Inferno XIII

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- Mi viene da vomitare. Adesso vomito, te lo giuro. -

- No, ti prego non farlo. Mi fa schifo. -

- Come sei bello, io mi sento di morire e a te fa schifo. -

- No, Matti, amore, dai! - Christian si sollevò dal pavimento su cui era stato steso per le ultime ore in cerca di refrigerio da quella giornata di caldo torrido e gattonò fino alla sedia girevole su cui era seduto Mattia, accartocciato con le gambe tirate al petto ed il libro di italiano sulle ginocchia. - Puoi vomitare quanto vuoi, non mi faresti mai schifo. -

Disse, prendendogli il viso tra le mani e strizzandogli le guance.

Mattia si sottrasse alla sua presa con un gesto stizzito del capo, sbuffando rumorosamente.
- Adesso sei tu che mi stai facendo venire da vomitare. -

Christian sorrise, non lasciandosi scoraggiare dal tono scontroso con cui aveva parlato il biondo. Era il 21 giugno, e il giorno dopo ci sarebbe stato lo scritto di italiano.
Christian non avrebbe nemmeno dovuto essere lì, nella camera del suo ragazzo a guardarlo disperarsi sui libri, perché Mattia gli aveva esplicitamente vietato di scendere a Bari almeno finché non avesse fatto gli orali.
Ma il moro si era messo nelle orecchie, e lo aveva tormentato finché Mattia non aveva ceduto e aveva acconsentito ad accoglierlo in casa propria.

Perciò sopportava i suoi continui sbalzi d'umore e le crisi d'ansia, perché lo aveva voluto lui.
E perché lo amava, ma questo era un particolare davvero insignificante.

- Vuoi che ti faccia altre domande? - propose, adocchiando il libro di italiano che stava piano piano scivolando dalle ginocchia del ragazzo.

- No. O forse si. No. Sai che voglio? -

- Cosa vuoi? -

- Voglio diventare un granello di sabbia. -

- Non di nuovo... -

- Si, di nuovo! - fece il ragazzo, agitandosi sulla sedia e facilitando la caduta del libro.

Il manuale piombò al suolo con un tonfo sordo, ma Mattia non parve nemmeno accorgersene.
- Sarebbe la vita perfetta. Nessun esame da fare, nessuna poesia senza significato da imparare, niente Dante e le droghe di cui si faceva. Perché lo abbiamo reso importante? -

- Perché abbiamo reso famosi gli influencer? -

- Okay, si, ma quelli li hanno resi famosi le persone stupide. - Christian avrebbe voluto ribattere, ma sapeva non fosse il momento più adatto per andare contro il suo fidanzato. - Dante invece i letterati. Perché? Cos'ha di così tanto speciale? -

- Penso c'entri qualcosa l'amor che move il sole e l'altre stelle. - Mattia rimase in silenzio, quasi come se stesse effettivamente pensando ad un modo per confutare la sua affermazione.

Poi, il viso gli si arricciò in una smorfia a dir poco terrorizzata.
- Aspetta, aspetta. In che cazzo di canto lo dice? -

- Boh, non lo so, penso nel... -

- No! Non me lo dire! - esclamò, sporgendosi in avanti per tappargli la bocca con una mano, rischiando di fare la stessa fine del suo libro di italiano e schiantarsi al suolo.
Christian fu rapido ad afferrargli le braccia per stabilizzarlo.

- Me lo devo ricordare da solo. -

- Okay. -

Lo osservò corrucciare il viso in un'espressione concentratissima, con tanto di labbro inferiore sporto in fuori e sopracciglia corrugate, desiderando intensamente di poterlo baciare, finché non si aprì poi in un sorriso quasi imbarazzato.

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