Parentesi

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- Mi credi se ti dico che non ci sto capendo un cazzo? -

- Mh hm. -

- Ceh io faccio lo scientifico sportivo la matematica non dovrei farla veramente. -

- No sicuro, hai ragione. -

- Che cazzo sono le derivate? A cosa mi serviranno nella vita? -

- A niente. -

- Sai cos'altro non mi serve a niente? -

- Cosa? -

- Un fidanzato che non mi ascolta quando mi lamento. -

Christian scoppiò a ridere, nascondendosi imbarazzato con una mano.
Era steso sul suo letto, nella sua cameretta, nella sua amata Bergamo, intento ad ascoltare Mattia, seduto alla sua scrivania, nella sua cameretta, nella sua amata Bari, lamentarsi per i compiti di matematica.

Il biondo aveva deciso, subito dopo la fine di Amici, che avrebbe finito la scuola e preso il diploma prima di dedicarsi anima e corpo alla danza.
Era stato difficile per lui ambientarsi in una nuova classe, conoscere compagni nuovi, quando tutti sapevano già tutto di lui ma lui non sapeva nulla degli altri.
Si sentiva svantaggiato, e guardingo, e ciò lo aveva portato molto a chiudersi in se stesso nella prima parte dell'anno scolastico.

Ma adesso erano a metà febbraio, e Christian non poteva che essere orgoglioso del suo piccolo, che aveva superato le sue ansie e stava spaccando a scuola così come faceva nella danza e, in generale, nella vita.

Questo non vietava, però, infiniti pomeriggi trascorsi a lamentarsi per i compiti di matematica.

Ma Christian amava anche quelli, perché amava Mattia e perché Mattia gli mancava immensamente, e perciò anche passare ore in videochiamata con il biondo a guardarlo fare i compiti gli leniva l'anima e lo faceva stare bene.

- Hai ragione, scusami. Ma che ci posso fare fra se vederti con gli occhiali mi fa sangue? -

Mattia strabuzzò gli occhi e nonostante la visione pixellata dello schermo del suo telefono riuscì a vederlo arrossire.

- Ma puoi mai dirmi che ti faccio sangue e chiamarmi fra nella stessa frase? -

- Sono versatile io, eh! -

- Sei cretino, questo sei! -

- Ma mi ami lo stesso. - si gongolò Christian.

- È quello che pensi tu. - gli rispose Mattia, tenendo lo sguardo fisso sul quaderno di matematica, provando a nascondere un sorrisino con scarsi risultati.

Christian e Mattia stavano insieme da più di un anno (ad essere precisi, essendosi fidanzati a capodanno dell'anno passato, erano ben 13 mesi e 10 giorni) ed il moro non era mai stato così felice in vita sua, nemmeno quando aveva vinto la categoria danza ad amici.

Era stata dura, durissima, all'inizio.

Separarsi dopo aver vissuto in simbiosi per tutta la durata del programma e della seguente estate, che avevano trascorso insieme, con le loro famiglie, nella casa al mare in Puglia degli Stefanelli, era stato come venir privati di un arto.

Avevano trascorso notti insonni, rannicchiati sotto le lenzuola, in videochiamata, in silenzio a guardarsi, a mancarsi, due parentesi graffe all'interno delle quali si estendeva l'Italia intera.

Ma ce l'avevano fatta.
Alla distanza non si erano mai abituati, e probabilmente mai lo avrebbero fatto, ma avevano imparato ad ignorare la morsa ferrea che gli stringeva lo stomaco sino alla nausea ogni qualvolta che la mancanza si faceva troppo forte.
Non sempre ci riuscivano.

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