Capitolo cinque.

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La mia testa si reggeva ormai solo grazie alla mia mano, che la sorreggeva mentre osservavo quella scena.

Notai la ragazza che si avvicinava sempre di più ad AppleJack, come se cercasse un contatto fisico ancora più ristretto. Vidi il volto di lei che si avvicinava sempre di più a quello della bionda, mentre quest'ultima non reagiva di alcun modo. Capii ciò che stava per accadere quando alzai la testa dalla mano che la sorreggeva, sbarrando leggermente lo sguardo. Di conseguenza, reagii istintivamente.

"Heyy" ero ormai davanti al loro tavolo: notavo il fastidio nello sguardo della ragazza affianco ad AppleJack per aver interrotto quel momento.

"Ehm, ciao Rainbow Dash", AppleJack mi salutò, scuotendo poi la mano.

"Allora? Non mi presenti la tua amica?" le chiesi per non ricadere nel disagio.

"Si. Rainbow Dash, lei è Ashlynn, è la ragazza di cui vi ho parlato stamattina" disse mentre accennava un leggero sorriso.

"Molto piacere, Ashlynn" le porsi la mano, e lei ricambiò il saluto. "Piacere mio, Rainbow" disse con un tono di amarezza nella voce.

"Beh, io credo che sia arrivato il momento di andare, per me" lei si alzò con movimento brusco, mentre rimetteva a posto la sedia.

"Aspetta, ti accompagno" la bloccò per il polso Applejack.

"Oh, non è un problema, casa mia è poco lontana da qui"

"No, davvero Ashlynn, insisto" Applejack si alzò, pagando il conto e ritornando nuovamente al tavolo. "Dash, vuoi un passaggio per caso? Così arriviamo insieme direttamente"

"Beh, vabbene." accettai istintivamente, scordandomi di avere la moto qui fuori, e così ci dirigemmo tutte e tre al pick-up di Applejack. Io mi ero accomodata nei sedili posteriori, mentre Ashlynn affiancava Applejack nei sedili anteriori.

Casa di Ashlynn era davvero a pochi metri da lì: ci bastò svoltare nell'angolo, e poi girare nella via "meteor street 56". Salutammo Ashlynn, che mi riservò un'occhiataccia ma che AppleJack non notò.

"Allora?" disse Applejack con tono interrogativo appena Ashlynn sparì dalla nostra vista. "Vuoi venire davanti o hai deciso di rimanere lì in solitaria?"

In un attimo scesi dall'auto senza proferire parola, forse in modo troppo brusco, sedendomi al posto del passeggero.

"Contenta?" le chiesi.

"Se non ti andava di venire in macchina con me potevi anche startene al bar"

"non ho mai detto una cosa simile!"

"Allora come mai quel tono?" chiese, con intonazione meno aggressiva.

"Nulla, mi è uscito.. Involontariamente credo"

"Ah, capito" disse lei, mentre teneva lo sguardo basso sulle mie gambe. Ci fu per un po' un silenzio assordante che creava un'atmosfera pressoché disagiante.

"Beh, andiamo?" le domandai, interrompendo quel silenzio.

"Si.." lei mise in moto, e subito ci dirigemmo fra le campagne sperdute.

"Vuoi mettere un po' di musica?" mi domandò mentre teneva lo sguardo fisso sulla strada.

"Mh, nah" risposi con vera superficialità, infatti in quel momento ero tutto tranne che concentrata: il mio volto tendeva verso il finestrino osservando le distese di terriccio e fiori di diversi colori e tonalità. Ormai ci eravamo allontanate da un bel po' dalla città. La mia mente si puntava sul sè avessi già visitato quel luogo e non lo ricordassi, prendendo anche in considerazione che io e AppleJack ci conoscevamo da tantissimo, beh, mi sembrava strano. Spesso cercavo di riportare a galla i miei ricordi con Applejack prima delle scuole medie, ma non ci riuscivo. Ogni volta che ci provavo si presentava un blocco, un muro che non mi faceva superare quell'ostacolo: quando capitava mi chiedevo se sarei mai riuscita a sbloccare i miei ricordi.

"Non potrebbe mai piacermi una come lei!" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora