APOCALYPSE: Summers ed incubi

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Successivamente alla scena del jet, sappiamo tutti quel che succede, ma nessuna delle mie colleghe scrittrici l'ha mai raccontato, forse solo menzionato, facendo un mini riassunto di quel che voi vedete in un'ora (se non di più) intera

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Successivamente alla scena del jet, sappiamo tutti quel che succede, ma nessuna delle mie colleghe scrittrici l'ha mai raccontato, forse solo menzionato, facendo un mini riassunto di quel che voi vedete in un'ora (se non di più) intera.
Forse sono davvero poche quelle ad aver menzionato Trask e tutta quella roba contorta con le Sentinelle, e da brava scrittrice degli X-Men e di fan fiction non vi farò la palla a spiegarvi ciò che avete già visto.

C'è solo un punto importante da sapere: T/N aveva la stessa idea di Erik, ovvero che per vivere in pace, dovevano eliminare Raven. A differenza di Magneto, però, lei non era apparsa in televisione, e nemmeno fu accennato il suo nome; che culo, dirai. Che culo davvero. Era piccolina, perché rovinarsi la vita così giovane?

Gli anni a venire passarono velocemente e Charles si decise finalmente a riaprire la scuola: sempre più studenti dotati facevano il loro ingresso nell'istituto di Xavier, scoprendo e riscoprendo loro stessi. Il periodo dell'adolescenza viene chiamato, nella teoria dello sviluppo Erikson, la fase dell'identità o dispersione. Ovviamente, però, gli studenti erano di tutte le età! Non è mai troppo tardi per imparare, soprattutto per conoscere se stessi.

Arrivò presto il 1983.
T/N era rimasta l'unica ad avere ancora notizie di Erik, tramite le lettere che si scambiavano privatamente e quei rari incontri organizzati di nascosto dai due.
Nessuno sospettava Erik e T/N avessero un rapporto d'amicizia, nemmeno Charles e Hank.

«Aspetta, non ti avevo detto il mio nome» i fratelli McCoy, dal piano superiore, sentirono una voce giovane e sconosciuta.

«No, non l'hai fatto» rispose una voce giovanissima e femminile.

Scese prima Hank al piano inferiore.
«Alex Summers?» fece incredulo, mentre T/N, che ormai non era più una ragazzina, bensì una giovane adulta, lo seguiva.

«Hank McCoy! — esclamò il ragazzo biondo che Hank poco prima aveva chiamato. Si strinsero la mano, mentre la mora accennò un sorriso che venne ignorato completamente — Caspita! Che fine ha fatto il te blu e peloso?»

«Ora lo tengo sotto controllo» rispose Hank.

Il biondino dai capelli lunghi toccò la schiena del giovane affianco a lui, facendogli fare un passo avanti.
«Lui è mio fratello Scott» lo presentò Alex.

«Ciao, Scott. Io sono Hank McCoy, insegno qui. — indicò poi sua sorella — Lei è T/N McCoy, mia sorella, e per quanto possa sembrarti giovane, anche lei insegna» la mora sorrise, finalmente ricevendo dell'attenzione.

«Da dov'è sbucata? Quando ci siamo conosciuti non esisteva ancora» scherzò Alex.
«Non si era ancora presentata la mia mutazione» rispose la mora.

Adesso aveva i capelli lunghi fino a metà schiena, un taglio dritto, ma aveva i ciuffi che ricrescevano da una frangetta, probabilmente tagliata l'ultima volta tre o quattro mesi prima.

UNA TIPICA STORIA SU PETER MAXIMOFFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora