Coming Out (13)

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Lyon's POV flashback:

Oggi è il 10 agosto, son finalmente riuscito a prendere il diploma ed è meglio che mi affretti a trovare l'università che fa per me. Voglio fare il giornalista, l'unico problema è che abito in un paesino di massimo 500 abitanti, è già un lusso che ci sia un cinema.

Passando a cose più serie era il momento di dire alla mia famiglia chi ero, perché sì, ho scoperto di essere gay da ben 5 anni ma l'ho sempre tenuto nascosto per paura di esser cacciato fuori casa, ed ora che me ne dovrò andare non mi sarà più un problema. Gli unici a cui ho detto questa cosa sono stati dei miei amici a cui gioco al PC, che subito mi hanno appoggiato. Son fortunato ad averli, loro vivono a Napoli, una città modernizzata dove ognuno pensa quel che gli pare, mentre io vivo in un paesino dove tutti si conoscono e tutti la pensano alla stessa maniera, ovvero come ai tempi medievali, è raro addirittura vedere delle persone in jeans, figuriamoci delle persone girare con la bandiera LGBT in mano. Me ne stavo seduto sul letto di camera mia a meditare,come avrei potuto dirglielo? Ero in ansia per due motivi. Il primo era che non mi avrebbero accettato, il secondo era che mi avrebbero buttato sotto un ponte o costretto a cambiare casa a causa delle cattiverie dette. Mentre ero nei miei pensieri entrò mia sorella Nancy. Lei era l'unica che ha la mentalità aperta, lo si può vedere da come è vestita: Short di jeans e un top nero. <<Ti devo parlare.>> dissi io con voce calma, anche se non lo ero per niente. <<Dimmi pure.>> mi disse lei sedendosi vicino a me sul letto a gambe incrociate. Andai dritto al sodo e dissi:<<Sono gay.>> ci fu silenzio, saranno stati i miei 10 secondi più ansiosi di tutta la mia vita. <<E quindi? Qual è il problema?>> mi domandò lei, cosa che mi lasciò di stucco. <<Ma quindi tu... >> balbettai io. <<Ti accetto per come sei? Ovvio!>>

Ero così sollevato che almeno lei non gli importasse di cosa fossi, che questo dettaglio sia irrilevante per lei, mi faceva decisamente stare meglio. La abbracciai sprofondando nella sua spalla. <<Mamma e papà lo sanno?>> chiese, non lo sapevano e glielo volevo dire la sera stessa, almeno avevo il uso appoggio. Arrivò la sera; mamma lavava i piatti, papà era seduto sul tavolo sorseggiando il caffè e osservando alcuni documenti di lavoro, Nancy si trovava pure lei seduta al tavolo al telefono ed io ero affianco al bancone della cucina. <<Sono gay...>> dissi in un sussurro sperando che non lo sentissero, ma lo sentirono. Mia madre chiuse il rubinetto battendo ripetutamente le palpebre mentre mi osservava per poi assumere una faccia calma e serena. Mio padre invece a momenti si soffoco con la bevanda e quando riuscì a prendere il controllo mi guardò con occhi sbarrati, per poi guardarmi con una faccia delusa.
<<Sai perfettamente come la penso>> disse in tono severo. <<Non caccierò di casa mio figlio solamente perché è gay>> si intromise mamma. <<Non sto dicendo che deve andarsene, sto solo dicendo che non avrà per niente la mia approvazione.>> disse lui acido.

2 giorni dopo lo dissi ai miei amici Napoletani, che mi consigliarono di studiare lì, nel mese che io compilavo l'iscrizione e cercavo una casa in affitto i miei genitori erano come fantasmi, parlavano pochissimo e la loro presenza quasi non si sentiva, ma quando si sentiva si provava solamente timore. Di più queste emozioni le provavo nei confronti di mio padre, mia madre non mi avrebbe mai fatto niente, ciò lo aveva dimostrato quando mi difese durante il coming out, ma con lei ci scambiavo poche parole. L'unica con cui parlavo era Nancy, con lei il rapporto era rimasto lo stesso e pareva esser molto incuriosita dalla mia vita amorosa.

<<Ecco come andò>> dissi mentre ero seduto sul letto della mia camera dall'albergo con Cico vicino. Avevo iniziato a parlare quando eravamo dentro l'ascensore, continuando per tutto il tragitto mentre Cico ascoltava attentamente. <<Beh dai a te è andata meglio, i miei mi hanno cacciato di casa senza manco farmi finire la frase>> disse lui.

Non si meritava un trattamento simile, ma purtroppo non potevamo tornare indietro, ma eravamo pronti a goderci il nostro presente e futuro insieme. Passammo la sera a parlare del nostro futuro, di andare a convivere, delle carriere da noi prese e io accennai anche l'idea del matrimonio, cosa che lo fece diventare del medesimo colore dei suoi capelli. Ci addormentammo con le immagini di un futuro tranquillo e sereno, insieme, solamente noi due.

Hello!
Penso che questo (per ora) sia uno tra i capitoli più cute UwU

&quot;[𝑰𝒏𝒊𝒛𝒊𝒐' 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒖𝒏 𝒄𝒂𝒍𝒊𝒄𝒆]&quot; Lyontobbi~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora