Finzione o Realtà?

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- Mi è venuta un'idea geniale. -

- Questa mi è nuova. -

- Ma vai a cagare! - Mattia scoppiò a ridere per il tono indignato del moro.
Sollevò il viso per poterlo guardare meglio, tanto erano attaccati per stare entrambi sotto il piccolo ombrello rosso con cui si stavano riparando dal temporale che era scoppiato quella mattina a Roma.
Pur avendo la mascherina a coprirgli metà viso Mattia riusciva a vedere il broncio che sotto di essa si celava sul viso di Christian.

- Daaaai scherzavo. - lo spintonò ridacchiando. - Che idea? -

Come aveva previsto, Christian decise di fare il sostenuto:
- Non voglio dirti più niente. -

- Eddai, ma come sei permaloso. -

- Ah, io sono permaloso. -

- Che vorresti dire? -

- Che se la permalosità fosse una persona saresti tu. - Mattia non provò nemmeno a contraddirlo, si limitò a far svolazzare una mano davanti al viso dell'amico.

- Ma adesso stiamo parlando di te. -
Christian lo guardò in silenzio per un attimo, poi con uno scatto improvviso della mano allontanò l'ombrello dalla sua testa, facendolo inzuppare da capo a piedi.

- Frate ma sei tutto scemo?! - si slanciò verso il ragazzo per poter tornare a ripararsi sotto l'ombrello, ma Christian si spostò ancora.

Mattia provò ad acchiapparlo di nuovo, ma il moro fece un altro passo all'indietro.

Cominciarono una sorta di walzer sotto la pioggia, con Mattia che rincorreva in tondo Christian e Christian che gli sfuggiva camminando al contrario, finché non finirono a correre per i viottoli di Roma che collegavano gli studi Elios alla casetta, mentre l'acqua continuava a cascargli sul viso, incastrandoglisi tra le ciglia come goccioloni di lacrime. 

La loro corsa sfrenata si interruppe quando Mattia scivolò sui sanpietrini e Christian dovette gettare l'ombrello a terra per poterlo afferrare ed impedirgli di cadere.
Mattia, completamente spalmato sul petto del moro, il viso ad un palmo di naso dal suo, fece finta che il battito accelerato del suo cuore fosse a causa della caduta mancata e non dell'improvvisa vicinanza con l'amico.

- Cazzo! - esclamò Christian, lasciandolo andare di scatto per poter afferrare l'ombrello dal suolo.
Si guardò i vestiti ormai fradici, sbuffando rumorosamente mentre provava a far aprire l'ombrello che si era inceppato.

- Ben ti sta. - lo rimbrottò Mattia, guadagnandosi un dito medio dal moro.
Dopo un ennesimo scossone che non riuscì a far riaprire l'ombrello lo chiuse definitivamente e se lo infilò nella tasca del giubbino.

- Tanto non ci serviva. -
Mattia sollevò gli occhi verso i grossi nuvoloni che continuavano a piangere pioggia.

- Ma infatti a che ci serviva un ombrello. -
Christian rise e lo prese a braccetto, tirandoselo stretto al fianco, probabilmente per combattere il freddo pungente della pioggia.

- Scemo. -
Mattia trattenne quel "ah, io?" che voleva dire, e si limitò a spintonarlo un po'.

- Allora? Qual era la grande idea? -

- Fingiamo di stare insieme. -
E lo disse così, con tutta la flemma e la noncuranza del mondo, come se l'universo di Mattia non fosse appena stato ribaltato come un calzino.

- Scusami cosa?! - quasi urlò, fermandosi di botto sotto l'acquazzone.
Christian lo strattonò per farlo riprendere a camminare, ma Mattia era ormai inchiodato al suolo.
Doveva aver sentito male.

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