stava guardando il notiziario: davano notizie su Erik Lehnsherr, l'uomo che Peter aveva fatto evadere di prigione circa dieci anni prima; in altre parole, parlavano di suo padre. Il giovane l'aveva capito solo più tardi, tornato dalla "missione" svolta al Pentagono. Gli indizi che gli aveva lasciato sua madre sull'uomo con cui l'aveva concepito non lasciavano trasparire altre strade.

Ancora aveva tra le mani il biglietto da visita della scuola di Charles Xavier per giovani dotati: lo conservava gelosamente, come un gioiello prezioso. Lo teneva sempre stretto nel portafoglio, così che potesse riguardarlo, ritoccarlo, cercare un posto dove sentirsi a casa quando si sentiva perso.

«Peter?» lo chiamò la madre. Il cambiò canale, mettendosi a giocare a PacMan, per non mostrare alla madre il suo interesse verso il padre biologico.

«Che c'è?» esclamò lui.

La madre scese nel seminterrato dove viveva il figlio. «Volevo vedere come stavi.»

«Sto bene, gioco a PacMan» la donna prese il telecomando, mettendo sul canale dove trasmettevano il servizio su Magneto.

«Sicuro che non guardavi questo? — gli chiese la madre. Peter guardò lo schermo della televisione, poi tornò a guardare PacMan e sospirò, continuando a giocare. — Vuoi andarlo a cercare, vero?»

«Volevi che uscissi un po' di casa, giusto?» rispose lui.
«Non posso fermarti, nessuno può. Ma credimi, non finirà bene. Con lui non succede mai.»

Peter perse volontariamente la partita, girandosi verso sua madre. Rimase in silenzio per qualche secondo prima di parlarle. «Non ho paura di lui.»

«Dovresti

La donna appoggiò il telecomando dove l'aveva trovato, andandosene sotto gli occhi del figlio che, ancora, l'osservava, ormai più intenzionato che mai ad andare alla X-Mansion.

Avrebbe rivisto il Professore, Hank McCoy - "il tipo con gli occhiali e i capelli corti" lo chiamò nella sua testa - e forse.. Forse anche quella bassina. Quella bassina insomma, la mora, la sorellina di Hank. T/N. "T/N McCoy", pensò. Chissà quando aveva imparato il suo nome e cognome. Erano passati dieci anni, aveva una memoria di ferro penserai: certi ricordi li consumi tanto da non averli più in mente, o abbastanza da conoscerli a memoria.

Guardò di nuovo il bigliettino da visita che fino a quel momento aveva tenuto in tasca. Era stropicciato, ma si leggeva tutto chiaramente.

Parlando di X-Mansion, c'era qualcuno che stava facendo ritorno: T/N, Moira, Alex e Charles avevano appena accostato dinanzi all'edificio.

UNA TIPICA STORIA SU PETER MAXIMOFFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora