Tutto Perfetto, O Quasi (14)

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Cico's POV:

Erano le 11 di mattina quando finalmente ritornammo nell'appartamento di Lyon a Napoli, finalmente casa dolce casa. Stabilimmo che sarei andato a vivere da lui per risparmiare i soldi del monolocale e usarli per costruirmi il mio futuro da cantante. Uscii di casa chiamando Strecatto, chiedendogli se potesse darmi una mano con il trasloco, cosa che ebbe un riscontro positivo.

Lyon's POV:

Cico era appena uscito per andare a impacchettare i primi oggetti, mentre io me ne stavo al telefono con il signor Jones, che mi ringraziò dell'articolo, aggiungendo che sarebbe stato lui stesso di persona ad aggiungerlo nei voti universitari. Staccai la chiamata con un sorriso in volto e fiero del mio lavoro, questo si che era era un vero traguardo. Ero veramente felice di come stava andando la mia vita: avevo degli amici, una casa, il lavoro dei miei sogni ad un passo da me ed un bellissimo fidanzato al mio fianco pronto ad amare con tutto me stesso.

Arrivata la sera ricevetti una chiamata da un numero sconosciuto, un numero strano; ma risposi comunque. <<Pronto?>> chiesi io, il numero non era registrato e la cosa mi puzzava leggermente, di solito do a poche persone il mio numero. <<Senti frocetto, lascia stare Cico o vedi chete la facciamo pagare. Qui gli affari non vanno bene e abbiamo bisogno di lui.>> mi disse una voce criptata. OK, proprio tutto non andava bene, l'unico problemino era questo tizio o tizia, chi cavolo era!? <<Mi scusi ma posso sapere chi diavolo è lei?>> chiesi io, già cominciavo ad innervosirmi. <<Questo non ha importanza, abbiamo bisogno del suo "fidanzato".>> mi disse più freddamente la voce. Gli staccai la chiamata in faccia pensando fosse uno scherzo stupido da parte di qualche nostro amico con un altro numero, per questo non diedi peso alla questione.

Arrivò la sera, io avevo preparato un sandwich per me e Cico, poi mi ero messo a mangiarlo mentre ripassavo qualcosa, avevo appena fatto un compito che mi avrebbe di sicuro alzato le possibilità di avere una laurea tra le mani, ma ciò non voleva dire che non dovevo più fare un cavolo dal mattino alla sera.

Cico rientrò con tre scatoloni pieni di roba, mentre con un piede si chiuse la porta dietro. <<Sgomberato tutto?>> chiesi io alzando un sopracciglio. <<Sì, ho pure riconsegnato le chiavi.>> disse lui sedendosi al tavolo per sgranocchiare il panino. <<cosa offre il bel leoncino?>> disse lui in tono divertito <<Un panino.>> dissi io dando un morso e concentrando la mia attenzione sul libro. Cico fece un finto broncio per le mancate attenzioni, mentre io non potevo fare altro che ridere, quanto lo amavo.

Cico's POV:

<<Dunque un libro attira più attenzione di me?>> chiesi io in tono sarcastico. <<Molto probabilmente sì>> mi rispose lui, continuando a tenere gli occhi puntati sulle pagine, le iridi non si muovevano, prova che stava fingendo. Stavo per ribattere quando all'improvviso mi arrivò una chiamata da un numero non registrato, era un numero pieno di parentesi e non capivo il perché. Mi rifugiai in camera da letto e risposi. <<Cico Tobbi, chi lo cerca?>> domandai io, magari poteva esser un mio amico che aveva cambiato numero. <<Cico, ho bisogno che tu lasci quel tuo ragazzo. Qui ci servi per affari.>> mi disse una voce criptata. Io per affari? In che senso? <<Di che genere di affari si parla?>> domandai io, magari mi volevano offrire un posto per registrare un disco. <<Gli affari dell'azienda, sai già tutto.>> continuò lui. Intuii già che si parlava del matrimonio con Cichita, non ne volevo sapere nulla, perciò chiusi la chiamata e bloccai il numero. Almeno per un po' sarei stato tranquillo.

Ritornai in cucina dove vidi un Lyon intento a sparecchiare. <<Chi era al telefono?>> domandò lui. <<La mia amante, domani mi ha chiesto se ci sposiamo.>> risposi sarcastico. Mi arrivò un occhiataccia da parte del mio interlocutore, per poi dire:<<È già tanto che ti ho voluto io, figuriamoci se ti riesci pure a trovare l'amante.>>

Mi avvicinai a lui per fargli il solletico, almeno per infastidirlo. La sua reazione fu ridere e dimenarsi come una iena mentre io lo tiravo su in braccio e lo portavo in camera da letto. Lo poggiai lì per continuare quella sorta di tortura infantile. Dopo 2 minuti finii, cominciando a riempirlo di baci per farmi perdonare. Pazienza se mia madre mi aveva cacciato di casa, almeno avevo lui.

Narrator's POV:

Passarono due mesi, in questo arco di tempo entrambi continuavano a ricevere chiamate anonime che recitavano le stesse parole, ma i due continuavano ad ignorarle vivendo la vita sereni.

Hello!
Ogni Santa volta che pubblico non so mai cosa scrivere qui, consigli?

&quot;[𝑰𝒏𝒊𝒛𝒊𝒐' 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒖𝒏 𝒄𝒂𝒍𝒊𝒄𝒆]&quot; Lyontobbi~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora