Capitolo diciassette.

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(Venerdì, 73 giorni, 10 giugno)

Cosa stavo combinando? Avevo la testa nel pallone. Mi chiusi in camera sbattendo la porta con troppa violenza mentre lei era solo qualche metro distante, nuda in un'altra camera. Mi chiesi se lei avesse sentito quel rumore forte provenire da camera mia. Provavo così tanta rabbia perchè stavo solo continuando a schivare la situazione e ciò che stavo iniziando a provare per lei. E più i giorni proseguivano e più quel sentimento cresceva a dismisura. Più la guardavo e più mi perdevo nei suoi occhi color muschio e nelle sue lentiggini che mi parevano sempre tanti spruzzi di vernice schizzati alla rinfusa, pittura astratta su tela.

Ogni tanto osservavo persino la sua pelle. Stamattina addirittura, senza farmi notare, mi persi nel contare quanti nei aveva sul braccio destro. Odiavo il fatto che mi perdessi così facilmente nei suoi particolari.

Volevo sotterrare quel sentimento, sprofondarlo negli abissi della mia anima. Ma più ci provavo più la questione si complicava. Avevo paura di innamorarmi e perderci la testa. Mi resi conto che già la stavo perdendo in realtà.

Ero in camera mentre aspettavo che lei mi uscisse dal bagno.
Dopo diversi minuti sentii bussare alla porta di camera mia. "Entra!" le urlai.
Lei aveva addosso solo un asciugamano che la copriva. Non era sexy o provocante, non era bella o carina. Era semplicemente bellissima. Mi chiese con delicatezza se avessi dei panni in più per lei. Le prestai una camicia blu e dei semplici jeans neri. Con i miei panni addosso avevo ancora più voglia di baciarla.
"Adesso è meglio che tu vada, Applejack" le dissi con una falsa indifferenza. Avevo paura della sua presenza lì, temevo che sarei finita per far qualcosa che non dovevo fare. Non dovevo mettere in mostra i miei sentimenti. La mandai via quasi di forza.

Mentre ero sul mio letto persa nei miei pensieri abbracciando la mia tartaruga Tank, ricordai un semplice giorno di fine estate, comune come un altro: ero in riva al mare insieme ad un gruppo di amici e parlavo con una persona seduti insieme su una scogliera. Non ho più avuto notizie di quella persona, ad un tratto traslocò da quella piccola città e dalla mia vita. Osservavamo il tramonto bello com'era con i suoi fasci di luce, e ad un tratto mi disse "ci vuole coraggio ad amare". Ormai saranno passati già quattro anni, non ricordo neanche più che cognome portasse. Era come se il ricordo di quella persona stesse piano piano svanendo dalla mia mente.

"E tu, ce l'hai quel coraggio, Rainbow?"

Non gli risposi. Guardai quella persona dritta negli occhi senza sapere io stessa cosa dire. Ero piccola al tempo, avevo solo tredici anni. Ma come sapevo poco e nulla sull'amore al tempo, anche ora non mi ritengo un'esperta. La verità e che non si smette mai di imparare nella vita.

Nel rimembrare quel ricordo mi pentii di aver mandato via la ragazza che amavo. Si cazzo, perché la amavo, nonostante le delusioni del passato che mi laceravano l'animo e che mi facevano ricredere sull'amore. Non potevo più mentirmi così, anche se sapevo che quella non sarebbe stata l'ultima volta che avrei sotterrato i miei sentimenti.

(Sabato, 74 giorni, 11 giugno)

Alle 07:00 di mattina eravamo già davanti scuola. Odiavo svegliarmi presto, per me era una delle più grandi torture. C'era un bus che ci aspettava pronto a portarci direttamente a destinazione. Rarity ovviamente si era portata non so quanti bagagli, per lei non erano mai di troppo. Ovviamente non poteva mancare il suo nuovo fidanzato. A tutti era stato concesso di portarsi un amico a bordo, e se si voleva il proprio animale domestico. Inutile dire che Fluttershy si era presentata con l'arca di Noè.

Io avevo deciso di portare SpitFire, ma mi aveva dato buca dato che era troppo impegnata con il calcio. Quindi avevo portato la piccola Scootalo. Applejack si era portata AppleBloom (nonostante all'inizio fosse un po' titubante sul se portarla o meno) così da farle stare insieme. Portandosi il ragazzo Rarity non aveva potuto portare la sorella, cosi ci aveva pensato Flutthersy.

"Non potrebbe mai piacermi una come lei!" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora